Da sempre l'Aceto Balsamico è considerato un tesoro gastronomico di inestimabile valore, anche grazie alla sua longevità e capacità di conservazione. Risale addirittura al 1792 il gesto del duca Ercole III, il quale offrì una preziosa ampolla di questo aceto a Francesco I d'Austria in occasione della sua incoronazione a imperatore.
Venendo ai nostri giorni, il compito di proteggere e promuovere questo autentico 'oro nero' spetta al Consorzio di Tutela dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, fondato nel 1979. Il Consorzio ha definito rigorosi standard di produzione, che includono l'uso di mosti di uve tipiche (come lambrusco, berzemino, spergola e trebbiano) cotti a fiamma diretta in caldaie aperte. La fermentazione inizia nella botte madre, la più grande, e prosegue in una serie di botticelle, ognuna realizzata in legno di almeno due diverse tipologie come rovere, castagno, ciliegio, gelso, ginepro o acacia.
L'Aceto Balsamico matura gradualmente, passando dalle botti più grandi a quelle più piccole, e deve riposare nella batteria per almeno 12 anni prima di essere estratto dall'ultima botte e imbottigliato in flaconi da 100 ml progettati da Giorgetto Giugiaro, numerati individualmente.
Un Aceto Balsamico Tradizionale di Modena di alta qualità si distingue per il suo colore scuro e lucido, la densità simile a uno sciroppo, il profumo persistente derivante dalla stagionatura nei legni aromatici e il gusto equilibrato tra acidità e dolcezza. Il periodo di invecchiamento, oltre a conferire longevità al prodotto, è cruciale per la creazione di un aceto balsamico straordinario: viene definito 'affinato' dopo 12 anni e 'stravecchio' dopo 25.
Villa San Donnino ha la sua sede in una splendida villa in stile Liberty, con affreschi e decorazioni di Aroldo Bonzaghi. Nel sottotetto ospita le botti, ed è centro nevralgico della produzione dell’Extravecchio invecchiato 25 anni, e dell’Affinato di 12 anni firmati. Da provare anche il Nerone, un condimento ottenuto dal mosto d’uva cotto dopo sei anni di invecchiamento, e la golosa gelatina extra all’Aceto Balsamico di Modena con mosto d’uva, aceto balsamico e pectina (di mela). Li trovate nel negozio della villa.
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Venendo ai nostri giorni, il compito di proteggere e promuovere questo autentico 'oro nero' spetta al Consorzio di Tutela dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, fondato nel 1979. Il Consorzio ha definito rigorosi standard di produzione, che includono l'uso di mosti di uve tipiche (come lambrusco, berzemino, spergola e trebbiano) cotti a fiamma diretta in caldaie aperte. La fermentazione inizia nella botte madre, la più grande, e prosegue in una serie di botticelle, ognuna realizzata in legno di almeno due diverse tipologie come rovere, castagno, ciliegio, gelso, ginepro o acacia.
L'Aceto Balsamico matura gradualmente, passando dalle botti più grandi a quelle più piccole, e deve riposare nella batteria per almeno 12 anni prima di essere estratto dall'ultima botte e imbottigliato in flaconi da 100 ml progettati da Giorgetto Giugiaro, numerati individualmente.
Un Aceto Balsamico Tradizionale di Modena di alta qualità si distingue per il suo colore scuro e lucido, la densità simile a uno sciroppo, il profumo persistente derivante dalla stagionatura nei legni aromatici e il gusto equilibrato tra acidità e dolcezza. Il periodo di invecchiamento, oltre a conferire longevità al prodotto, è cruciale per la creazione di un aceto balsamico straordinario: viene definito 'affinato' dopo 12 anni e 'stravecchio' dopo 25.
Villa San Donnino ha la sua sede in una splendida villa in stile Liberty, con affreschi e decorazioni di Aroldo Bonzaghi. Nel sottotetto ospita le botti, ed è centro nevralgico della produzione dell’Extravecchio invecchiato 25 anni, e dell’Affinato di 12 anni firmati. Da provare anche il Nerone, un condimento ottenuto dal mosto d’uva cotto dopo sei anni di invecchiamento, e la golosa gelatina extra all’Aceto Balsamico di Modena con mosto d’uva, aceto balsamico e pectina (di mela). Li trovate nel negozio della villa.
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