La Notizia

Boom del turismo all’aperto, con la “dolce vita” che si sposta tra boschi, laghi e montagne. È crescita quindi del turismo outdoor, con un aumento dell’interesse per escursioni, giornate rilassanti lungo le rive dei laghi ma anche la scoperta di borghi caratteristici immersi nel verde. Questo trend in forte ascesa spinge gli operatori del settore a diversificare l'offerta, puntando sulla valorizzazione dei paesaggi mozzafiato, sulla promozione di attività sportive all'aria aperta come il trekking e la mountain bike, e sulla riscoperta delle tradizioni enogastronomiche locali. Quasi sette milioni di persone scelgono campeggi, bici e cammini, dato che porta gli operatori del settore a investire in infrastrutture e servizi di qualità. E anche Golosaria Monferrato offrirà la bellezza di 12 passeggiate organizzate in altrettanti Comuni. Tutti i programmi sul sito www.golosaria.it @ Tra le attività all’aperto, si sta diffondendo in Italia la visita agli allevamenti di alpaca, con quasi 900 fattorie che ospitano gli esemplari dal manto di lana, calda e ipoallergenica che arriva a costare anche 180€ al chilo. (Libero) @ Calo storico dei consumi di vino a livello globale: un quadro inedito emerge dai dati dell'OIV che nel 2023 ha registrato un calo significativo dei consumi mondiali di vino, attestandosi a 221 milioni di ettolitri, con una diminuzione del 2,6% rispetto all'anno precedente. Si tratta del calo più marcato dal 1961, un dato che riflette un cambiamento nelle abitudini dei consumatori a livello globale. L’Italia si conferma però al primo posto nella classifica dei paesi produttori, con 44,1 milioni di ettolitri. Seguono la Francia, con 36,1 milioni, e la Spagna, con 31 milioni. Questo primato sottolinea la resilienza del settore vitivinicolo italiano in un contesto di mercato in evoluzione. Fra le cause del calo generalizzato dei consumi ci sono fattori economici globali all'inflazione, fino ai cambiamenti demografici e degli stili di vita. (L’Arena)@ Anche il settore del catering italiano si dimostra solido, con un giro di affari per il 2024 che ha raggiunto i 2,2 miliardi di euro, un dato che evidenzia la vitalità del comparto pur con le incertezze legate alle dinamiche del mercato. Attenzione particolare alla provenienza dei prodotti e alla tendenza verso il Km0, elementi sempre più richiesti da una clientela sensibile alla qualità e alla sostenibilità. Le aziende del settore si stanno adattando a queste richieste, proponendo soluzioni che valorizzano le eccellenze del territorio. (LaRepubblica) @ Vive un momento di allarme e di calo il settore del tartufo bianco sempre più minacciato dal cambiamento climatico. A lanciare l’allarme è Antonietta Mello, ricercatrice Cnr, che evidenzia come l’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni stiano mettendo a dura prova la produzione del fungo ipogeo, ma anche la raccolta nei periodi che in teoria sono di riposo per il suolo. Per contrastare questa tendenza, la Regione Piemonte ha deciso di piantare 2400 alberi idonei alla produzione del tartufo, in aree selezionate e monitorate. L’obiettivo è creare un ambiente più resiliente ai cambiamenti climatici e garantire un futuro alla tartificoltura piemontese. (LaRepubblica)

La tassa del coperto e la pasta ripiena

È ancora giustificata la prassi del “coperto” a tavola? Forse è una consuetudine medievale ma dietro al pagamento del coperto si celano motivazioni diverse, che vanno dal costo degli elementi base come pane e tovaglia, fino ad arrivare a giustificazioni più singolari, come la tassa sull’atmosfera nel ristorante Gattò a Milano. Un tassa che però divide la ristorazione milanese, benché pochi siano davvero disposti a rinunciare a inserirla nel conto finale. Alcuni ristoranti meneghini scelgono la strada della trasparenza, indicando chiaramente nel menu cosa include il prezzo e rinunciando al coperto. Una scelta che punta a fidelizzare la clientela e a distinguersi in un mercato sempre più attento al rapporto qualità-prezzo. (Corriere della sera) @ Torna la tradizione della pasta ripiena: agnolotti, tortellini e casonsèi, con le loro varianti locali e i ripieni che esaltano i prodotti del territorio. Sarebbero infatti al centro di un rinnovato interesse da parte di consumatori e istituzioni. Tanto che ad Alessandria arriva l’evento “Alessandria è ripiena” una tre giorni dedicata alla pasta ripiena, con menù dedicati studiati dalle trattorie storiche e dai ristoranti più innovativi. Non a caso il comune di Alessandria ha istituito quattro nuove De.Co. tra cui l’agnolotto alessandrino, i rabaton a fianco della focaccia dolce e dei salamini di vacca di Mandrogne (Libero). @ Per finire un buon pasto poi, ci vuole un digestivo forte: la grappa sta vivendo una stagione di rinascita, affrancandosi da stereotipi e conquistando un pubblico sempre più ampio e consapevole. Ecco quindi una maggiore attenzione all’origine delle materie prime, ai metodi di lavorazione e alle carattistiche organolettiche della grappa, con una conseguente valorizzazione delle specificità territoriali e dei vitigni autoctoni. E della grappa ora si sfruttano anche le virtù antiossidanti, in vere e proprio Spa e centri benessere. (LaVerità)

Ho capito bene?

La cicoria vola nello spazio grazie alla sua adattabilità. L’astronauta Malerba, fisico e ingegnere, sta studiando come portare il cibo fresco sulle navicelle spaziali, coltivandolo direttamente in serre, per permetterne il consumo diretto. (LaStampa)

Ho capito bene?

A pancia piena si ragiona meglio? Forse si, soprattutto nei casi dei conclavi per l’elezione del nuovo Papa. Dai pranzi luculliani serviti ai porporati nel Rinascimento, alle intossicazioni da funghi nel 1903. E pensare che all’inizio il menù era davvero da galeotti, con pane e acqua. (Laverità)

L'Assaggio

È l’Antica Pizzeria da Michele a Torino (via San Quirini, 2 ) che serve grandi pizze con ingredienti di alta qualità. L’impasto è leggero e la scelta è davvero vasta: si va dalla classica Margherita, alla Vesuvio con con pomodorini del Piennolo Dop sia gialli che rossi, mozzarella di bufala campana e pecorino romano dop.

Il Vino

È il Bianco “La Tina” 2023 prodotta a Murisengo da Cascina Voglietti. Si tratta di un altro bianco da uve baratuciat che si presenta con un colore oro di bella consistenza. Al naso senti la polpa della pesca, ma anche note minerali e speziate accentuate. In bocca è molto equilibrato, complesso, sapido. L’ennesimo campione convincente offerto da un vitigno che riesce a dare il massimo ancor più se coltivato sui terreni magici delle marne di sant’Agata Fossili. Merito di Piero Negro, patron della cantina.