Il nuovo Consorzio che unisce i sapori di confine, le eccellenze del Gran Sasso (Voltigno e Loreto Aprutino) e l'innovazione enoturistica della Cantina Dora Sarchese
C’è una zona di confine fra Abruzzo e Molise dove il confine geografico è un fiume, il Trigno, ma dove le economie e la volontà di collaborare superano i limiti disegnati sulla carta.
Il Trigno nasce in Molise, nei pressi del Monte Capraro, e sfocia sempre in Molise, ma nel suo percorso, lungo 85 chilometri, entra anche in Abruzzo. La sua valle, percorsa dalla Statale 650 Trignina che si snoda fra Isernia e San Salvo, in provincia di Chieti, è una linea dalla quale partono a pettine strade che salgono verso le colline e i monti. Area interna, caratterizzata da permanenze di originarie foreste planiziali, prima collina e terreni resi coltivati nei secoli a vigneti, uliveti e pescheti, presenta un paesaggio a mosaico nel quale si alternano macchie boschive, porzioni agricole e rocce di particolare interesse geologico quali la Selenite, gesso cristallino che deve il suo nome al fatto di avere un grado di trasparenza tale da lasciar filtrare una luce simile a quella della Luna e per questo utilizzato da Greci e Romani per finestre e suppellettili.
Nel dicembre 2024 è nato in quest’area un consorzio fra produttori che riunisce realtà molisane e abruzzesi. Lo scopo è quello di far conoscere le particolarità enogastronomiche, ma anche di proporre esperienze sportive, di trekking, arrampicata, lezioni di cucina, spa, visite in azienda e visite ai borghi. E anche di far conoscere le caratteristiche naturalistiche, quali la presenza del nibbio. Il tutto è proposto nel sito www.discovervalledeltrignino.com .
L'olio della Valle del TrignoDurante l’Educational Tour “Abruzzo Food Experience” organizzato da AbruzzoTravelling.com dal 15 al 19 settembre 2025 con il contributo di Camera di Commercio Chieti Pescara e Regione Abruzzo - Dipartimento Turismo, a Celensa sul Trigno il consorzio ha presentato in assaggio i suoi prodotti più identitari: insaccati da suino nero d’Abruzzo, ventricina, olio extravergine, vino cotto, tartufo, miele, pane semintegrale di grano duro varietà Cappelli, sottoli, sottaceti, paté di olive e vino.
OrtonaLa Ventricina è quella del Vastese, produzione riconosciuta fra i Pat (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e Presidio Slow Food; è ottenuta da carne di maiale tagliata al coltello a grana grossa e si caratterizza per il suo colore rosso acceso dovuto all’aggiunta di peperone. In Abruzzo esiste anche la variante Teramana.
Nel contesto degli aspetti monumentali della zona, si segnala in particolare il castello di Palmoli, borgo di circa 800 abitanti a 760 metri sul livello del mare, presso il corso del fiume Treste, affluente del Trigno. Il castello, dotato di due torri, una medievale a pianta circolare e una a dodici lati, cinquecentesca, ospita il Muben, Museo intitolato a Padre Beniamino Maurizio e dedicato alla vita contadina del territorio.
Sempre a proposito di aree interne, oltre all’imperdibile tradizione dell’olio di Loreto Aprutino (provincia di Pescara), borgo medievale arroccato di particolare impatto paesaggistico
e dove si trova un accurato Museo dell’Olio, una realtà articolata è quella dell’altopiano del Voltigno. A 1.400 metri sul livello del mare, ma a meno di un’ora dalla costa pescarese, l’altopiano è da sempre luogo di incontro di tratturi al confine fra le Province dell’Aquila e di Pescara. Di origine carsica, è compreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Qui si praticano l’allevamento e la transumanza, ma anche sport estivi e invernali.
A Villa Celiera, paese di meno di 1.000 abitanti, ma particolarmente attento all’offerta turistica, abbiamo avuto modo di assaporare i piatti tipici dei pastori: arrosticini, ricotta di pecora, pecorini e vaccini, accompagnati dalla musica di piffero, fisarmonica e zampogna e da canti abruzzesi.
A farci da guida, gli esperti di www.wolftour.it che hanno affiancato la guida “ufficiale” dell’educational, Andrea Spacca di WelcomeAQ ( www.welcomeaq.com ), realtà attenta a ogni settore di patrimonio territoriale abruzzese e attiva nella sua divulgazione e valorizzazione.
E sul finire della giornata di Educational con tema la transumanza, cena a Loreto Aprutino presso il ristorante “Tre piatti” con decine di portate tutte all’insegna della tradizione dei pastori.
E il vino? Nella provincia di Chieti, un esempio di azienda che ha investito in qualità, ma anche in originalità è la Cantina Dora Sarchese di Ortona (www.dorasarchese.it).
Ristrutturata nel 2007, la Cantina è il risultato del progetto innovativo di Domenico D’Auria, scomparso nei primi anni 2000, e proseguito dalla moglie Dora, attiva in particolare nelle attività enoturistica, e dal figlio Nicola, che si occupa nello specifico di produzione vitivinicola. Consulente per l’azienda è Leonardo Seghetti, fra i wine maker italiani più noti. Architetto che ha curato il progetto di ammodernamento della struttura, di produzione ma anche pensata per eventi enoturistici, è Rocco Valentini.
Nicola D'Auria e Leonardo SeghettiI vini prodotti sono in primis le bandiere enologiche d’Abruzzo: Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano, Pecorino, Cerasuolo e Cococciola. Spiccano due particolarità. La prima è il progetto Nitae, impianto di 1.000 viti di Montepulciano d’Abruzzo, vecchie di un secolo, a forma di rosa dei venti, vendemmiate a mano, pigiate con i piedi in una vasca di pietra in una festa annuale fissata a ottobre e il cui vino, pregiatissimo, viene venduto in uno scrigno di ceramica. La seconda è la Fontana del Vino collocata in azienda nel 2016 lungo il Cammino di San Tommaso, che va da Ortona a Roma. Qui i pellegrini nelle ore di apertura dell’Azienda possono attingere il vino che zampilla dalla fonte e ristorarsi dalle loro fatiche.
Passando dall’interno all’area costiera, il riferimento in tavola va al pesce dei trabocchi, antiche macchine da pesca simili a palafitte collegate alla terraferma da un ponticello.
Il Trabocco didattico Punta Tufano di Rinaldo Verì, in Contrada Vallevò di Rocca San Giovanni (www.traboccopuntatufano.eu) offre a scolaresche e gruppi la dimostrazione del funzionamento di questo tipo di macchina da pesca, in cui entrano in gioco leve, reti e argani, un sistema che Gabriele D’Annunzio definì come simile a ragni dalle lunghe zampe.
Da qualche tempo anche il Trabocco di Punta Tufano propone ristorazione, attività nella quale di sono rigenerati molti trabocchi abruzzesi, ma nel caso specifico di Punta Tufano la ristorazione è riservata su prenotazione a agenzie di viaggio, tour operator e associazioni che organizzano gruppi.
