Celebrati i 50 anni del vino – gioiello della cantina di Nalles, un bianco che non teme la sfida del tempo

Sognare in grande. Fare di un sogno realtà. Avevano un’ambizione. Fare un vino bianco che fosse un’eccellenza assoluta. Ce l’hanno fatta. È il percorso dei 138 soci di Nals Margreid, che hanno visto premiati i loro sforzi, anche a livello internazionale.
image6.jpgCantina cooperativa che vanta 160 ettari di vigneti (70% uve bianche e 30% uve rosse), suddivisi in 14 zone, posizionati tra Nalles, la Val d’Adige e Magrè, con le uve che maturano a un’altitudine compresa tra i 200 e i 900 metri. La strategia vincente è stata quella di aver puntato sui cru. Tra questi, il fiore all’occhiello è il Sirmian, Pinot Bianco in purezza, che nasce in un cru sopra Nalles, con i vigneti che sono tra i 500 e 700 metri di altitudine, dove le estati fresche e gli autunni miti gli donano un aroma unico.
image3.jpgProprio nei giorni scorsi, questo vino è stato celebrato per aver raggiunto i cinquant’anni di produzione, in una degustazione, organizzata da Gottfried Pollinger, guida carismatica e condottiero di Nals Margreid, cui si devono crescita e successi degli ultimi anni della cantina; presenti Harald Schraffl, dal 2005 enologo, e Luca Gardini, che ha guidato gli assaggi dei diversi millesimi con il suo piglio istrionico.

“Sono molto orgoglioso e affezionato a questo vino – ha detto Pollinger introducendo l’evento – perché credo che Sirmian sia una vera rarità, e degustandone le versioni di decenni, ci teniamo a dimostrare come anche i grandi bianchi possano essere longevi. Oggi gli ettari dedicati a Sirmian son 12, ed è difficile pensare di trovare altre parcelle esposte a sud, che possano esprimere al meglio il suo carattere unico”.
image4.jpgL’unicità di Sirmian viene infatti da terreni e vigneti, visto che le viti affondano le radici a oltre sei metri di profondità, con il sottosuolo che è costituito da suoli morenici, contenenti porfido, marmo, calcare, gneis e mica.

“Sirmian – ha detto Harald Schraffl – è un vino che interpreta la storia nel contesto moderno, un bianco internazionale, creato nel rispetto della tradizione, con uno sguardo in avanti. Per questo abbiamo voluto celebrare i suoi 50 anni con una degustazione che tenesse conto dell’andamento stagionale che ha caratterizzato ogni annata”.
image5.jpgVincente l’idea di proporre l’assaggio dei vini, raggruppandoli secondo il criterio che fossero figli di annate fresche (2021, 2019, 2014 e 2011), calde (2020, 2017, 2009 e 2005) o equilibrate (2018, 2012, 2002 e 1997).
image7.jpgCon il millesimo 2021 che ha raccontato l’annata fresca di cui è figlio, dicendo di una vendemmia tardiva e di un’acidità importante e vibrante, con il vino che si è rivelato di rigore stilistico, teso, pulito, di suggestiva salinità.
image8.jpgLa 2019, annata fresca con bassa resa per ettaro e ottima acidità, nel bicchiere si esprime con profumi di erbe aromatiche, in particolare timo e maggiorana, e bocca tesa di bella sapidità e freschezza.
Dall’annata 2014, fredda e piovosa, con basse rese per ettaro, la sorpresa di vini di buona acidità e grande potenziale di invecchiamento, con note di cedro, frutta candita, nota sapida ficcante.
Rigore stilistico e precisione, anche per il vino del 2011, dove l’annata fresca con vendemmia anticipata, ha espresso un vino di importante salinità che evidenzia la sua capacità di migliorare con il passare del tempo.
image9.jpgUna sorpresa il Sirmian 2020, che figlio di un’annata precoce con estate mite, è vino di grande freschezza, con naso compatto, balsamico, con profumi di eucalipto, note di erbe aromatiche di rosmarino, sentori di frutta esotica, tra cui spicca il passion fruit, finale ammandorlato.
Una grande espressione di Pinot Bianco il 2017, da un’annata precoce con alte temperature per tutta l’estate, che ha dato un vino denso e maturo, dal colore verde oro, dai profumi di caco, piacevolmente sapido, equilibrato.
Lavanda, incenso, con un timbro aromatico molto profondo, il 2009, da un’annata molto calda con autunno fresco, per un vino maturo e pronto ad essere bevuto sin dal suo debutto.
Zafferano, e frutta esotica, e in particolare mango, invece, le note del 2005, da un’annata con bassa resa per ettaro, e acini piccoli e fitti.
image10.jpgDalle annate equilibrate, il 2018, con estate molto secca e acini piccoli, è un vino di grande forza, elegante, dal profilo ben definito, complesso, dai profumi di pesca bianca, mela, timo e nota balsamica, sorso salino e dal finale ammandorlato. Il 2012, da un’annata speciale per le differenze di temperatura tra giorno e notte, e caratterizzata da bassa resa, è vino dall’aromaticità di buona complessità, con sentori di ostrica, nota iodata, bocca in grande progressione, sapidità. Camomilla, liquirizia, chinotto, i profumi di classe del 2002, figlio di un’annata emozionante con clima variabile e autunno mite, con un vino che stupisce per la vibrante acidità, la buona salinità e la lunghissima persistenza. Il 1997, infine, da un’annata calda e mite con vendemmia anticipata, è vino corposo, caldo, di buona struttura, con naso e palato profondi, e ancora bella vitalità.
image11.jpgIl nostro giudizio? Questa verticale ha detto in modo inequivocabile che Sirmian è cru di formidabile classe. E che, come ha documentato dalla sua degustazione anche a tavola, con i piatti del giovane e già bravo Michele Cobuzzi, della cucina di Anima di Milano, a differenza di molti vini che quasi verrebbe da considerare da meditazione, ha un plus nel suo valore gastronomico, perché esalta gli abbinamenti. Provare per credere, il 2021, che ora troverete sul mercato. Aureo, luminoso, brillante, al naso si segnala per la grande pulizia e la finezza dei suoi profumi di pompelmo rosa e kiwi, per un sorso che affascina per il suo spessore e per la sua profondità, rivelando notevole armonia, sapidità, persistenza lunghissima.
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