Il racconto di Gloria Amicone, alla sua prima esperienza a Golosaria Milano
Nel I atto della IV scena del Caligola di Albert Camus, il servo Elicone chiede al suo imperatore: «In cosa dunque posso aiutarti?» Caligola risponde: «Nell’impossibile».
È quasi un’esperienza mistica nonché deliziosa partecipare per la prima volta a Golosaria Milano, dove ogni anno presenziano espositori con eccellenze enogastronomiche da tutta Italia. La diciottesima edizione con a tema “La tradizione è innovazione”, mi ha dato l’impressione proprio di questo: “In cosa dunque posso aiutarti? Nell’impossibile”.
Perché mentre c’è un’Italia che ti ricorda che uno stabilimento come quello della Maserati viene venduto tramite un annuncio immobiliare, mentre c’è un’Italia che ti ricorda ciò che questo bel Paese perde o non riesce a costruire e mantenere, a Golosaria Milano c’è chi ti racconta una storia differente e impossibile.
Tante storie differenti e impossibili. Come quella di Ginevra Coppacchioli, 27 anni, e dell’azienda vinicola Coppacchioli Tattini fondata nel 2013 nel cuore del Parco dei Monti Sibillini “per onorare e valorizzare l’enologia del nostro territorio” e “per coltivare il terreno di montagna in modo ecosostenibile, favorendo la rinascita della cultura contadina nelle zone di montagna oggi abbandonate”. Una viticoltura eroica di montagna perché a mille metri sul livello del mare – vigneto più alto delle Marche e tra i più alti d’Italia - e per essere situata in un piccolo villaggio chiamato Cupi, frazione di Visso ed epicentro del terremoto del 2016.
Eroica perché grazie “alla passione, alla tradizione e ai sogni” è riuscita a non mollare nei momenti difficili come il terremoto e non molla seppure le condizioni microclimatiche non siano favorevoli. Eroica per l’affezione a un luogo e a una tradizione abbandonati, soprattutto dopo il terremoto, e a cui ha ridato vita con i suoi vini eroici come il Primo di Cupi e lo Chardonnay. “Il sogno è un’intuizione” è scritto su una delle sue etichette, con a fianco disegnato un uomo che appoggiato ad un cuore, a un amore per la propria terra, sembrerebbe aggrapparsi e prendere un sogno, una stella. Qualcosa di impossibile, che c’è.
E poi c’è la storia di Nicola, 30 anni e dell’amico Jonas 25 anni. Nicola da perito meccanico decide nel 2019 di dedicarsi completamente all’azienda dello zio Sergio, la distilleria trentina Amari Zucal Grappe. L’amico lo segue qualche anno dopo e da Nicola sta imparando tutto. “Senza la passione in campo erboristico che mi ha trasmesso mio zio fin da piccolo non avrei mai accettato” mi dice mentre mi fa assaggiare il loro 2116 London Dry Gin che ad ogni sorso ti dà veramente “la sensazione di una scalata verso la vetta”. Due giovani amici su per le cime e in laboratorio per un amore trasmesso ma anche per uno spirito di novità. Due amici su per le cime e in laboratorio per continuare a onorare un cammino nato nel 1981, per continuare a onorare una tradizione di odori e sapori impossibili, che ci sono.
Sono centinaia le persone deliziate, felici di girare e fermarsi dai 320 espositori. L’atmosfera che si respira è bella, è positiva. Tra le tante altre storie, di odori e sapori impossibili a Golosaria Milano c'è quella di Davide che a 52 anni ha deciso di lasciare il posto da dirigente amministrativo per aprire una gelateria artigianale a Monza “Gran Gelato Monza”, si dice la migliore in città.
E poi c’è il birrificio della Cascina Don Guanella, a Valmadrera, Lecco. Mi fermo impressionata dal bancone in legno intagliato da Afran Abiamba un artista di origini camerunensi con cui la cooperativa collabora. Manolo e Cinzia mi raccontano che Il birrificio è nato nel 2022 arricchendo così il progetto di agricoltura sociale di Cascina Don Guanella che, anche con il suo agriturismo, permette di formare e dare lavoro a minori e giovani in difficoltà che fanno parte delle loro comunità diurne. Sono 13 i ragazzi che in questo momento lavorano per questo progetto sociale.
Le mie due ultime soste sono “carto- fiabiche”. La prima è da Marco, figlio di Rosario Rubbettino che nel 1972 grazie alla passione per la carta stampata ha deciso di lasciare “il posto sicuro” per fondare un’industria tipografica e cartotecnica, la Rubbettino print. Un’industria che si trova a Soveria Mannelli, un paesino di 3000 abitanti in provincia di Catanzaro. Quando è diventata una vera e propria eccellenza manifatturiera, è stato chiesto alla famiglia Rubbettino se volesse spostarsi in una zona più industriale ma non ha accettato per l’amore e la consapevolezza di essere un importante riferimento sociale e culturale per il proprio territorio.
Il secondo è allo stand Aspettando una Gran Festa di Mammaoca dove c’è Mastro Lino, odontotecnico e artigiano, che costruisce casette e cattedrali di pan di zenzero per i bambini che vengono ad ascoltare le fiabe del nuovo libro di Annalena, Valeria e Raffaella, Aspettando Natale 2. Incantata da come Mastro Lino non trascuri nessun particolare, davanti alle vetrate di caramelle sciolte e a quei bambini che a bocca aperta stanno ascoltando Maria Rosa leggere una delle 25 storie di Natale, penso che sì in questo mondo che sembra dirci tutto il contrario, stiamo aspettando una Gran Festa, un impossibile che però già ora, Adesso, a Golosaria Milano c’è.