È piccolo, a corno di colore rosso intenso rivolto verso l’alto, chiamato a livello locale anche paesanello o, in dialetto, “a cocce capammonte” e rappresenta il grande patrimonio della biodiversità della Regione Abruzzo

Si tratta del Peperone Dolce di Altino, coltivato in una splendida area incontaminata di oltre 300 ettari - l’Oasi WWF di Serranella nei comuni di Casoli, Altino e Sant’Eusanio del Sangro (Ch) - nella bassa valle del Sangro alla confluenza con il fiume Aventino.

La prima citazione storica della sua presenza è datata 1752, dove si fa riferimento a un atto notarile di compravendita in cui la pianta viene citata con il nome di “peparoli”.
Altri documenti successivi attestano il commercio di questi frutti per uso alimentare a Lanciano e in altri centri della Provincia di Chieti.
A partire da quel tempo, i peperoni dolci essiccati venivano polverizzati all'interno di grossi mortai di legno denominati “piloni”, e la polvere di peperone così prodotta trovava largo consumo come condimento per la pasta oppure per la preparazione di insaccati (utilizzo, quest’ultimo, rimasto quasi immutato nelle modalità e nelle quantità usate). Questa specie, inoltre, è caratterizzata da una grande eterogeneità di forma, pezzatura e colore della bacca.
peperone-vaschetta.jpgIl peperone contiene una discreta quantità di zuccheri, è ricco di vitamine C (il triplo di quelle contenute negli agrumi), ma contiene anche elevate quantità di vitamina A, di calcio, di fosforo e di potassio. Il frutto possiede anche un notevole potere eccitante della secrezione gastrica.
peperone-peperoni.jpgPer tutelarne la presenza sul territorio e per promuoverlo fuori dai confini regionali, è stata fondata l'Associazione di tutela del Peperone Dolce di Altino - Oasi di Serranella che, forte di un disciplinare di produzione rigoroso, si prodiga assai in una miriade di iniziative che vanno dai corsi di formazione ai progetti di filiera, dall’impulso e miglioramento delle fasi di produzione alla presenza a manifestazioni e festival itineranti.
Ad Altino c’è anche il Museo del Peperone, progettato dall’architetto Giuseppe Manzi e visitabile nei weekend, su un’idea di Sebastiano De Laurentiis, artista, che realizzò una casa in miniatura, rivestita di peperone rosso, alla quale si arrivava seguendo un percorso di peperoni che si snodavano dalla piazza attraverso il paese.
“La casa del peperoncino” è stata visitata da moltissime persone ed ha suscitato anche l’interesse dei media nazionali, diventando oggetto di una puntata del programma televisivo Sereno Variabile. E una festa dedicata assai partecipata che si svolge ad agosto, il Festival del Peperone Dolce di Altino. In questa occasione, le contrade del borgo codificano ricette con questa preziosa materia prima, declinata sia dolce che salata. Infatti, la varietà indigena si presta molto bene come condimento per primi piatti, in forma di salsa, ragù, oppure secco fino e a scaglie, in polvere, o ancora intero croccante.
Per accompagnare secondi piatti, ecco le chips oppure il miele al peperone. Ma c’è anche la sua applicazione nei dolci (cialde, pasta sfoglia o polvere per guarnire). Altri punti fissi del suo utilizzo, in polvere come ingrediente della pasta e del pane fatti in casa conferendo all’impasto un vivo colore rosso, e per la preparazione di insaccati come, per esempio, la Ventricina del Vastese.
peperone-paolo.jpgA Golosaria Wine&Food Abruzzo sono stati protagonisti di una Masterclass clamorosa che ha visto protagonista il Presidente dell’associazione Mario Nicola D’Alonzo (vedi foto sotto) e il produttore di ventricina Michele Piccirilli.
peperone-personggio.jpg

Associazione di tutela del Peperone Dolce di Altino - Oasi di Serranella Altino (Ch)

via Roma, c/o Palazzo Rossetti
Tel. 348 2108834 - 334 7749220
info@peperonedolcedialtino.it
https://www.peperonedolcedialtino.it

ilGolosario 2024

DI PAOLO MASSOBRIO

Guida alle cose buone d'Italia

ilGolosario Ristoranti 2024

DI GATTI e MASSOBRIO

Guida ai ristoranti d'Italia