Dalla cantina di Lessona, un Gattinara e un Bramaterra che conquistano per autenticità e classe
Nonno Gervasio quando era tempo di vendemmia, faceva sì che i nipoti potessero provare il divertimento di pigiare l’uva nei tini, con i piedi. Quasi fosse un gioco.
Gli esordi, con un investimento che si è concretizzato con l’acquisto di piccoli appezzamenti vitati sulle colline di Gattinara (Vc), Casa del Bosco e Sostegno (Bi) con l’obiettivo di produrre grandi vini rossi a denominazione, come Gattinara, Bramaterra, e Coste della Sesia.
Siamo nell’Alto Piemonte, area compresa tra il bacino del fiume Po e l’arco alpino comprendente la provincia alta di Torino, le province di Biella, Vercelli, Novara e il Verbano Cusio Ossola.
Il territorio, forte di un passato vitivinicolo glorioso, dopo la Seconda Guerra Mondiale, per decenni, in verità, ha goduto di ottima fama per il valore delle sue realtà industriali e commerciali, in particolare per l’eccellenza dei settori tessile e metalmeccanico, più che per i frutti dei lavori dei campi. Motivo, l’abbandono delle campagne per abbracciare le diverse attività offerte dalle industrie. Proprio la consapevolezza del potenziale qualitativo di queste terre, ciò che ha spinto i Fabris a impegnarsi in queste province piemontesi, accettando la sfida di provare a rinverdire il passato ricco di successi, certi che i rossi di queste colline potessero viaggiare a testa alta vicino ai famosi “cugini” del cuneese Barolo e Barbaresco. Ora. Detto che la realtà vitivinicola alto-piemontese si caratterizza per ricchezza e frammentazione delle sue sottozone sia a livello climatico sia a livello geologico. A unire nella diversità, tuttavia, il formidabile duo formato da suolo a reazione acida e sua maestà il vitigno nebbiolo, localmente conosciuto come “spanna”, presente da secoli su queste colline, e affiancato da alcune varietà storiche ed autoctone a bacca rossa come “vespolina” o “ughetta di Ghemme”, “uva rara” o “bonarda di Gattinara”, “croatina” o “spannibièu”. E come quell’antica varietà a bacca bianca che è l’“erbaluce” detto anche “greco novarese”.
Il clima è caratterizzato da precipitazioni prevalentemente in primavera e autunno, inverni freddi, estati calde e umide rinfrescate dalle correnti del vicino arco alpino su cui svetta il Monte Rosa.
Alla guida oggi c’è il nipote di nonno Gervasio, Marco Fabris, che condivide la cura dei tre ettari di vigneti, con il suo amico fraterno Pietro Mascazzini. L’affinamento dei vini avviene nel locale interrato utilizzando tonneaux di rovere francese di secondo passaggio e botti da 26 hl di rovere austriaco, una scelta che mira a esaltare la tracciabilità, il terroir e il carattere tipico dell’Alto Piemonte.
Autentica rivelazione, anche a motivo dell’eccellente rapporto qualità – prezzo, il Coste della Sesia Nebbiolo DOC Sandrin 2019. Di colore granato, tenue, ha profumi di notevole finezza e tipicità di viola, marasca, spezie, con un sorso che si distende dinamico e di grande piacevolezza, rivelandosi espressione del territorio molto godibile, pur conservando l’austerità tipica delle versioni subalpine dei nebbioli. Se ne beve e ribeve. A tutto pasto.
Ultimo ma non ultimo, è vero fuoriclasse il Gattinara Docg Timoteo 2018. Dedicato al primogenito della famiglia Fabris, e prodotto da uve nebbiolo in purezza, di vigne di circa 40 anni di una piccola parcella dell’area collinare di Gattinara (Vc) in un’area di produzione storica chiamata “Galizia”. Nel bicchiere si presenta con una veste di un bellissimo colore granato tenue, con una tinta che per tipicità può definirsi didattica. Al naso emoziona per la sua eleganza e la sua complessità, dove le note floreali di viola si alternano a quelle fruttate di marasca e arancia rossa sanguinella, per poi lasciare spazio alla trama speziata ed al suo timbro ferroso caratteristico dato dal suolo, ricco di scheletro, composto da sedimenti rocciosi di origine vulcanica, come quarzi e porfidi. Mentre in bocca affascina per il suo sorso aristocratico, che evoca la liquirizia, e per le sue sensazioni balsamiche e rinfrescanti di mentolo e anice stellato che rendono la beva dinamica. Dice, infine, della sua stoffa nebbiolesca di razza, il finale, di persistenza infinita. Fa matrimonio d’amore con risotto al Gattinara, carni rosse e cacciagione, formaggi stagionati. Grande vino! Di questa cantina si sentirà parlare!
Gaggiano s.r.l. Società Agricola
Via IV Novembre, 89
Lessona (BI)
Tel. 3280380922