Il suo Chic Nonna è ambientato dentro lo storico Palazzo Portinari Salviati

Dalla Stazione di Santa Maria Novella merita fare una passeggiata a piedi, passando per le vie dello shopping del centro, fino a piazza della Repubblica, dove spicca una giostra gigante bellissima.
giostra.jpgE poi questa via del Corso su cui s’affaccia, al numero 6, il Palazzo. Poi più in là c’è il Duomo e quindi l’altra parte della città, forse la più conosciuta, almeno dalle mie frequentazioni di Firenze. Ma quello che mi si staglia di fronte è stato uno dei più importanti palazzi nobiliari cittadini, datato 1546 e poi ingrandito nel 1578. Da queste mura è dunque passata la storia, divenendo sede del Ministero di Grazia e Giustizia ai tempi di Firenze Capitale, poi di una banca e da un anno è questo luogo, dopo la ristrutturazione avviata da un imprenditore a capo della LDC Hotel & Resort con sede a Taiwan (suoi anche la Locanda del Sant’Uffizio nel Monferrato e Palazzo Venart a Venezia).
interno.jpgScelta felice quella di darne una destinazione a uso residenziale e alberghiero, nel senso che i residenti possono usufruire dei medesimi servizi di chi pernotta in albergo. E poi, dopo aver assoldato Enrico Bartolini nelle due location citate, qui ha fatto arrivare un genio, che porta il nome di Vito Mollica, classe 1971, originario di Avigliano (Potenza) con moglie che ha invece radici nell’Acquese (e adora il torrone di Canelin). E lui, memore dell’accoglienza che veniva offerta nella sua precedente esperienza, il Four Seasons di Firenze, ha collaborato alla costruzione di quello che nel gergo dell’offerta enogastronomica si chiamerebbe Bistrot che, dopo l’ingresso, fa da ampia anticamera (elegante, spaziosa e accogliente) al suo Chic Nonna, che è invece raccolto in tre sale nascoste, bellissime, eleganti, ma non per nulla pesanti come certi analoghi luoghi. Qui ci si sente davvero a casa, pur nell’evidenza del lusso.
tavola.jpgLa sommelier Clizia Zuin è bravissima e la carta dei vini è piena di reali sorprese, senza cadere nell’ideologia del vino naturale (e a volte cattivo), ma con segnali precisi che mostrano capacità di ricerca e di conoscenza. Per questo abbiamo scelto di affidarci a lei e non ci siamo affatto pentiti delle sue scelte.

Per la cena abbiamo invece scelto alla carta, dopo la sequenza degli amuse bouche (palamita laccata col suo fondo d'arrosto e scarola al verde; bacio di dama salato con burro montato al balsamico e cacao amaro; cucchiaino con semisfera di zucca glassata al lemongrass e finocchietto selvatico; tartelletta con crema di cavolfiore e caviale Oscietra Royal; cavolo romanesco in agro e acciughe).
amuse bouche.jpgCi sono due menu degustazione, “Carta degli Imperatori” a 150 euro per 5 portate e quello denominato “Rubabriciole” con 5 portate a 135 euro. Detto questo, il “Percorso di mare crudo e cotto” vale tutti gli 80 euro del costo, con una dozzina di assaggi freschissimi, uno più buono dell’altro.
Altro piatto degno di nota nel menu è l’astice al vapore con carote e bouillabaisse (50 euro). Gli assaggi dei primi (sui 35 euro) sono una sorpresa, a cominciare da quel piatto che sta nei ricettari piemontesi dell’Ottocento: i cappelletti con Robiola di Roccaverano e ortiche e brodo di scalogno affumicato. Si sale ancora nei gusti con i cavatelli cacio e pepe, gamberi rossi e calamaretti spillo marinati
pasta.jpgper toccare l’apoteosi con i tortelli ripieni di fagiano e carciofi alla brace.
primo-pasta ripiena.jpgFra i secondi (sui 50-55 euro), ecco la ricciola di fondale ai carboni, fagioli e ricci di mare
ricciola.jpge, per le carni, il lombetto di capriolo arrostito, pastinaca e salsa dolce forte. Il piccione è invece cucinato alla brace con mais e mirtilli mentre da condividere è la spalla di agnello fondente alla camomilla, verza e tartufo nero.
carne.jpgFra i dolci (22 euro) la tarte Tatin, la Foresta Nera, e un dolce con mandarino, caramello e nocciola. Noi ci siamo tuttavia fermati ai pre dessert: biscotto al cioccolato leggermente salato, spuma al cocco e gelato al tè nero; e poi alla piccola pasticceria: bon bon al cappuccino; ricotta e pera; cremino alla liquirizia con purea di mango; paté des fruits di mandarino e melograno.
gelato.jpgUn’esperienza davvero bella, che ti aggancia all’idea di casa, visto che anche le Colazioni e il Club Sandiwch che vanno in scena durante il giorno, ti invogliano a fare una sosta qui, anche informale (a proposito, il barman è bravissimo: ottimo il mio Brera!).
Bravo Vito, hai trasportato la cultura delle nostre campagne dentro un’idea positiva di lusso, un’idea vera.

Chic Nonna di Vito Mollica

Palazzo Portinari Salviati
Via del Corso, 6
Firenze
Tel. 055 535 3555

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