Sulle pagine di Avvenire Paolo Massobrio propone di creare un Osservatorio permanente sulla cucina italiana

Oggi su Avvenire Paolo Massobrio riflette sulle attuali difficoltà dell’alta cucina. Dopo l’annuncio della chiusura del Noma di Copenaghen, è arrivata la notizia che lo chef tristellato altoatesino Norbert Niederkofler a fine marzo chiuderà il suo St. Hubertus di San Cassiano, mentre lo chef siciliano Filippo La Mantia annuncia che lascia le cucine del Mercato Centrale di Milano.

Eppure non si possono liquidare queste notizie come semplici fatti di cronaca, perché questi chef hanno fatto scuola e oggi sono tanti i cuochi di valore che animano piccoli centri in luoghi lontani dalle rotte del turismo. Come Michele Lazzarini, che era il secondo in cucina al St. Hubertus, e che oggi ritroviamo nell’agriturismo di Contrada Bricconi, in una valle bergamasca, e come Mirko Guerrini che, dopo quattro anni con Vito Mollica, oggi è al Bistrot Al 5 di Fiesole.

Pertanto l’appello di Paolo Massobrio è di salvaguardare il sapere dei grandi chef creando un Osservatorio permanente sulla cucina italiana che potrebbe coinvolgere tre ministeri: sovranità alimentare, turismo e sviluppo economico.

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