Le anagrafiche
Nessuna location trovata
È l’osteria Lagrandissima (via Ponte Nuovo, 25 Milano) nata da una amicizia di lunga data e con il comune denominatore della passione per il gusto. Dopo aver visitato la cantina con centinaia di bottiglie, e qualche chicca, al tavolo verrete accolti da una cucina tradizionale e stagionale. Agli antipasti insalata russa alla piemontese, di primo i plin al tovagliolo (servizio tipico piemontese) e di secondo la trippa in bianco, fagioli e parmigiano. Un dolce saluto con la panna cotta.
È Osteria Social di Ciriè (via Vittorio Emanuele 58 - Torino) dove ci si approccia a una cucina contemporanea con un menù che segue la stagionalità. Tra gli antipasti risalta il caprino in crosta per poi passare al primo con i plin ripieni di Castlemagno e ragout di porcini. Ai secondi ecco il maiale cotto a bassa temperatura con purè di patate affumicate. Chiuderete in bellezza con il tiramisù dello chef.
È la Brasa Osteria di Caravaggio (via Roma 44 - BG) che mette in tavola sia specialità tradizionali della bergamasca sia la carne, accompagnate da una selezione di vini invitante. Si parte con la classica tartare o con il carpaccio di manzo affumicato al rosmarino con maionese ai capperi e chips di topinambur. Tra i primi spicca il risotto ai funghi con fonduta di alpeggio prima di arrivare al punto forte del locale per cui si può scegliere il taglio di carne preferito dalle vetrine di conservazione. Si chiude con una torta di mele con crema pasticcera alla cannella.
È la Trattoria Frena a Cirò Marina (KR), aperta dalla colazione fino al servizio della cena. Tra gli antipasti è notevole la focaccia provola mortadella e sardella e stupisce il primo di maccheroni al ferretto con ragù napoletano con ricotta affumicata. Ai secondi la spalla di maiale ‘ncantarata per chiudere con l’originale pitta ’chiusa cotta nel forno a legna.
È il panettone “Il Dolce di Violetta”, nato da una idea innovativa di Francesco Saliceti, già patron della Degusteria Magnatum a Longobardi (CS) Il connubio di gusti è armonioso: la melanzana candita, rigorosamente Violetta di Longobardi De.Co si unisce nel morbido impasto a gocce di cioccolato fondente e cedro candito.
È Abba, a Milano (via Varesina, 177) un ristorante che centra il concetto di fine dining. Guidato dallo chef Fabio Abbattista, il locale si apre su un luminoso open space con cucina a vista. Poche ma ricercate etichette nella carta dei vini e subito si parte con pastinaca laccata fava di tonta e crema cotta di zucca e vongole per proseguire con risotto al cardo gobbo pera e polenta affumicata. Di secondo la proposta, vegana, è quella di una scaloppina di patate e zucca ma anche il lavarello lenticchie nere e curcuma. Si chiude con uno strepitoso soufflé al cioccolato e gelato all’arancia bruciata.
È Massimiliano Prete Lab di Saluzzo (CN), dove si producono lievitati artigianali sia quotidiani che stagionali, con l’uso delle farine Petra. Massimiliano Prete, ideatore del laboratorio, già noto per la sua pizzeria gastronomica Gusto Divino e la pasticceria Piazzaffari, ha investito nell’arte dei lievitati creando anche un luogo di ricerca e formazione.
Tutti a Cocconato d’Asti per scoprire il regno di Alberto Marchetti, il gelatiere che ha creato un piccolo polo turistico con tanto di bottega, bistrot e presepe. E si affittano anche le bici a pedalata assistita per scoprire il Monferrato. Ne parla Davide Banfo su IlGolosario.it
È Azotea a Torino (via Maria Vittoria, 49/b) che interpreta grazie allo chef Robles la cucina nikkei, ovvero l’amalgama di cucina peruviana e giapponese. Si apre con il Ch'Uru ceviche un piatto di lumache e cozze marinate con lattuga di mare, coriandolo, cipolla rossa e decorate con cialde di patate viola e si prosegue con Aji de Gallina Dumplings ovvero ravioli con farcia di maiale, pico de Gallo al coriandolo cialda di pane croccante. Tra i secondi Supay, un agnello marinato alle erbe andine con il suo fondo al cacao, ananas e lattuga arrosto, salse varie e funghi. Si conclude con Sotto la Luna un cremoso di dulche de leche.
È Fratò a Torino (via Andrea Doria,21/b)un locale di cucina di pesce caratterizzato da una buona impronta siciliana. Si apre con una degustazione di antipasti (caponata siciliana, sgombro affumicato provola e pan speziato, insalatina tiepida del Mediterraneo) e si prosegue con le busiate Campo aglio, olio e bottarga o gli anelletti Campo gratinati con ragù alla siciliana. Tra i secondi ecco polpo alla brace, patate viola e bagnetto verde. Si finisce con il tipico cannolo siciliano.
È il Capriccio RistoArt Hotel a Serravalle Scrivia (Al), all’interno di una struttura ricettiva d’epoca e guidata dai coniugi Gianni Riella e Paola Poggio con l’appoggio dello chef Francesco Scaglia. Dopo l’entrèe con un assaggio di panissa, la proposta vede tra gli antipasti battuta di manzo con riduzione di Dolcetto, Montebore del caseificio La Tula di Grondona e tra i primi un ben eseguito risotto Meclè. Si continua con un delicato secondo di polpo brasato, zucca, spinacini con uvetta e pinoli. Si chiude con tortino caldo di pere al vino con gelato di cannella.
È Eggs a Milano (via Solferino, 35) gemello del locale già aperto a Roma. Qua, nome omen, il menù ruota intorno alle uova: si parte con un antipasto chiamato Gioco del croccante con polpetta di pulled pork, baccalà in pastella, ravioli del plin fritti, salvia e borragine in pastella; ecco poi tra i primi la carta delle Carbonare con ben 10 proposte differenti tra cui la Carbonara 1954, la ricetta originale. Tra i secondi l’Oca incavolata, con uova d’oca e verze al peperoncino. Si chiude in dolcezza con l’Ovosodo: mousse di yogurt greco, gel al mango, cioccolato bianco e terra di cacao.