La 'nduja nasce come prodotto povero, realizzato con gli scarti del maiale, fino ad arrivare alla prelibatezza che conosciamo oggi, ricavata utilizzando le parti più nobili del suino, impastate con sale e peperoncino e insaccate in budello naturale. Diffusa in tutta la Calabria e celebre in tutto il resto d'Italia, l’origine di questo caratteristico salume è l’altopiano del Poro, con Spilinga capitale. Dall’inconfondibile colore rosso acceso e sapore piccante grazie alla presenza del peperoncino, deve il suo successo, oltre all'inconfondibile sapore, anche alla sua versatilità: è morbida da poter essere spalmata sulla fetta di pane ma risulta perfetta anche come condimento di pizza e pasta.
A Calimera Calabra i fratelli Salvatore e Felice Pugliese, provengono da una famiglia che, dagli anni Trenta, lavora nella produzione di salumi tipici. Per la ‘nduja utilizzano lardo in modica quantità, pancetta e guanciale tagliuzzati molto finemente, poi sale e peperoncino coltivato sui terreni di proprietà, il tutto insaccato in budello naturale e lasciato stagionare. Ne hanno tre versioni: crespone muletta (più grande) e in vaso di vetro. Tra le loro specialità ricordiamo anche: lo ’ndujotto, più dolce e aromatico della ‘nduja tradizionale; i diavoletti, salsicciotti al peperoncino ottenuti a punta di coltello; la bombetta, prodotta con maggiore quantità di peperoncino; la ’nduja cotichella, realizzata con ‘nduja e pezzettini di cotica di maiale, ottima nel sugo per condire la pasta e il filonzo, un salume più magro e delicato, che viene trattato in salamoia per qualche giorno e poi con il vino rosso.