A differenza della maggior parte dei bulbi di altra provenienza, l’Aglio di Caraglio non dà problemi di digestione né di assimilazione. Una caratteristica dovuta probabilmente alla natura calcarea del terreno della zona, ora potenziata dal rigoroso disciplinare di produzione voluto dal Consorzio Volontario per la Tutela e la Valorizzazione dell’Aglio di Caraglio.

Tra le nuove realtà agricole caragliesi cresciute negli ultimi anni, particolare attenzione merita La Fattoria dell’Aglio, nata dall’intraprendenza di due giovani donne: Debora Garino, che del Consorzio è l’attuale presidente, e Sandra Arneodo.

Oltre a praticare, come da disciplinare, una coltivazione biologica che non utilizza concimi chimici né prodotti di sintesi, le due produttrici hanno saputo ricavare dall’aglio anche alcune imperdibili “chicche”. Ottima, per esempio, la Crema di Caraglio: uno spalmabile che ben si abbina a carne, pesce e formaggi, e curiosi i Petali di Caraglio: aglio secco dal profumo caratteristico ma meno pungente del prodotto fresco conservato in vasetti di vetro.
Ma la vera sorpresa è Eclisse: un aglio nero al gusto di liquirizia e prugne secche, frutto di un antico processo di fermentazione, considerato un vero e proprio toccasana per il suo elevato contenuto di fosforo, calcio e proteine. Da abbinare a un buon formaggio stagionato, come per esempio il Castelmagno, anche lui prodotto in zona, o semplicemente da succhiare come una caramella balsamica.
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