Un ambiente moderno ed elegante per celebrare il matrimonio tra Campania e Piemonte e tra piatti di carne e di pesce

Non è lontano da piazza Savona, anzi è vicinissimo. Ed è la novità dell’anno. Il Ventuno.1 è il ristorante in Alba (via Cuneo, 8A – tel. 0173290787) di Francesco Ferrara e Alfonso Russo che hanno aperto i battenti proprio un anno fa, dopo aver fatto esperienza qualche collina più in là, alla Locanda del Pilone.
Oggi hanno un locale tutto loro, dove la cucina di pesce si combina con quella del territorio, ma sempre con un’interpretazione originale. Basta dire degli agnolotti del plin, dalla pasta fine, cicciotti e incisivi nel sapore. Originali come mai li avevo trovati prima.

Il locale è diviso in due ambienti, più un terzo quando serve. Quaranta coperti e anche più, con tavoli essenziali senza tovaglia, in un ambiente elegante, moderno, total white.

Hanno una selezione più che soddisfacente di vino a bicchiere, mix fra Campania e Piemonte, mentre la carta dei vini, pur interessante, è ancora troppo sbilanciata sui nomi noti.

Il matrimonio fra i due territori si celebra subito con la carne cruda con robiola di Roccaverano e Noci di Sorrento che apre il menu Langhe di quattro portate a 35 euro. Ma anche il vitello tonnato è con le acciughe di Cetara. Eccellente il polpo arrostito con crema di taralli di Agerola e cipolla rossa di Tropea caramellata, anche se avrei lavorato un po’ di più sull’amalgama. La prossima volta proveremo la parmigiana di melanzane. Detto che gli agnolotti del plin ai tre arrosti sono da corona, sui primi meritano applausi a scena aperta i paccheri freschi con ragù di rana pescatrice e peperoncini verdi e gli spaghetti con arselle.

I secondi saranno fra carne e pesce: brasato al Barolo su fondente di patate di montagna, sottofiletto di fassona con melanzane perline, pomodoro confit e cremoso di parmigiano (ancora prevalenza della carne e il resto un contorno che non si amalgama), oppure un eccellente e ghiotto guazzetto di moscardini con vellutata di patate e cipollotto, accanto a baccalà, pescato in vari modi e tonno scottato con burrata, caponata siciliana e pane carasau.

Superbi i dolci. Panna cotta mou e nocciola tostata, torta di Amalfi ricotta e pere, oltre al loro tiramisù e al tortino caldo di cioccolato con coulis di lamponi e gelato fior di latte.

Abbiamo mangiato decisamente bene, la sosta è radiosa. Quasi una sensazione di aria fresca, che ci voleva in questa città che, in qualche modo, è capitale della gastronomia.

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