Il libro di Bianca Rosa Gremmo Zumaglini dedicato al più antico rito piemontese, più che un ricettario, un dogma

La merenda sinoira è una tradizione squisitamente piemontese. Tutto passa da quell'aggettivo, sinoira, che apre all'indefinito, a quella fascia oraria in cui non si è mai in ritardo e non è nemmeno mai troppo presto. Quasi uno strappo a quella rigidità un po' sabauda che voleva tutto ordinato e tutto puntuale. Se esiste un parallelo, è con la miglior tradizione delle tapas spagnole, perché la merenda sinoira è anche e soprattutto convivialità. Quello che, appunto, in Spagna va sotto il nome di tapear.

 

Un altro elemento cardine della merenda sinoira era la sua non preparazione: "si fa con quel che c'è", si usava dire all'ospite delle "meno venti” (accezione cara a Giacomo Bologna). In realtà non è mai stato davvero così e questa affermazione, nella maggior parte dei casi, non era altro che la schermaglia che le cusiniere utilizzavano per poi portare in tavola una serie pressoché interminabile di appetizer e di antipastini, più o meno consistenti. Che la preparazione della merenda sinoira sia qualcosa di scientifico lo dimostra questo libro "Merenda sinoira" (Graphot) firmato da Bianca Rosa Gremmo Zumaglini o più semplicemente, per come la conoscono tutti da decenni, Bianca delle Conserve.

 

Il libro di Bianca non è un semplice libro di ricette, ma è molto più simile a quei quaderni che un tempo si tenevano in casa per appuntarsi dosi e tempi di cucina. Non ci sono immagini, l'impaginazione è semplice, quasi minimalista. Al centro però c'è quella scrittura rassicurante, che profuma di antico. Con tanti consigli, suggerimenti, ma anche battute legate agli antichi proverbi e la storia di alcune ricorrenze. C'è tanta saggezza che Bianca, classe 1926 (la data è corretta) ha accumulato nell'arco degli anni. Le ricette raccolte sono suddivise in tartine, spiedini, ciotoline (per le salse), cocottine, bocconcini al cucchiaio, frittate, insalate, primi e secondi piatti, dolci. Da preparare al momento o un paio di giorni prima. Gli spunti sono tanti: 100 ricette più o meno semplici, che nascono dai prodotti che si potrebbero trovare in un fornito mercato piemontese, con in più qualche piccola perla casearia (il Maccagno ad esempio). A voi la scelta del vino.

E non chiamatelo aperitivo (o, ancor peggio, happy hour).

Bianca_Motoko.jpgP.s. Nella foto, l’incontro di domenica 11 luglio del Club di Papillon del Biellese con Bianca, socia onorario del sodalizio, come pure Michelangelo Pistoletto. E poi le tre confetture che Bianca ha omaggiato a Paolo Massobrio, preparate coi prodotti di stagione, prima del convegno.

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