Una natura spettacolare con un'estesa rete di itinerari naturalistici, religiosi e culturali e le soste del gusto del Golosario

Il lupo, l’orso marsicano, il cervo, il camoscio d’Abruzzo, l’aquila reale, l’avvoltoio grifone, la coturnice e tanti altri animali. No, non è l'Arca di Noè, ma la fauna presente nell'unico Parco Regionale dell'Abruzzo, quello del Sirente Velino: circa 8.000 ettari di natura incontaminata che comprendono i territori del massiccio del Monte Velino e del Monte Sirente, e dei territori limitrofi come l'altopiano delle Rocche, i Piani di Pezza e parte della piana di Campo Felice.
monte-sirente-ok.jpgUna culla pressoché unica di biodiversità che contempla anche ben 1.570 specie di fiori sino a oggi censite, raggruppate in 516 geni e 102 famiglie. La vegetazione presente sulle pendici del Sirente è costituita in prevalenza da boschi di faggio lungo il versante nord che si estendono per circa 12 km da Gagliano Aterno fino all'Anatella nei pressi dell'Altopiano delle Rocche. Altra pianta rara che costituisce un relitto glaciale è la betulla, pianta nordica per eccellenza, presente sia nel Sirente che nel Velino. Mentre a quote più basse, al di sotto dei 1.500 mt, si trovano boschi misti di latifoglie con prevalenza di roverella e carpino nero e presenza di diverse specie di acero, di sorbo montano, cerro, oltre alle varie essenze del sottobosco come rosa selvatica, biancospini, prignoli, ginepri, ecc.
Lungo la valle dell'Aterno predomina la vegetazione di sponda con salici, pioppi, ed altri. Sulle praterie poste più in alto è presente il ginepro, la selseria appenninica, mentre sulle coltri detritiche dei brecciai spicca il bianco papavero alpino. Sulle praterie di Piano Canale si possono ammirare fioriture di genziane di specie diverse e una specie esclusiva del Sirente: il Geum heterocarpum. Abbondanti i frutti di bosco quali fragole, more, lamponi, ribes, uva spina. Da non dimenticare i funghi diffusi in tutto il Parco e in particolare, per il Sirente va sottolineata la presenza nei querceti termofili del tartufo nero che, in particolare per l'Alta valle dell'Aterno, rappresenta un'importante risorsa economica. Infine, lo zafferano, coltura tipica dell'area di Fagnano e Tione.
tartufo-ok.jpgUna sorta di Paradiso terrestre che ha anche un'estesa rete di itinerari naturalistici, religiosi e culturali, che offrono la possibilità di scoprire in un viaggio pacato e piacevole il territorio. Essi ci offrono l'opportunità di visitare tutti i punti di maggior interesse: dalle chiesette rurali che ci invitano alla pace ed alla serenità, al fascino del fiume Aterno di grande importanza naturalistica, alle superbe torri di avvistamento, ai pianori dove è possibile ripercorrere la storia secolare dell'uomo, agli incantevoli paesaggi di montagna.
verde-ok.jpgTra i percorsi naturalistici, citiamo quello dei Prati del Sirente (1.100 m). A nord della dorsale appenninica del Monte Sirente (2.348 m slm), si estende a 1.100 m di quota un piccolo altipiano. E' l'ampia distesa dei Prati del Sirente, una conca carsica di 3 Km situata al di sotto di ampie faggete che fanno da base alla montagna e che prospetta alla media Valle dell'Aterno e alla Valle Subequana. Dalla parete nord-est al fondovalle dell'Aterno, si susseguono, infatti, tre grandi ripiani: Piano di Canale (1.350 m); duecento metri più a valle, la conca dei Prati del Sirente, con il tipico laghetto carsico; più in basso, le Piane di Iano, ai cui margini sorgono le Pagliare. Siamo nell'area morfologica del sistema degli altopiani: piccole pianure delimitate da rilievi montuosi e collegate tra loro da piccole incisioni vallive, caratterizzate dalla presenza di antichi laghetti nelle cui acque si specchiavano le vette del Monte Sirente e del Monte Velino. Un ambiente di alta quota dove la pastorizia e il bosco sono stati a lungo le uniche attività per chi vi abitava e dove, ancora oggi, il bestiame pascola indisturbato nell'ampia distesa, abbeverandosi al laghetto nei mesi estivi e spostandosi nel "Fontanile" (1.136 m) nei periodi di siccità. Incastonato nell'altopiano carsico, si trova poi un laghetto di forma leggermente ellittica, localizzabile quasi all'estremo nord-ovest della piana, a circa 350 m dalla strada che collega Secinaro a Rocca di Mezzo. Ritenuto da sempre prodotto della natura carsica del territorio, un'interessante ipotesi scientifica ne rivendicherebbe l'origine meteoritica.
laghetto-sirente-ok.jpgE poi quello delle Grotte di Stiffe (695 m). Risorsa naturale tra le più spettacolari del Parco Regionale Sirente-Velino e dell'intera provincia aquilana, le Grotte di Stiffe si trovano a 21 km dal capoluogo aquilano, sull'arteria 261 denominata "Subequana", che da San Demetrio Vestini conduce a Fontecchio. Esempio notevole di carsismo sotterraneo, le Grotte di Stiffe presentano una caratteristica particolare, che ne fa un unicum in Italia: si possono definire, infatti, tecnicamente una "risorgenza attiva", attraversate cioè da un fiume sotterraneo che accompagna il visitatore lungo i 700 metri di lunghezza della grotta e i 695 di altezza, e che fuoriesce dalla cavità. Nel caso di Stiffe, è l'Altopiano delle Rocche a fornire le acque, che raccolte in una rete di canali, finiscono poi con l'inabissarsi negli inghiottitoi di Rocca di Cambio-Terranera, di cui il principale è Pozzo Caldaio, situato ad oltre 2.600 metri dall'imboccatura della cavità. Il torrente sotterraneo forma poi, all'interno della cavità, rapide e cascate spettacolari, cui si aggiungono le imponenti concrezioni, stalattiti e stalagmiti, che adornano il tragitto per arrivare alla "sala della cascata", la "sala delle concrezioni" e quella del "lago nero". Divenuto nel 1991 vero complesso turistico, esso comprende, oltre alle Grotte, anche un museo di speleologia, insieme a centri funzionali per le visite come punti di ristoro, aree pic nic e camper, punti vendita per souvenir e giochi per bambini.
grotte-stiffe-ok.jpgL'itinerario culturale e religioso più significativo del parco, abbraccia invece il borgo di Pescina
pescina-ok.jpgIl centro storico è tipicamente medievale, disseminato di chiese, edifici civili e monumenti di grande pregio. Simboli più rappresentativi di Pescina e Venere sono senza dubbio le antiche torri medievali.
torre-ok.jpgSul centro abitato di Pescina, al di sotto delle mura pelasgiche, dominano i resti del castello, con l'imponente torre ancora ben conservata e ben visibile dall'autostrada A25 Roma-Pescara. Si tratta dei resti del castello appartenente ad Ugone del Balzo col nome di "Rocca Vecchia", detto poi "Piccolomini" dalla famiglia che a lungo governò queste terre. Un'altra torre d'avvistamento, ergendosi nella frazione Venere, ne sovrasta il centro abitato. La torre risale al XIII secolo, quando era parte di un sistema di torri di controllo sparse lungo le sponde del lago Fucino. Importanti edifici civili nel cuore del Centro Storico sono Palazzo Palladini, oggi di proprietà comunale ed utilizzato spesso come spazio espositivo, Palazzo Guglielmi, Palazzo Biondi, Palazzo Di Muzio, Palazzo Malvezzi. Numerose le antiche abitazioni che riportano stemmi di antiche casate locali anche nell'attuale centro Città. Tra le altre opere si ricordano i monumenti ai caduti di Pescina e Venere, la Statua dell'Alpino ai piedi della Torre Piccolomini, opera dello scultore Vittorio Pollio e numerose antiche fontane. 

Un'altra parte suggestiva di Pescina è costituita dalle numerose chiese che ne hanno caratterizzato la storia arricchendola di cultura e spiritualità.
La Chiesa di Sant'Antonio esisteva già nel 1200, come Santa Maria dell'Annunziata. San Francesco d'Assisi nel 1225 soggiornò nella località per circa quattro mesi e fece costruire il convento accanto alla chiesa, che fu ampliata e in seguito dedicata al Santo. Successivamente fu dedicata a S. Antonio da Padova. La parte superiore della facciata è di stile rinascimentale e i lavori furono eseguiti negli anni 1640-48 sotto la direzione dell'architetto Giovanni Artusi Canale, detto il Piscina (n. 1609 - m.1676) che lavorò anche al colonnato di San Pietro come discepolo del Bernini; vi lavorarono successivamente anche altri artisti. Negli anni 1863-72, il convento fu soppresso. La Chiesa è tuttora frequentata per il culto e amministrata e curata dalla confraternita di S. Antonio da Padova.

Altro luogo di culto di cui Pescina va fiera è il Duomo di Santa Maria delle Grazie, unica chiesa nella Marsica ad avere il titolo di Concattedrale dei Marsi. I lavori di costruzione iniziarono verso la fine del 1500 ed andarono avanti fino al 1800. La Chiesa di Santa Maria del Carmine, sita sulla strada centrale di Venere - via Monte Carmelo, è stata ristrutturata negli anni Novanta in seguito a un incendio; è una struttura a tre navate che ha al suo interno l'antico altare della Chiesa preesistente unitamente ad ornamenti e fregi di epoca recente.
santa-maria-grazie-ok.jpgPiù suggestivo il Santuario della Madonna del Consiglio, meta di numerosi pellegrinaggi, che si erge sulla montagna di Venere, a pochi passi dalla torre medievale offrendo un suggestivo panorama sulla Piana del Fucino. Il Santuario sorge nel luogo ove i Marsi edificarono il tempo alla Venere Mirtea.

Tra i luoghi del gusto, proprio in fraz. Venere di Pescina, troviamo Colt.Or, una cooperativa di produttori di ortaggi a filiera corta e garantita, che coltiva e commercializza carote fresche, ma anche patate, zucchine, zucca, finocchio, sedano, cipolla, peperone, verza fino al soffritto. Sono leader del settore della “quarta gamma”, che comprende le verdure e gli ortofrutticoli freschi che, dopo la raccolta, sono sottoposti a processi tecnologici di minima entità. Parliamo quindi di ortofrutta fresca, lavata e confezionata e pronta al consumo. 

Sempre all'interno del Parco, a Fagnano Alto (S.P. Ripa-Opi, 1, tel.086286168; 3890522863), eccoci invece nell'azienda agricola Silvia Rosa che lavora lo zafferano che, da oltre 5 secoli, si coltiva sulle montagne abruzzesi tra i 750 e i 1.000 metri di altitudine. Dai fiori raccolti nel mese di ottobre, all’alba, quando sono ancora chiusi, vengono estratti solo i tre pistilli rossi al centro, che sono poi tostati su un setaccio posto nel camino, vicino al fuoco di legna di mandorlo o quercia. Per ottenere un grammo di zafferano occorrono circa 170 fiori di crocus sativus. L’azienda lo propone in stimmi, confezionati in vasi di vetro o di ceramica dipinta a mano o nella versione macinata a mano con mortai di ceramica. 
zafferano-silviarosa.jpgA Lucoli, quasi ai margini del Parco, una bella realtà simbolo di una delle più antiche attività del luogo, la pastorizia. E' il Caseificio Campo Felice (via dell'Aquila, 16, tel. 086273100; 3939967940) della famiglia Di Carlo. Qui si lavora il latte e lo si trasforma in tanti prodotti caseari, tra cui pecorini e pecorini extra con 15 mesi di stagionatura, ricotta e caciotta di pecora. Dal latte vaccino filato, seguendo il metodo artigianale del bastone di faggio, ricava invece mozzarelle, caciocavalli, scamorze e caciotte (imperdibile quella dolce stracchinata, anche con cipolla di Tropea). Ci sono poi il burro alla curcuma e gli erborinati, ma anche salumi locali, salse e conserve, mieli, dolciumi, vini e birre artigianali. I prodotti si possono acquistare direttamente in azienda, alla “Casetta” in piana Campo Felice (dove si possono degustare in taglieri o panini insieme a salumi abruzzesi e vino), oppure a L’Aquila, al numero 20 di via Pellegrini, nello storico punto vendita. 
campo-felice-ok.jpgAd Ocre, antichissimo borgo il cui castello è stato danneggiato dal terremoto, troviamo invece una pasticceria che propone i dolci artigianali della tradizione, lavorati quasi esclusivamente a mano, alle mandorle e alle nocciole, in gran parte senza farina e grassi aggiunti: ecco la specialità dell’azienda di Mariano Calvisi e della moglie Maria Teresa, titolari di Dolci Aveja (loc. Cavalletto - via del Mulino, 10, tel.086267423; 086267333). A questi, negli anni si sono aggiunti il torrone tenero alle nocciole tipico aquilano, il torrone bianco morbido alle mandorle e la lavorazione del cioccolato. Meritano anche i liquori e infusi.
torrone-aveja-ok.jpgDue i consigli per pranzare o per cenare in assoluto relax. Il primo è a una ventina di chilometri da Pescina, ed è il luogo ideale per una full immersion nelle più antiche tradizioni locali, che ruotano attorno alla pastorizia e in particolare alla pecora Sopravvissana. Il Bioagriturismo la Porta dei Parchi (Anversa degli Abruzzi, loc. Fonte di Curzio, tel. 086449595) è un caloroso albergo diffuso e offre anche un ristoro agrituristico che porta in tavola i latticini di produzione aziendale e i piatti semplici della cucina tradizionale. Piatti imperdibili: taccozzi con ricotta, verdura e zafferano; sugo di cinghiale in bianco; pasta con verdure; bistecca del pastore; agnello, capretto e stracotto di pecora. Sbriciolata ricotta e cioccolato. Prezzi medi: Antipasti 8; Primi piatti 10; Secondi piatti 12; Dolci 3 Menu Formaggi e Salumi del Territorio (con ortaggi, frutta e 1/4 di vino) a 10 euro. 
porta-parchi-ok.jpgAndiamo infine nel capoluogo per conoscere uno splendido relais di campagna moderno con ampi spazi verdi e anche un maneggio. Il Magione Papale Gourmet (L'Aquila, via Porta Napoli, 6/7, tel. 0862404426) sarà una vera esperienza anche culinaria, grazie allo chef William Zonfa, la cui cucina si può assaggiare all’interno dell’elegante ristorante, con pochi coperti che favoriscono l’intimità. Ma anche la sosta più informale al Salone dei Granai è convincente. Si beve benissimo. Piatti imperdibili: crema di ricotta di pecora patate e rape; parmigiana di melanzane; spaghetto freddo con crema di cicale di mare zafferano lime e pepe rosa; crema di ceci con castagne e porcini; castratissimo. Olio di oliva, yogurt e pompelmo rosa. Prezzi medi: Antipasti 20; Primi piatti 15; Secondi piatti 25; Dolci 15. Menu Degustazione a 60 euro (4 portate), a 95 euro (8 portate).

Foto: http://www.parcosirentevelino.it

ilGolosario 2024

DI PAOLO MASSOBRIO

Guida alle cose buone d'Italia

ilGolosario Ristoranti 2024

DI GATTI e MASSOBRIO

Guida ai ristoranti d'Italia