Ancora assaggi dei vini che raggiungono la nostra redazione, per conoscere le vitalità di queste ultime belle e buone annate

Filice - CerzaSerra - Cosenza (CS)

Azienda agricola di 8 ettari, sulle colline di Donnici a sud di Cosenza, di cui abbiamo assaggiato tre vini. A cominciare dal Melina 2020, bianco da uve malvasia e mantonico. Un vino strutturato fin dal colore dorato e poi in un bouquet che è somma di frutta esotica, agrumi ma anche una sottile speziatura. Il sorso ne conferma l'ampiezza: sapido all'inizio, potente ma filigranoso, con un'acidità importante nella coda. Anche il rosato Vasciu 2020, uvaggio di magliocco e mantonico dimostra potenza. I profumi sono di ciliegia intensa, quasi schiacciata al sole. Il sorso è impegnativo, un po' troppo generoso di alcol, per un vino che è più un rosso travestito da rosato. Infine, il Donnici Magliocco San Pietro Rosso 2018, vino importante e complesso, rustico e complesso, con una bella nota di ciliegia e pelle. Un po' corto nell'allungo.

01_Filici.JPGIMAC – Podere Sabbioni - Corridonia (MC)

È una cantina del nostro cuore, già Top Hundred 2019 (anzi Top dei Top nella categoria bianchi). Ci ha fatto piacere dunque riassaggiare la Ribona dei Colli Maceratesi, in due annate. La 2020 è molto vibrante, immediata nei profumi e sentori di frutta (agrumi soprattutto) e fiori bianchi. In evoluzione. E dove potrà andare, ce lo dimostra la 2019: dopo averla attesa qualche minuto, ecco che si apre in un sorso più minerale del precedente e decisamente più speziato (zenzero, soprattutto) che si chiude in un finale piacevolmente ammandorlato. Si conferma grande vino. Che ritroveremo a Golosaria.

02_Imac-PodereSabbioni.JPGBarbaterre azienda agricola - Quattro Castella (RE)

All'interno del suggestivo scenario delle terre matildiche, area collinare tra Parma e Reggio Emilia, un'azienda bio che coltiva circa dieci ettari di vigneto e che produce 60.000 bottiglie l'anno tra rossi fermi, vini con rifermentazione in bottiglia e metodo classico. Noi siamo rimasti colpiti proprio da quest'ultima tipologia. E in particolare dal Metodo Classico Blanc de Noirs Brut Nature 2016, da uve pinot nero, ricco al naso di note floreali (violetta), una fragrante crosta di pane, e poi dal bel sorso elegante nel perlage, di lunga acidità e piacevolmente ammandorlato. Dello stesso vino, l'annata 2012 conferma quanto la parte minerale, quasi iodata, sia la caratteristica distintiva, assieme al finale amaricante (pompelmo). Col pinot nero producono anche un Metodo Classico Rosé Nature. L'annata 2011 è sempre nel segno della freschezza e dell'acidità. Il naso è più selvatico, punteggiato da frutti rossi di sottobosco. Il Pinot Nero 2018 vinificato in rosso è un'interpretazione ruspante. Il naso si apre verso le fragoline di bosco e la gelatina di lamponi. I tannini sono ancora vispi, e la vena minerale è sempre ben presente, per un vino che non ha ancora sviluppato note terziarie, ma gioca sulla freschezza.

03_Barbaterre.JPGBELISARIO - Matelica (MC)

Nata nel 1971, Belisario oggi è una potenza vinicola di 300 ettari vitati e rappresenta il più grande produttore di Verdicchio di Matelica, piccola denominazione dell'entroterra marchigiano in cui credette fortemente anche Enrico Mattei che era cresciuto proprio tra queste colline. La gestione della cantina è stata affidata alla saggezza dell’enologo Roberto Potentini, e tra i molti assaggi effettuati recentemente c'è rimasta impressa la pulizia dei suoi Verdicchio, a cominciare dal Val Bona 2020 con le sue note di fico che si ampliano e si esaltano nel nostro vino Top Hundred, il Verdicchio di Matelica Vigneti B. 2020, che in bocca cresce in finezza grazie anche a una sapidità accentuata e a un'acidità ben definita. Ottimi anche il Verdicchio di Matelica Animo Logico 2020 che al naso virava su note più dolci, quasi di cioccolato bianco, e Cerro il Matelica di Belisario un'interpretazione originale che univa profumi agrumati a note animali e in bocca un'acidità fine. La riserva Meridia, anno 2018, è un vino che al naso ha grande intensità, una bella nota agrumata, una freschezza nei profumi decisamente notevole. Il Cambrugiano sempre riserva di Verdicchio di Matelica, anno 2018, punta invece più sull'ampiezza. Elegante, disteso. Anche questo un grande bianco.

04_Belisario.JPGScolari - Raffa (BS)

Storica cantina della Valtenesi e del basso Garda, fondata nel 1929. Il Lugana 2020 è esemplare nella frutta esotica e negli spunti floreali, per un sorso molto rotondo, equilibrato e piacevole. Da applausi il Bellerica - Riviera del Garda Classico Chiaretto 2020. Un Chiaretto esemplare fin dal colore rosato che tende alla buccia di cipolla, e poi per quel concentrato di fragoline di bosco che sono preludio ad un sorso fresco, che porta la speziatura fino in fondo. Un vino che si merita il secondo bicchiere. Molto piacevole anche il Posone - Riviera del Garda Classico Rosso Superiore 2019, che ha profumi intensi e profondi di rabarbaro, viola, piccoli frutti di bosco. La speziatura ritorna anche all'assaggio, in un sorso equilibrato ma non lunghissimo. Il Riviera del Garda Classico Groppello 2019 conferma ancora come firma la speziatura, che si compenetra al mallo di noce. In bocca il tannino asciuga il sorso, reso più rotondo da una nota quasi dolce.

05_Scolari.JPGSanti - Illasi (VR)

Fondata nel 1843 a Illasi da Carlo Santi, dal 1974 fa parte del Gruppo Italiano Vini. Piacevole il Ventale Valpolicella Superiore 2017, dai profumi evoluti di frutta secca (noce) e speziati (liquirizia) e poi nel sorso bello disteso. Il Proemio Amarone della Valpolicella 2015 è un concentrato di confettura di ciliegie, dirompente. Meglio sarà tuttavia il Mantico - Amarone della Valpolicella 2016, più largo nello spettro olfattivo. Sembra di entrare in una profumeria, per poi ritrovarsi con un sorso setoso in bocca, meno sfacciato del precedente, ma decisamente più elegante. Una bella interpretazione.

06_Santi.JPGLatium - Mezzane di Sotto (VR)

La storia di questa cantina comincia nel 1992, quando la famiglia Morini acquista uno storico casale degli inizi del '900 contornato da splendidi vigneti nel cuore della Val di Mezzane. In questa tranquilla zona si decise di costruire un nuovo edificio da adibire a cantina di vinificazione e maturazione. Amitor 2020 è un sauvignon sfacciato, reso godibile dalla franchezza del frutto (agrumi e mela), decisamente caratteristico nelle evidenti note verdi. Il Campo Prognai 2016 è un Valpolicella Superiore particolarmente generoso nei profumi, contraddistinti dalla frutta matura (prugna soprattutto) e dalle spezie dolci (cacao), ma anche da una vena minerale che persiste anche all'assaggio. Campo Leon 2015 è invece l'Amarone, piuttosto classico con le sue note di ciliegie sotto spirito, cacao, vaniglia ma anche noce moscata. Il sorso è caldo e pieno, certamente strutturato.

07_Latium.JPGNella batteria abbiamo poi assaggiato singole bottiglie, come il Tufaie - Soave Superiore Classico 2019 della Cantina Bolla di Pedemonte (VR): naso intenso, abbastanza fine e floreale, un po' corto in bocca.

08_Bolla.JPGQuindi il nostro preferito, ovvero il Solo per Te - Marche Rosso 2012 della cantina Domodimonti di Montefiore dell’Aso (AP), montepulciano in purezza che alla prova del tempo non perde di profondità, per un sorso ancora vivo.

09_Domodimonte.JPGInfine il Chianti Classico 2017 di Querciabella, iconica cantina di Greve in Chianti (FI), per un interpretazione puntuale di questo vino: molto elegante, con un bouquet di frutta rossa (prugna) ancora integra, ma una spinta terziaria già accennata. In bocca i tannini sono setosi, e di certo non manca di persistenza.

10_Querciabella.jpgAl debutto di questa cantina, era il 1985, partecipò un giovanissimo Paolo Massobrio che ascoltava i commenti già entusiastici di Luigi Veronelli.

 

 

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