La pianta del pistacchio non è autoctona, ma fu introdotta in Italia durante l’Impero Romano tra il 20 e il 30 d.C. a opera di Lucio Vitellio, governatore della Siria. In Sicilia arrivò grazie agli Arabi che ne diffusero la coltivazione, dando il via a una tradizione ben radicata che dura fino ai nostri giorni, dal momento che sull’isola si coltiva oltre l’80% dell’intera produzione italiana di pistacchio, diventato una delle principali risorse economiche del Catanese, come testimonia il riconoscimento della Dop ai pistacchi dei comuni di Bronte, Adrano e Biancavilla, identificabili dal simbolo del vulcano Etna che sovrasta tre pistacchi. Il successo di questo alimento deriva dal gusto e dall’aroma universalmente riconosciuti come unici.
L’azienda Sciara propone frutti interi, sgusciati, tritati o in granella; la crema di pistacchio senza latte, realizzata con tre soli ingredienti: pistacchi, olio extravergine e zucchero; il pesto di pistacchio; il torrone dove il pistacchio secco è avvolto dalla dolcezza del miele; il croccantino al pistacchio: piccole sfoglie fragranti di pistacchio tritato, zucchero e miele, e il panettone e la colomba al pistacchio, venduti con crema di pistacchio per una golosa farcitura. Ricordiamo, infine, i semilavorati per pasticcerie e gelaterie. Sciara – parola che in dialetto locale indica il terreno lavico dove cresce la migliore qualità di pistacchio – produce pure creme spalmabili e pesto a base di mandorla e di nocciola.