Un piccolo vademecum per scegliere bene la frutta e la verdura che portiamo sulle nostre tavole ogni giorno

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dice che per mantenersi in forma bisogna mangiare ogni giorno almeno 5 porzioni tra frutta e verdura. Assumere questo quantitativo, pari a circa 400 grammi, assicura di raggiungere il fabbisogno giornaliero di fibre e riduce il rischio di malattie cardiache, ictus e diabete.

Quando si parla di frutta e verdura conviene acquistare prodotti di stagione, che non hanno bisogno di interventi chimici per maturare, ma lo fanno seguendo il corso della natura, garantendo prodotti più gustosi e anche più ricchi di vitamine, sali minerali e fitonutrienti. Comprare prodotti di stagione inoltre è una scelta responsabile e sostenibile.

Per essere certi di ciò che acquistiamo bisogna sapere decodificare le etichette che ormai riportano indicazioni precise.
Le diciture si trovano dappertutto: nelle ceste usate per l’esposizione, nelle vaschette di polistirolo, sui cartellini e anche nei sacchetti a rete e riguardano la categoria, la varietà e la provenienza, mentre il calibro è facoltativo.
La scritta più importante è il nome del produttore affiancato dall’indirizzo e dal nome dello Stato che permette di risalire facilmente all’origine. L’informazione è importante perché oggi la frutta arriva da tutte le parti del mondo. I kiwi dell’Emilia Romagna si alternano a quelli della Nuova Zelanda, le mele dal Trentino a quelle cilene, le arance siciliane a quelle spagnole, che però in primavera lasciano il posto alle partite del Sud-Africa.
La seconda scritta da osservare è la varietà, per imparare a distinguere una mela Golden da una Renetta e scoprire nuovi tipi di frutta.
supermercato.jpgIl calibro gioca un ruolo decisivo sul prezzo perché più la frutta è grande più lievita il listino anche se non esiste una correlazione diretta tra dimensione e qualità.
L’altro fattore decisivo è la categoria. La frutta senza difetti con un colore irresistibile e una forma perfetta è classificata di 1° categoria e costa di più anche se magari non è più saporita rispetto alla 2° categoria.
C’è poi la questione dei marchi e dei bollini. Il marchio DOP (Denominazione d’Origine Protetta) e quello IGP (Indicazione Geografica Protetta) si trovano sugli ortofrutticoli provenienti da zone dedicate. Tra i nomi più noti ricordiamo per esempio il Pomodoro di San Marzano, la Nocciola del Piemonte, l’Arancia rossa di Sicilia, la Ciliegia di Marostica... La frutta e la verdura biologica coltivate senza pesticidi hanno un bollino specifico. Oltre a questi marchietti molte aziende agricole e/o consorzi utilizzano marchi adesivi che appiccicano sulla frutta.
mercato.jpgSaper decodificare le scritte è importante ma alla fine rimane sempre il grosso interrogativo sul sapore. Le norme europee non considerano l’aspetto organolettico. Forse per questo motivo, quando si acquista nelle bancarelle non basta capire le etichette ma conviene sempre assaggiare la merce prima dell’acquisto.

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