Il docufilm “Wine on tour” racconta alcune tra le cantine liguri più note, dando spazio anche alla musica

L'oggettività nel vino è solo una: il lavoro” spiega a un certo punto Matteo Circella, sommelier di razza e gottaro. E di lavoro, per curare le vigne liguri, (co)strette tra i monti e il mare, ce n'è davvero tanto. Lo racconta il docufilm “Wine on tour” disponibile da pochi giorni su Amazon Prime, scritto da Beppe Platania e diretto da Luisa Porrino, con la produzione di Fargo Entertainment e la produzione esecutiva di Lucerna Entertainment.

Luca “Luke” Babbiotti, sommelier e musicista, è il grimaldello e la voce narrante che da Dolceacqua a Luni – esattamente i due estremi regionali, da Ponente a Levante  – raccoglie le impressioni di alcuni dei vignaioli più rappresentativi della Liguria. Da Filippo Rondelli (Terre Bianche) a Erica e Nino Perrino (Testalonga), passando per Fausto de Andreis (Rocche del Gatto), Daniele Parma (La Ricolla), Diego Bosoni (Lunae Bosoni), Luca Federici (Federici) fino a Heidi Bonanini (Possa).

A cucire il racconto, la musica, seconda passione di Babbiotti,  con la presenza di alcuni amici come Andrea Rock (Musicista e Dj) e Francesco Chinchella (Storyteller e Musicista), ma soprattutto i Meganoidi, con cui si esibisce in un acustico della loro canzone più celebre (e bella), “Zeta Reticoli”. 

Wine on Tour è un viaggio di scoperta, con tanti protagonisti che svelano cosa c’è dietro alle loro bottiglie di vino, perché ogni bottiglia racchiude tutta una vita di lavoro e dedizione. I protagonisti hanno condiviso la loro sapienza che arriva da lontano, radicata ognuna alla propria terra che si declina in territorio, appartenenza ed unicità” spiega la regista Luisa Porrino. Le fa da contraltare Beppe Platania: “Abbiamo disegnato un format dove il vino non è il solo protagonista ma è al centro, in quanto parte integrante della docu-serie che racconta luoghi, territorio, tradizioni e la storia di questi signori del vino”.

Al netto di qualche pecca - il sonoro, specialmente di Babbiotti, non è sempre perfetto, e qualche passaggio poteva essere meglio approfondito o cesellato - sono 75 minuti che scorrono via agili, tra scenari indiscutibilmente mozzafiato e storie che meritano di essere ascoltate, e che lasciano addosso il desiderio di far un salto in cantina, per conoscere dal vero i protagonisti. O, perlomeno, di versare i loro vini nel bicchiere.

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