Dai Laghi alle Valli Ossolane, il Nord Piemonte affascina e prende per la gola

Ambita meta turistica, il Lago Maggiore – il più esteso dei laghi prealpini italiani, con ben 11 isole, di cui 8 in Piemonte – tra le proprie bellezze annovera il fascino unico dell'arcipelago delle Isole Borromee. Amato da Ernest Hemingway e meta favorita dei reali d’Inghilterra, l'arcipelago è formato dalla monumentale Isola Bella che ospita il seicentesco palazzo Borromeo e i suoi scenografici giardini; dalla pittoresca Isola dei Pescatori che sorge davanti a Stresa, con i graziosi vicoli, il caratteristico mercatino di prodotti di artigianato locale e la suggestiva processione delle barche da pesca illuminate di Ferragosto. Quindi, l'Isola Madre, nota per il giardino botanico ricco di piante rare, tra cui l'imponente cipresso del Kashmir e l’Isolino di S.Giovanni di fronte a Pallanza, per molti anni residenza del celebre direttore d'orchestra Arturo Toscanini, e dallo scoglio della Marghera. Tornando sulle sponde del lago, altri luoghi di fascino e di storia incantano il visitatore: a partire dalla magnificenza del giardino di Villa Taranto a Verbania, plasmato nel tempo da una laboriosa elaborazione del Capitano Mc Eacharn tra il 1931 e il 1940 e che tra aprile e maggio rivela la straordinaria fioritura di 80.000 bulbose appartenenti a circa 70 varietà differenti, sia per forma sia per colore.
A Stresa ci sono Villa Ducale e Villa Pallavicino con il parco zoologico, mentre una delle più grandi statue del mondo si trova ad Arona: è il Colosso di S. Carlo Borromeo, alto più di 35 metri. Nelle vicinanze, in vetta al Mottarone, da non perdere il panoramico Giardino Botanico di Alpinia.
pane.jpgLa cucina non può non rifarsi alle preziose risorse ittiche lacustri: dal pesce persico, che viene preparato e servito con il risotto seguendo i dettami di un’antica ricetta tradizionale del posto, oppure sfilettato e impanato, alle alborelle solitamente servite fritte o in carpione; ma anche il luccio e la trota, entrambi pesci molto diffusi in queste zone, serviti normalmente lessati. Poi, il lavarello, conosciuto anche con il nome di coregone, e la sandra, pesce caratterizzato da una carne molto tenera: entrambi decisamente apprezzati, sia dagli abitanti locali che dai turisti in visita.

Ma è dirigendosi verso le vallate del VCO prospicienti il Lago Maggiore che si assiste ad un trionfo di sapori pressoché unico. L’antichissima tradizione casearia degli alpeggi fa giungere sulle nostre tavole eccellenze come il celebre Bettelmatt prodotto in sette alpeggi della Valle Antigorio-Formazza, la Toma del Mottarone e il formaggio Spazzacamino della Val Vigezzo, dove nasce anche lo Spress, grasso a pasta erborinata ottenuto da latte vaccino di razza Bruno Alpina e latte caprino. Con quest’ultimo tipo di latte, assistiamo alla produzione di una vasta gamma di tome e tomette a latte crudo, proposte fresche, semi stagionate e stagionate. Infine, citiamo l’Ossolano Dop, gli erborinati vaccini e caprini dolci e piccanti, e il Grasso Pian dul cricc, un formaggio prodotto nelle Valli dell'Ossola, in particolare presso l'alpeggio di Monscera in Val Bognanco. Formaggio grasso e tenero, prodotto con latte intero di mucca si consuma dopo una stagionatura di circa 70 giorni. Sul podio anche gli insaccati, che vantano la medesima tradizione secolare.
tome.jpgCi sono la murtadela ossolana, un salume stagionato appena 30 giorni, con l’impasto tipico del salame, ma con l’aggiunta di una piccola percentuale di fegato di maiale e l’aromatizzazione del vin brûlé; il prosciutto crudo affumicato e la “brisaula" della Valle Vigezzo, la mocetta d’asino, il salame nostrano con i mirtilli, il lardo vigezzino, i violini di capra e agnello.
salumi.jpgCitiamo anche due dolci formidabili e originali: la Fugascina di Mergozzo, un biscottino di pasta sfoglia dalla forma quadrata, e le Margheritine di Stresa, deliziosi e friabili biscottini realizzati con una pasta frolla scioglievolissima a base di burro, zucchero a velo e tuorli sodi.

Ad accompagnare le ricche proposte nel piatto, i frutti di una viticoltura locale spesso eroica: Ghemme Docg, il Nebbiolo dalle colline di Novara, poi la Doc Valli Ossolane, dove emerge il Prunent, clone del nebbiolo con caratteristiche molto tipiche, la cui presenza in Ossola è storicamente accertata sin dal 1309.vino.jpg

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