Il giovane Federico De Cerchio ha scelto la via della distinzione, convinto della vocazione all’eccellenza del territorio abruzzese di Villamagna, e i risultati gli danno ragione

È storia che racconta di tenacia tutta abruzzese e di amore alla terra che profuma di speranza, quella della famiglia De Cerchio. Siamo a Villamagna, a due passi sia da Gran Sasso e Maiella sia dal mare.

È il 1910 quando bisnonno Vincenzo, con il suo carretto, da Villamagna, appunto, parte per Napoli, dove vivono i proprietari di terreni che vuole acquistare. L’appezzamento, di venti ettari, è nel territorio villamagnese e poiché si distende attorno a una torre, dopo l’acquisto viene chiamato “Torre Zambra”, dando il cognome dei precedenti proprietari sia alla torre sia all’intera tenuta. In quegli anni, la scelta di piantare le prime viti, Montepulciano e Trebbiano. All’indomani della Seconda Guerra Mondiale, la rinascita avviene con Laurentino, la sua, una vita da film, che lo ha visto sopravvivere sia alla cattura dei nazisti come soldato dell’esercito italiano sia alla deportazione in Germania e poi in Polonia. Al suo rientro in Italia, nel 1947, si dedica senza risparmiarsi alla ricostruzione della tenuta di famiglia, reimpiantando i vigneti e avviando la costruzione della cantina. Nel 1961 la prima vendemmia. 
Dagli anni Settanta il testimone è nelle mani di suo figlio Riccardo Francesco, determinante nel far crescere l’azienda. Il presente, e il futuro, visto il suo talento imprenditoriale, è rappresentato dal sorriso e dall’intelligenza del figlio Federico, quarta generazione della famiglia, un percorso che lo ha portato, prima, a studiare all’estero e a conseguire una laurea in Economia e Commercio. Poi, a diventare imprenditore e ad avere successo nell’ e – commerce del vino. 
Dopo aver girato il mondo, seguendo il cuore, è “tornato a casa” e si è buttato a capofitto nella attività famigliare. Obiettivo, indirizzare la produzione, senza se e senza ma, all’eccellenza, nella consapevolezza del potenziale qualitativo di queste terre. 
Ora gli ettari sono 43, con tutti i vigneti distribuiti nel territorio di Villamagna, zona, che, come dicevamo, è considerata tra le più vocate per la produzione di uve Montepulciano, grazie alle sue colline che godono di un microclima unico creato dall’estrema vicinanza sia al mare sia alla montagna, che favorisce bruschi sbalzi termici fra il giorno e la notte e tra le diverse stagioni e dove la tradizione plurisecolare della coltivazione della vite è attestata dal suo stesso nome (“villa magna” significa “grande podere”).
torrezambra-titolare.jpgDal 2011 Villamagna è diventata Denominazione di Origine Controllata e fiore all’occhiello del suo piccolo territorio di 85 ettari è il vino chiamato “Villamagna”, prodotto da uve montepulciano in purezza e considerato come la più alta espressione di questo grande vitigno autoctono del centro Italia. Locate in collina, in perfetta esposizione sud-est, fra i 120 e i 200 metri di quota, le vigne sono piantate su terreni calcareo-argillosi, ricchi di humus e sostanze nutritive.
Con Federico, “Torre Zambra” ha abbracciato la filosofia della coltivazione biologica (le uve, pecorino, passerina, trebbiano e montepulciano) e della fermentazione spontanea
torrezambra-vigne.jpgTre i vini che ci hanno conquistato. Il primo, una vera sorpresa, è il Cerasuolo d’Abruzzo Passo Sacro 2021. Figlio di vinificazione in bianco di uve montepulciano in purezza, questo Cerasuolo (vino abruzzese di antica tradizione che spesso accompagnava i contadini nei campi come bicchiere ristoratore da tener in fresco nei pozzi) dopo essersi proposto con il suo bel colore ramato – rosa antico tenue, sorprende per i suoi profumi invitanti, raffinati, con un’ampiezza olfattiva che spazia dalla ciliegia alla fragola e alla susina, fino ai piccoli frutti, con note di lamponi e ribes. Succoso e sapido, in bocca è fresco e di buona lunghezza.

Il secondo, è il Trebbiano d’Abruzzo “Piana Marina”, da uve di vigne il cui sistema d’allevamento è la pergola abruzzese, nel rispetto della tradizione viticola del territorio. La raccolta è manuale, con selezione dei grappoli direttamente in vigna. Le uve sono adagiate in piccole cassette di legno e vengono messe a contatto con ghiaccio secco. In cantina le uve sono pressate sofficemente e macerate a freddo. La fermentazione avviene per il 40% in barriques di rovere francese e di Slavonia e per il 60% in tini di acciaio inox. Le due masse di vino sono unite mentre ancora in fermentazione e questa termina in vasche di cemento vetrificato, dove il vino rimane in affinamento per un anno. Nel bicchiere ha colore giallo paglierino luminoso, brillante, con riflessi dorati, note di frutta gialla ed esotica, profumi che ricordano la spiga del grano, mineralità che caratterizza il sorso, per un finale lungo e armonico. 
torrezambra-tre.jpgTerzo e vero gioiello, uno dei migliori vini assaggiati in questi primi mesi del 2022, è il Riserva Villamagna. Da uve montepulciano in purezza, con rese per ettaro inferiori ai 100 quintali. Dopo la selezione manuale di tutti i grappoli e il trasporto in cantina in piccole cassette di legno. La vinificazione è in acciaio a temperatura controllata di 28 - 30 °C, con una lunga macerazione delle bucce per oltre cinquanta giorni. L’affinamento procede per sei mesi in cemento e per venti mesi in tonneaux di rovere francese. Il periodo di riposo si conclude con sei mesi in bottiglia. Dal colore rubino impenetrabile, il Villamagna Riserva ha naso affascinante e profondo, complesso, con profumi di frutta rossa matura e di mirtilli, raffinata speziatura con note di pepe, cacao, polvere di caffè e cuoio, eleganti sentori di liquirizia, mentre al palato è intenso, generoso, con grande struttura e tannini ben integrati, mineralità e freschezza che rendono il sorso dinamico per un finale di persistenza infinita. torrezambra-villamagna_riserva.jpg

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