La storia e i vini di Piero Lugano raccontati nell'ultimo libro scritto da Paolo Massobrio

È stato un pubblico da grandi occasioni quello che venerdì ha raggiunto la cantina Bisson, a Sestri Levante, per assistere alla presentazione del libro di Paolo Massobrio dal titolo “Il Signore degli Abissi. Piero Lugano e la Cantina Bisson in fondo al mare” (300 pagine - 23 €), edito da Comunica Edizioni e tradotto in doppia lingua.
bisson-con_paolo_dietro.jpgL’incontro, moderato dallo stesso Massobrio, ha avuto la forma di un dialogo accorato in cui Massobrio e lo stesso Lugano hanno ripercorso le tappe che hanno portato alla stesura del libro, portando diversi aneddoti che hanno coinvolto anche alcuni degli amici più stretti di Piero, presenti in sala e intervenuti per fissare il momento ognuno regalando il proprio contributo. Fra questi sono intervenuti Piero Sattanino, già campione mondiale dei sommelier, Sergio Circella, oste della Brinca di Nè e tanti altri.bisson-pubblico.jpg

IL SIGNORE DEGLI ABISSI

La vigna e il mare. Sono i due poli che guidano la vita di Piero Lugano, viticolture ligure, famoso per il suo vino Abissi, spumante metodo classico affinato a 60 metri in fondo al mare. “Il Signore degli Abissi” rappresenta una preziosa monografia nella quale Piero Lugano si racconta fra aneddoti e immagini (le foto sono di Alessandro Ricci e Studio Due, che ha curato anche progetto grafico, copertina e impaginazione), storie di famiglia e di un'Italia che rinasce dopo la ferita della guerra.

Dai primi anni di questo geniale uomo del vino, nato nelle Langhe, ma presto trasferitosi a Zoagli, in Liguria, dove sperimenta fin da piccolissimo l'attrazione per il mare e lo sport. Alle avventure di professore tra Sardegna e Veneto, dove conosce la donna della sua vita, Wally Bisson, con cui apre, nel 1978, l'Enoteca Bisson. Dopo la sua prematura scomparsa, Piero Lugano coltiva con ancora più vigore il grande sogno che caratterizzerà gli anni a venire: l'affinamento nelle profondità marine di uno spumante Metodo Classico ottenuto da sole uve autoctone liguri, come la bianchetta, il vermentino e il raro çimixà.
bisson-cantina.jpgNella seconda parte, il volume racconta nei dettagli questo sogno trasformato in realtà: come è nata l'idea, le difficoltà tecniche e burocratiche, i grandi risultati ottenuti con questo spumante che ha portato il nome di Piero Lugano in tutto il mondo. Un vino profondamente ligure e che, di fatto, ha codificato un nuovo metodo di affinamento, mai sperimentato prima.

Dopo un’intervista alla figlia Marta, raccolta da Alessandro Ricci e gli interventi degli amici e conoscenti che hanno reso possibile e supportato questa avventura (il ristoratore Sergio Circella della Brinca di Ne; Luca Fontana, già Direttore Generale Regione Liguria; Franco Macchiavello, già ispettore del Servizio repressione frodi del Ministero dell'Agricoltura; l'enologo Enzo Michelet; il distributore di vini Pietro Pellegrini; il giornalista Virgilio Pronzati; il presidente onorario ASPI Piero Sattanino; Pino Sola, sommelier e titolare dell'Enoteca Sola e Giovanni Toti, presidente Regione Liguria), il libro raccoglie le schede di degustazione di tutti i vini della Cantina Bisson, che evidenziano come questa realtà non si possa limitare esclusivamente al suo più grande successo.
bisson-alessandro.jpgTra i vini, infatti, spicca una forte propensione alla valorizzazione dei vitigni liguri (vermentino, bianchetta e çimixà tra i bianchi; granaccia e ciliegiolo tra i rossi) declinati in vini espressivi e distintivi di un terroir, così come l'amore di Piero Lugano per i vini passiti, di cui produce ben sei etichette.

Il libro si chiude con una lunga intervista di Paolo Massobrio a Piero Lugano, che raccoglie confidenze e riflessioni che tratteggiano a tutto tondo la figura di un uomo sensibile e inventivo, dai forti valori umani.
bisson-dialogo.jpg“Alla fine di questo lavoro, io credo di aver messo nero su bianco la sceneggiatura di un film, fatta di colpi di scena, di capacità di osare come se non ci fosse limite, di amore – scrive nella prefazione Paolo Massobrio -. Lasciatemela scrivere questa parola, protagonista della storia: amore di figlio, di marito, di padre, di amico, di artigiano che modella una materia capace di restituire quella felicità agli uomini che si chiama vino”.

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