Nata nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso, la Mortadella di Campotosto si distingue per la sua forma tipica, con un inserto centrale di lardo quadrato che la rende unica al taglio. Preparata con tagli magri e pregiati di suino, la mortadella di Campotosto acquisisce un aroma inconfondibile grazie alla stagionatura di tre mesi al vento di Tramontana, a 1.300 metri di altitudine. Conosciuta anche come 'coglioni di mulo' per la sua stagionatura in coppia, la Mortadella di Campotosto è un vero e proprio gioiello gastronomico, che racchiude il sapore autentico del territorio abruzzese.
Ugo Paolini è tornato da Roma a Campotosto per ricucire il rapporto con la sua montagna e fondare con Goffredo Pandolfi il salumificio Nonna ‘Ina che porta il nome della nonna di Goffredo, Venturina Ponzi, classe 1916, una delle prime donne a dedicarsi a questa produzione. Oggi oltre la produzione della mortadella di Campotosto, il salumificio è conosciuto anche per il guanciale, il salame schiacciato a pasta fine, la lonza di capocollo, l’assogna campotostara (ventricina) la pancetta tesa essiccata, condita con aromi naturali e affumicata con legno di quercia dei monti della Laga. Tra gli ultimi prodotti anche la coppa Otello.
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Ugo Paolini è tornato da Roma a Campotosto per ricucire il rapporto con la sua montagna e fondare con Goffredo Pandolfi il salumificio Nonna ‘Ina che porta il nome della nonna di Goffredo, Venturina Ponzi, classe 1916, una delle prime donne a dedicarsi a questa produzione. Oggi oltre la produzione della mortadella di Campotosto, il salumificio è conosciuto anche per il guanciale, il salame schiacciato a pasta fine, la lonza di capocollo, l’assogna campotostara (ventricina) la pancetta tesa essiccata, condita con aromi naturali e affumicata con legno di quercia dei monti della Laga. Tra gli ultimi prodotti anche la coppa Otello.
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