Celebrati i 50 anni del vino – gioiello della cantina di Nalles, un bianco che non teme la sfida del tempo
Sognare in grande. Fare di un sogno realtà. Avevano un’ambizione. Fare un vino bianco che fosse un’eccellenza assoluta. Ce l’hanno fatta. È il percorso dei 138 soci di Nals Margreid, che hanno visto premiati i loro sforzi, anche a livello internazionale.
Cantina cooperativa che vanta 160 ettari di vigneti (70% uve bianche e 30% uve rosse), suddivisi in 14 zone, posizionati tra Nalles, la Val d’Adige e Magrè, con le uve che maturano a un’altitudine compresa tra i 200 e i 900 metri.
L’unicità di Sirmian viene infatti da terreni e vigneti, visto che le viti affondano le radici a oltre sei metri di profondità, con il sottosuolo che è costituito da suoli morenici, contenenti porfido, marmo, calcare, gneis e mica.
“Sirmian – ha detto Harald Schraffl – è un vino che interpreta la storia nel contesto moderno, un bianco internazionale, creato nel rispetto della tradizione, con uno sguardo in avanti. Per questo abbiamo voluto celebrare i suoi 50 anni con una degustazione che tenesse conto dell’andamento stagionale che ha caratterizzato ogni annata”.
Vincente l’idea di proporre l’assaggio dei vini, raggruppandoli secondo il criterio che fossero figli di annate fresche (2021, 2019, 2014 e 2011), calde (2020, 2017, 2009 e 2005) o equilibrate (2018, 2012, 2002 e 1997).
Con il millesimo 2021 che ha raccontato l’annata fresca di cui è figlio, dicendo di una vendemmia tardiva e di un’acidità importante e vibrante, con il vino che si è rivelato di rigore stilistico, teso, pulito, di suggestiva salinità.
La 2019, annata fresca con bassa resa per ettaro e ottima acidità, nel bicchiere si esprime con profumi di erbe aromatiche, in particolare timo e maggiorana, e bocca tesa di bella sapidità e freschezza.
Dall’annata 2014, fredda e piovosa, con basse rese per ettaro, la sorpresa di vini di buona acidità e grande potenziale di invecchiamento, con note di cedro, frutta candita, nota sapida ficcante.
Rigore stilistico e precisione, anche per il vino del 2011, dove l’annata fresca con vendemmia anticipata, ha espresso un vino di importante salinità che evidenzia la sua capacità di migliorare con il passare del tempo.
Una grande espressione di Pinot Bianco il 2017, da un’annata precoce con alte temperature per tutta l’estate, che ha dato un vino denso e maturo, dal colore verde oro, dai profumi di caco, piacevolmente sapido, equilibrato.
Lavanda, incenso, con un timbro aromatico molto profondo, il 2009, da un’annata molto calda con autunno fresco, per un vino maturo e pronto ad essere bevuto sin dal suo debutto.
Zafferano, e frutta esotica, e in particolare mango, invece, le note del 2005, da un’annata con bassa resa per ettaro, e acini piccoli e fitti.
Dalle annate equilibrate, il 2018, con estate molto secca e acini piccoli, è un vino di grande forza, elegante, dal profilo ben definito, complesso, dai profumi di pesca bianca, mela, timo e nota balsamica, sorso salino e dal finale ammandorlato. Il 2012, da un’annata speciale per le differenze di temperatura tra giorno e notte, e caratterizzata da bassa resa, è vino dall’aromaticità di buona complessità, con sentori di ostrica, nota iodata, bocca in grande progressione, sapidità. Camomilla, liquirizia, chinotto, i profumi di classe del 2002, figlio di un’annata emozionante con clima variabile e autunno mite, con un vino che stupisce per la vibrante acidità, la buona salinità e la lunghissima persistenza. Il 1997, infine, da un’annata calda e mite con vendemmia anticipata, è vino corposo, caldo, di buona struttura, con naso e palato profondi, e ancora bella vitalità.
Il nostro giudizio? Questa verticale ha detto in modo inequivocabile che Sirmian è cru di formidabile classe.