Il sidro si sta affermando anche in Italia, come ci raccontano Paolo e Cesare Marescotti, anime di Sidro and Cider

La sua storia è antica. La sua diffusione estesa a gran parte dell'Europa. Alcolico come una birra (poco più, poco meno), prodotto come un vino. A partire da innumerevoli varietà di mele, ma anche pere o altra frutta. È il sidro. Una bevanda che in Italia sta lentamente ritagliandosi la sua nicchia, ma che meno di 10 anni fa era praticamente sconosciuta. Sidro and Cider è probabilmente il maggior importatore e distributore italiano. Il suo catalogo conta una dozzina di aziende tra Irlanda, Inghilterra, Francia, Spagna, Svezia, Austria e ovviamente Italia, per una quarantina di etichette. 

Abbiamo iniziato nell'aprile 2016, partendo da una ricerca online. In Europa c'erano tre paesi a zero consumo: Grecia, Albania e Italia” raccontano Paolo e Cesare Marescotti, rispettivamente padre e figlio, anime di Sidro and Cider. Hanno iniziato girando per le fiere di street food, proponendo sidri d'impronta commerciale, per saggiare la risposta del pubblico. “Tornavamo a casa sempre vuoti. Dunque abbiamo cominciato a girare per l'Europa in cerca di prodotti artigianali e di qualità”. Nel frattempo, l'approccio degli italiani è cambiato. Il sidro ha trovato un suo mercato. “Quando abbiamo iniziato a Milano lo servivano solo 2 locali, oggi sono 46. Le nostre statistiche ci dicono che il sidro è bevuto tanto dagli uomini quanto dalle donne, l'età dei consumatori va dai 18 ai 50 anni, chi beve sidro è gente amante dello sport”. 
sidro-mele.jpgParlare di sidro, al singolare, può essere riduttivo. Perché le tipologie in commercio sono svariate. Le variabili sono tante: la materia prima (frutta), la provenienza, il metodo produttivo, l'alcolicità, il grado di dolcezza. “I neofiti cominciano con i sidri dolci, poi virano verso il secco. In generale, è un prodotto molto vicino al vino. Quel che cambia è il frutto, ma il processo è molto simile. Il suo consumo va dall'aperitivo al dopo cena, passando per il pasto, dove può accompagnare anche un dolce o una selezione di formaggi. Il sidro irlandese, molto secco, si accompagna con il maiale, il sidro svedese si sposa con il pesce, il sidro italiano molte volte assomiglia a un prosecco” raccontano ancora Paolo e Cesare Marescotti. Che azzardano anche un abbinamento inconsueto, da sperimentare. “Provate a fare il risotto alla milanese, sfumandolo con il sidro: è buonissimo. Nel nostro caso, utilizziamo un sidro prodotto dalla più antica sidreria inglese, l'Aspall, che imprime molto sapore”. 

Sidro: i nostri assaggi

Della varietà di sidri, racconta anche la degustazione svolta in redazione. Una decina le referenze assaggiate. Tra queste, abbiamo apprezzato l'ottimo Trabanco Sidra Natural: il sidro più conosciuto delle Asturie (Spagna), qui in versione completamente secca, dalla spina acida importante. Al sorso, la mela matura si mescola ad erbe aromatiche sottili, mentre i tannini fanno il loro gioco. Da pasto. Della stessa azienda (Trabanco), godibile anche il Lagar de Camin Brut, ammorbidito dal residuo zuccherino, meno spinto sull'acidità, dove emerge tutta la franchezza delle mele, con un perlage consistente di discreta eleganza.
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Passando in Inghilterra, da provare l'Aspall Imperial Vintage Suffolk Cyder, prodotto da una azienda fondata nel 1728 nella Contea di Suffolk a nord di Londra. Caratterizzato dalle mele bitter-sweet, il gioco tra dolce e amaro torna prepotentemente all'assaggio: c'è una certa dolcezza nel corpo, ma il finale è piacevolmente amaricante. Andando in Bretagna (Francia), abbiamo incontrato sidri più piacioni e immediati. Sono quelli prodotti dalla cooperativa Val de Rance, attiva dal 1953. Il Sidro Doux L’Authentique, con i suoi 2 gradi alcolici, è quasi un succo di mela, dal carattere giocoso, L'Authentique Raspberry, infuso con i lamponi, piace solo se si è amanti degli aromatizzati. Più interessante il Sidro di Pere, sincero fin dal naso, e poi rotondo e dolce in bocca.

Per finire, abbiamo assaggiato un sidro italiano, prodotto con le migliori mele dell'Alto Adige. È Hoila. Un sidro piacevolissimo, dolce e fruttato al naso, non troppo acido in bocca, complesso nel sorso grazie a un tocco di amaro caramellato, una leggera nota vinosa e un finale piacevolmente astringente. Ottimo come aperitivo.
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