La cucina siciliana interpretata dallo chef Marco Baglieri si accompagna alla bella selezione di vini (anche a bicchiere) di Gian Marco Iannello

Noto (Sr) sta diventando una capitale del buon cibo. Ce ne siamo resi conto quest’estate dopo aver provato quattro locali davvero degni di nota: Dammuso (di cui parleremo più avanti), Vicari, Manna e questo Crocifisso, che ci ha dato un’esperienza di pienezza che non immaginavamo. Su tutti aleggia il confronto con Corrado Assenza, che tifa perché Noto abbia questo risultato. Lui guarda tutti dal basso, essendo in corso Vittorio Emanuele il mitico Caffè Sicilia.

Più in alto, invece, c’è il Crocifisso (via Principe Umberto, 48 - tel. 0931571151 - www.ristorantecrocifisso.it), che all’esterno ha l’aria di un’osteria, ma con tratti di eleganza ed essenzialità davvero unici. Lo chef è Marco Baglieri, mentre in sala, a servire i vini c’è il bravissimo Gian Marco Iannello, che dà soddisfazione con la scelta dei vini a bicchiere.

In testa al menu c’è la dedica ad Aurora, la figlia, angelo scomparso prematuramente che ha commosso tanti amici di Marco Baglieri, che si sono mobilitati per sostenere la ricerca in medicina, secondo il volere della famiglia. Questo locale è anche una storia di amicizia, di anime commosse, di gusto evocativo di qualcosa di infinito.

Il menu degustazione con 5 portate è appena a 50 euro. Piatti imperdibili saranno pane, panelle e gambero rosso con ricotta al limone e canasta (enorme) e poi la spatola alla beccafico con crema di finocchio e zafferano e polvere di agrumi. Ma scegliete anche l’arancino di melanzane o la triglia maggiore di scoglio.

Fra i primi spiccano gli spaghetti “chitarra” con le sarde; la lasagna broccoletti e salsiccia e un maestoso tortello con ombrina e ricotta, zucchine e topinambur, pomodorini confit. Da provare lo spaghettone pastificio Mancini con salsa al cipollotto brasato, limone verdello di Siracusa e polpa ai ricci di mare, oppure i fusilli cacio e pepe con ragù di agnello.

Imperdibile sarà il coniglio alla stimpirata con verdure in agrodolce e miele di zagara, oppure la superba ricciola alla Matalotta con pomodoro, cipolla, origano, capperi e olive nere. Altri piatti: il dentice “a cipuddata”, il filetto di tonno rosso in crosta di pistacchio, l’ombrina in crosta di pane e prezzemolo con zucchine in due cotture. Si chiude col cannolo di ricotta e gelato alla mandorla bruciata, oppure il tortino di pistacchi o la sua versione di Tiramisù. Bellissima sosta, piena di nostalgia.

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