Tra Alba e il Monferrato, mille motivi per un itinerario di gusto e cultura

Conclusa la stagione del tartufo, in Piemonte c’è ancora un mondo di prodotti e piatti da scoprire godendo di bellezze artistiche e architettoniche, eventi culturali, paesaggio e proposte outdoor.

Langhe e Monferrato Casalese e Alessandrino sono le tappe del primo percorso suggerito, e per questa nuova serie di itinerari di “Eccellenze del Piemonte in vetrina” partiamo da Alba, approfittando anche del ricco calendario che fino a marzo 2023 celebra il centenario della nascita dello scrittore partigiano albese Beppe Fenoglio che offre spunti suggestivi per passeggiate naturalistiche lungo i sentieri collinari e i luoghi cari allo scrittore, oltre che rappresentazioni teatrali e cinematografiche ispirate alle sue opere. Ma la capitale delle Langhe, non dimentichiamolo, è Città Creativa per la Gastronomia UNESCO dal 2017, riconoscimento che rafforza la vocazione internazionale di un patrimonio culturale enogastronomico di tutto il territorio di Langhe Monferrato e Roero e che fa della città e delle sue colline una meta per buongustai di tutto il mondo, tra i vini d’eccellenza e l’uso sapiente del pregiato Tartufo bianco d’Alba, autentico ambasciatore nobile dell’albesità nel mondo. La cucina locale, i ristoranti gourmet e le piccole osterie costituiscono così la più tradizionale attrazione di questo territorio: carne cruda battuta al coltello, vitello tonnato, gli storici agnolotti al plin, conditi al sugo di carne o di arrosto e i rinomati tajarin, realizzati unendo farina e tuorli d’uovo.
vitello tonnato.jpgIl vitello tonnatoI dolci tipici, come la torta di nocciole, il torrone e l’immancabile bonèt, budino di antichissima tradizione a base di uova, zucchero, latte, cacao, liquore e amaretti secchi. E tutto ciò accompagnato da una delle proposte che formano quell’immenso patrimonio vitivinicolo di queste terre: la Langa del Barolo e le colline del Barbaresco. Un patrimonio da gustare passeggiando tra le architetture medievali e barocche, tra chiese, torri e palazzi, percorsi sotterranei alla scoperta delle vestigia romane ed eventi come La Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba, la stagione del Teatro Sociale G. Busca con la sua doppia sala e il palco a 360°, le mostre d’arte della Fondazione Ferrero, le installazioni di arte contemporanea, la programmazione musicale, i lavori degli artisti locali e, volendo guardare al territorio, il celebre festival agrirock Collisioni nella vicina Barolo.
botti.jpgLe cantine con le bottiRestando in quel contesto di rara bellezza e cultura che è il sito Unesco di Langhe Monferrato e Roero (Langhe Roero e Monferrato) raggiungiamo la città di Casale Monferrato per andare alla scoperta delle sue eccellenze.
Tappa d’obbligo, la storica sinagoga costruita nel 1595, uno dei migliori esempi di sinagoga barocca piemontese. Nei locali di accesso al matroneo è stato sistemato al primo piano un museo che custodisce reperti di particolare pregio e al secondo la biblioteca conserva antichi manoscritti e libri di preghiera.
sinagoga.jpgLa sinagoga di Casale MonferratoDa vedere anche la Torre Civica, la Cattedrale di Sant’Evasio e il Teatro Municipale, costruito a partire dal 1785 su disegno dell'abate spoletino Agostino Vitoli. Poco lontano, si sente dal profumo, ha sede ancora oggi il laboratorio di produzione fondato nel 1878 dei famosi Krumiri di Casale Monferrato, gloria della pasticceria italiana e prodotto agroalimentare tradizionale piemontese, nati probabilmente in ricordo di Vittorio Emanuele II, morto quell'anno, con la tipica forma rassomigliante ai suoi baffi.krumiri.jpgI Krumiri di Casale MonferratoDi questa zona sono famosi gli agnolotti De.co, realizzati con polpa di manzo, vitello, prosciutto cotto, cavolo, uova, vino bianco, sedano, carota e cipolla. Ma si possono degustare altre specialità quali la muletta, insaccato tipico monferrino, la cugnà, mostarda d'uva prodotta con il mosto dell'uva a cui si aggiungono i frutti di stagione, soggetta a lenta cottura; il bagnetto verde a base di prezzemolo, aglio, mollica di pane, olio, aceto e sale. E poi ancora il riso, i formaggi, il miele, le nocciole della qualità Tonda Gentile, la cui produzione in alcuni luoghi ha sostituito in parte quella della vite, le marmellate, i succhi di frutti e molto altro.
tajarin-ragu.jpgI Tajarin al ragùAd Alessandria, il nostro tour può approfittare della mostra “Alessandria. Il Novecento, da Pellizza a Carrà una storia di artisti”, allestita a Palazzo del Monferrato fino al 1° maggio; in questa sede è anche allestito il museo Alessandria Città delle Biciclette (AcdB), omaggio al primario ruolo che la città e l’Alessandrino hanno rivestito nella storia del ciclismo italiano. Da visitare, anche la celebre Cittadella Militare, uno dei più grandiosi monumenti europei di fortificazione permanente del XVIII secolo; e a venti minuti d’auto il complesso monumentale del convento di Santa Croce e Ognissanti di Bosco Marengo, realizzato per volontà di papa Pio V nella seconda metà del sec. XVI nel suo paese natale.
Ad Alessandria vive un’antica tradizione testimoniata dalle pasticcerie cittadine che traboccano di mignon, torte tradizionali, come la Tartufata, i prodotti a marchio di storici artigiani come la Polenta di Marengo, i Baci di Gallina, i Mandrugnin, i Meardini al Rhum, gli Amaretti Marelli, i baci di dama di Tortona e di Novi, le creme di cioccolato come la Giacometta, dal nome della compagna della maschera Gianduia. Il comprensorio alessandrino regala poi altre eccellenze come il pregiato tartufo, i profumatissimi funghi e una grande varietà e qualità di formaggi e salumi: prodotto unico è il Montebore, antichissimo formaggio dalla forma di piccola torta nuziale, e il filetto baciato di Ponzone, prodotto unico del suo genere in Italia, entrambi presidi Slowfood. Grande risalto, infine alle eccellenze vitivinicole come la Barbera e il Grignolino sul versante del Monferrato alessandrino, e Timorasso, Gavi, e Brachetto d’Acqui DOCG in quello a sud della provincia. In cucina, tipici di Alessandria sono i gnocchetti di verdure e formaggio, bolliti dopo esser stati fatti "rabatare" (rotolare) nella farina, da cui il nome di rabatòn
Rabaton.jpgI rabatòn alessandriniper arrivare ai corzetti di Novi, “monete” di pasta decorata con timbri, anticamente usata per minestre. Numerosi altri i piatti ricchi di storia, come il pollo alla Marengo, la cui ricetta risale all'epoca napoleonica, i bolliti misti conditi con le tre salse tradizionali (bagnetto verde, rosso e salsa bianca) e la bagna cauda che nel suo ingrediente principale, l'acciuga, segna il legame con la Via del Sale. L'influsso ligure, poi, ha prodotto in alcune zone una passione per le focacce (inimitabile la morbidezza della focaccia di Novi, prodotto IGP) che si affianca alla ricca produzione di pane e grissini delle rinomate panetterie.

Vale la pena, infine, spostarsi nell’Astigiano, a poco più di venti chilometri da Alessandria, per un assaggio di Amaretti di Mombaruzzo con le loro deliziose note dolci-amare, i vini della zona (Barbera, Cortese, Brachetto, Dolcetto e Moscato), le grappe e i distillati di grande qualità che testimoniano una radicata vocazione vitivinicola.

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