La Notizia

Zucchine, ’Nduja, goji e bergamotto, ma anche caffè, fragole candite e Passito di Pantelleria. Non una lista della spesa, ma i panettoni 4.0 che i pasticceri d’Italia si sbizzarriscono a preparare in vista delle festività. Pur restando invariati la forma, il nome e i lieviti utilizzati, sono già moltissime le interpretazioni stravaganti: dal panettone con albicocca e lavanda o zucchine, olive, capperi e pomodori della pasticceria Bonanomi a quello al caffè di Sal De Riso; dal panettone al Brachetto d’Acqui Docg di Albertengo a quello con cioccolato e rum di Salvatore Gabbiano. L’approfondimento di Sarah Scaparone su TuttiGusti de La Stampa. @ Il pomodoro diventa un brand di lusso. Secondo una ricerca del Reputation Institute per Anicav, con un indice di gradimento di 78.3, il “pelato italiano” sfida colossi come Ferrero e Ferrari, ma nonostante il successo è ancora sfavorito dal binomio pomodoro-caporalato, percepito dal’82% degli italiani. Una piaga che esiste davvero, ma che secondo l’associazione non può essere risolta se prima non si punta l’attenzione anche sulla qualità di alloggio e trasporti garantiti agli stessi braccianti. Intanto, a dimostrazione dell’importanza del comparto ci sono anche i numeri: dal 1945 ad oggi, il 70% del fatturato di 4 miliardi del mondo delle conserve proviene dai Soci di Anicav. E oltre il 50% delle produzioni italiane è destinato all’export sia verso l’Europa, sia verso Usa, Giappone e Australia. (Il Giorno)

I benefici dei funghi e la "generazione sandwich"

Funghi non solo buoni, ma anche salutari. Secondo gli esperti, ovuli e porcini oltre ad avere effetti benefici sul cervello concorrono a rinforzare le difese immunitarie e a frenare l’Alzheimer. “Hanno un eccellente valore energetico e, se non mangiati spesso, sono alimenti abbastanza digeribili - spiega sul Giornale il nutrizionista Roberto Crinali - Rappresentano un alimento quasi completo e per questo vengono anche chiamati ‘la carne dei poveri’”. Ma se i benefici sono molti, altrettanti possono essere i rischi legati alla presenza di componenti potenzialmente tossici. Tra le regole da seguire: mai raccoglierli lungo le strade; fidarsi di quelli che crescono sugli alberi;  cucinarli sempre senza coperchio; evitare di consumarli in gravidanza; prestare attenzione alla loro conservazione ed evitare di somministrarli ai bambini almeno fino ai 12 anni. @ La chiamano “generazione sandwich” e comprende quella fascia di persone di età compresa tra i 50 e i 75 anni che sempre più spesso, per via del prolungamento della vita media, si trova a prendersi cura sia dei figli o dei nipoti, sia dei bis-nonni “grandi vecchi”. Una condizione da “acrobati” che, nonostante la minore elasticità, devono rivelarsi abili in diversi aspetti della vita quotidiana. L’approfondimento di Francesco Riccardi su Avvenire di oggi.

Guerre stellari

Marc Veyrat guida la guerra alle “stelle”. Lo chef francese, che lo scorso anno aveva visto il suo rinomato ristorante (La Maison des Bois in Alta Savoia ndr) declassato dai critici della Rossa da tre a due stelle, non ha digerito l’amaro boccone ed è passato all’attacco denunciando la guida Michelin. Nel corso dell’udienza svoltasi ieri, gli avvocati delle parti hanno potuto dibattere; i difensori di Veyrat chiedendo che la guida possa specificare in modo esplicito le motivazioni della sua scelta e, più in generale, quali sono i metodi di valutazione applicati, quelli della guida spiegando che “In un Paese dove vige la libertà d’espressione, non si deve giustificare una critica gastronomica come non lo si farebbe per un film” e definendo la disputa “Un processo delle vanità a una persona che non sa perdere”. Intanto, in attesa di conoscere la sentenza prevista per il 31 dicembre, c’è chi fa la conta dei colleghi dello chef che già prima di lui avevano mosso delle rimostranze nei confronti delle scelte applicate dalla guida: da Joel Robuchon, che negli anni Novanta rinunciò ad essere chef per la troppa pressione, a Bernard Loiseau, che si tolse la vita. Più recenti invece sono le contestazioni mosse dal giapponese Jiro Ono e dal coreano Eo Yun-gwon, senza dimenticare l’italianissimo Gianfranco Vissani, protagonista sui giornali delle scorse settimane. Su La Stampa l'approfondimento di Leonardo Martinelli

Rubriche

Su La Stampa di oggi Paolo Massobrio racconta i vini di Masserie dell’Imperatore - azienda agricola Pietro Petito di Melfi (PZ). @ Sulle stesse pagine Edoardo Raspelli recensisce i piatti del ristorante Checchino dal 1887 di Roma con voto finale 14,5 / 20.

Enogastronomia politica

Una certificazione per le “vere pizzerie” e le “vere gelaterie”. E’ la richiesta mossa da Forza Italia, che ha manifestato l’intenzione di istituire un ente in grado di certificare l’autenticità di questi esercizi commerciali, ma anche di tutelare i prodotti italiani dall'italian sounding.  

L'assaggio

Con le frittate “made in Veneto” di Che Frittata (via Geremia 2/2 • tel. 348 7182284) di Padova. Dopo il successo di Golosaria, Che Frittata porta il suo format di street food anche all’Artigiano in Fiera (pad. 1 post. A77) dal 30 novembre all'8 dicembre. Per realizzare le loro frittate hanno scelto una serie di prodotti veneti recensiti su ilGolosario, da cui sono nate la frittata al baccalà mantecato, quella agli asparagi bianchi, ma anche la frittala alla casatella trevigiana o quella con l’oca allevata a latte e miele. Su ilGolosario.it l’approfondimento di Andrea Voltolini. 

Il Vino

Il Provincia di Pavia Rosso Ardito 2016 prodotto da Fausto Andi (tel. 0385 277245) a Montù Beccaria (PV). Ci ha stupito con la sua grande struttura, ma beva per nulla difficile, per i suoi profumi di frutta rossa, i suoi sentori di piccoli frutti tra cui spiccano more e mirtilli, i sentori speziati, il sorso ampio e piacevolmente tannico, la sua eleganza. È un vino “Fuori dalla mischia”!