Maria Fittipaldi Menarini e le sue quattro figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina hanno messo a dimora 700 nuove viti creando Vigna Michelangelo, la prima vigna urbana moderna di Firenze

Sulle colline di Firenze, a pochi passi dalla cupola del Brunelleschi e dal giardino dell'Iris, si rinnova la storica vigna urbana, un progetto ambizioso che unisce tradizione, innovazione e passione per la terra.
panorama.jpgAd animare questo sogno è la famiglia Fittipaldi, guidata da Maria Fittipaldi Menarini e dalle sue quattro figlie: Carlotta, Giulia, Serena e Valentina. Ispirate dalle suggestive vigne urbane di Parigi, Milano, Venezia e Torino, hanno deciso di dare vita a questo progetto unico nel cuore del Rinascimento italiano.
 Maria con le figlie lungo il viale che da San Guido porta a Bolgheri copia.jpgMaria con le figlie lungo il viale che da San Guido porta a BolgheriLa scelta del nome "Vigna Michelangelo" non è casuale. Non solo si trova adiacente all'omonimo piazzale, ma rende omaggio al grande artista che possedeva una tenuta in Chianti, proprio vicino alla torre Nectar Dei, poi diventata Fattoria Nittardi.
Per Maria Fittipaldi, la vigna rappresenta anche un ritorno alle radici, un tributo alla memoria del padre Mario e all'infanzia trascorsa tra i filari.
Più di un semplice vigneto, la Vigna Michelangelo si configura come un vero e proprio "vigneto giardino".
foto con 700 barbatelle.jpgLe 700 viti, piantate a mano il 14 marzo 2024, si integrano armoniosamente con il paesaggio circostante, creando un'oasi verde che favorisce la biodiversità e la sostenibilità urbana. L'attenta selezione delle varietà viticole rispecchia la tradizione toscana più autentica. L'aspetto tecnico è seguito dall'agronomo Stefano Bartolomei e dall'enologo Emiliano Falsini.
gruppo.jpgTra le 700 barbatelle troviamo:
• 300 viti di Sangiovese, il vitigno principe della Toscana, con cloni selezionati per garantire la massima qualità.
• 150 viti di Canaiolo, un vitigno versatile che dona eleganza e leggerezza al Sangiovese.
• 100 viti di Foglia Tonda, un vitigno rustico che apporta robustezza e longevità al vino.
• 100 viti di Pugnitello, una varietà emergente in Toscana dai risultati promettenti.
• 50 viti di Colorino del Val d'Arno, un vitigno raro dalla buccia spessa e dal colore rosso intenso.

Giovedì 14 marzo, 50 personalità fra cui il sindaco Nardella e tanti giornalisti (c’era anche il nostro Paolo Massobrio) sono stati i titolari di una barbatella di Sangiovese che è stata piantata nella vigna che guarda Firenze. Il 20 marzo di ogni anno si ritroveranno in Villa per fare il punto sullo stato dell’arte (ovvero mangiare le prelibatezze toscane preparate da Maria e bere i vini di Bolgheri.) prima barbatella con il suo tutore messa a dimora il 14 marzo 2024 copia.jpgla prima barbatella con il suo tutore messa a dimora il 14 marzoLe viti della Vigna Michelangelo saranno curate con amore e dedizione, seguendo i principi dell'agricoltura biologica. La scelta della forma di allevamento ad alberello, la più antica e qualitativa, permetterà di ottenere uve eccellenti per la produzione di un vino unico e pregiato.
vini.jpgLe prime uve adatte alla vinificazione saranno pronte tra tre anni, ma il vero apice della qualità si raggiungerà solo dopo un lungo lavoro di affinamento. La prima vendemmia della Vigna Michelangelo è prevista per il 2027, con la produzione di circa 700 bottiglie destinate al mercato internazionale.
casa-vigneto.jpgOltre all'eccellenza del vino, la Vigna Michelangelo rappresenta un valore aggiunto per la città di Firenze. Come disse Andy Warhol: "Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare".
La Vigna Michelangelo incarna perfettamente questa filosofia, unendo bellezza, sostenibilità e la passione per il vino in un progetto che arricchirà il panorama fiorentino per le generazioni a venire.
paolo con barbatelle.jpg

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