Una vera locanda all'insegna dell'accoglienza e della buona cucina toscana

In un palazzo del 1200, nel cuore del centro storico di Pistoia (via Di Stracceria, 5/7 – tel. 057324785 – 3284850760) a due passi da piazza del Duomo, Checco Bugiani, il proprietario, ci accoglie con la tipica simpatia e ilarità toscana. Arrivo alla Locanda del Capitano del Popolo (Da Checco) in compagnia di colleghi in viaggio di lavoro. Di solito è mio compito individuare il luogo di gusto: questa volta no, ci pensa il commerciale (e chi se no) che, amico del cliente, ha invitato, il cliente, a trovarci il luogo. E il cliente non può che scegliere l’amico Checco: che bella l’amicizia!

Il locale è proprio una locanda: tavoli di legno con tovagliette all’americana, sedie impagliate, strumenti musicali alle pareti, volti di livornese scherzo ad arredare il tavolo degli antipasti a buffet… Ci accomodiamo e subito ci viene consegnata la tavoletta del menu (semplice ed essenziale col fuori menu scritto a mano) che, il cliente, ci descrive inframezzandolo con le sue esperienze di gusto e amicizia con Checco. Ci sentiamo a casa.

Checco non tarda a capire che districarci nel menu è complicato: propone, e subito accettiamo, di condurci lui nel percorso di gusto. E via con gli antipasti. Prosciutto crudo e pancetta al coltello serviti in centro tavola su carta oleata; verdure sott’olio (peperoni appena scottati e carciofini) e sott’aceto (cipolla di tropea e carote) accompagnate da radiose acciughe; polentina calda con tartufo nero (vera specialità come recita il menu); tagliere di formaggi dove spicca il gorgonzola in onore degli ospiti lombardi. E poi le zuppe: del carcerato (il piatto più antico di Pistoia), la farinata col cavolo nero (antico piatto toscano, radiosa) e l’imperdibile ribollita. Passiamo alle paste: taglierini al tartufo nero, maccheroni spianati con straccetti di chianina e paccheri cacio e pepe con pecorino romano. Siamo a livello! Ma Checco ci convince a provare pure i secondi e quindi: peposo dell’Impruneta “veramente fatto bene, da leccarsi le dita” (così recita il menu e così è questo spezzatino di chianina al vino, cotto per ore in pentola di coccio), terrina di filetto di pollo al tartufo nero e porcini “piatto straordinario” (così recita il menu e così è), e trippa alla fiorentina “si fa da 50 anni tutti i giorni, delicatissima” (così recita il menu e così è), e tre!!! Il tutto bagnato da un rosso novello (IGP Bruni 13.5% del 2015). Concludiamo con cantucci (radiosi quelli al cioccolato) e vin santo. È fatta! Grazie Checco, ci si torna e, come diciamo noi lombardi, mola no!

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