Oltre a una delle filmografie più significative del secondo dopoguerra italiano, Francesco Rosi ha lasciato in dono a questa terra una figlia, Carolina, che ha trovato nelle terre di Manciano il luogo ideale per rigenerarsi dai tanti impegni teatrali che ne contraddistinguono la carriera. Ed è sempre qui che ha deciso di implementare una concreta attività agricola, recuperando gli antichi ulivi secolari presenti nei poderi e mettendone a dimora dei nuovi, così da raggiungere la ragguardevole cifra di settemila piante, i cui frutti sono franti a freddo in un frantoio a ciclo continuo che lavora le olive entro 24 ore dalla raccolta. Dal mix delle cultivar presenti (Raggiolo, Olivastra, Cipressino, Moraiolo, Frantoio, Leccino, Caninese e Pendolino) nascono tre distinte etichette: Ostro, segnato da linee vegetali e amaricanti, Garbino, il cui profilo richiama spezie e dolcezze, e il Toscano Igp, dai tratti mediterranei. Sempre negli spazi della tenuta sono presenti numerose arnie, utili a produrre non solo un delicato millefiori, ma anche preparazioni dove il miele si fonde a zenzero, peperoncino e curcuma. Completa il tutto una significativa produzione di sottoli, tra cui citiamo i pomodori raccolti e pelati a mano, commercializzati con il marchio ’O Core Rosso.