Dieci soste recenti degli autori de IlGolosario Ristoranti

La Primavera è ormai nel pieno della sua espressione vitale e della sua bellezza. E la cosiddetta gita fuori porta è l’occasione non solo per stare insieme, ma anche per scoprire i prodotti di stagione. Noi siamo sempre al lavoro per la prossima edizione della Guida IlGolosario Ristoranti che è in continuo aggiornamento (sull’app IlGolosario Ristoranti o su questo sito) e che, con l’edizione 2024, si presenterà con una veste nuova, più ampia e autorevole di prima, in vista del traguardo della decima edizione.
Ma seguiteci anche su questo sito: ogni settimana una serie di recensioni, anche dei nostri 90 collaboratori che sono al lavoro per portarvi nelle tavole giuste, spesso ben diverse da quelle “esclusive”. Seguiteci!

Pappa e Cena – Val di Nizza (Pavia)

Questa è proprio la meta classica della gita fuoriporta, non lontano da Varzi, per scoprire valli ancora incontaminate e paesi cartolina. Com’è questo Poggioferrato, frazione di val di Nizza dove c’è una coppia dalla simpatia contagiosa: Luigia e Walter. Ora, qui è come entrare in casa e mangiare a casa, per sentirsi ospiti. Se cercate la cucina gourmet lasciate perdere; se invece volete scoprire cosa avrebbe fatto la vostra nonna con i prodotti dell’orto e con quel che c’è, allora veniteci. Si sale al piano superiore dove ci sono due sale, ma Luigia e Walter non vogliono mai strafare e prendono prenotazioni a misura di servizio, anche se il locale non si riempie del tutto.
pappa cena-titolari.jpgLa selezione dei vini è piuttosto ridotta, con qualche etichetta dell’Oltrepò Pavese; il pane è fatto in casa, l’antipasto è offerto e il caffè è fatto con la moka. Come a casa appunto, dove c’è tanta buona volontà. Fra i piatti che più ci sono piaciuti segnalo i ravioli di brasato. Ma ci sono anche i ravioli amari tipici di Castel Goffredo (ripieni di salvia, erbette ed erba di sampietro) dalla pasta un po’ troppo spessa. Un piatto divertente sarà la Scarpetta, che praticamente è un ragù frutto di lunghissima cottura, da mangiare semplicemente con il pane.
pappa cena-piatto.jpgAltri piatti ordinati: la scarola abbuttunata, il soufflé di cipolle bionde con il Montebore, la faraona cotta nella creta con ratatouille in agrodolce (ahimè servita fredda). Sostanzioso l’ossobuco ai porcini secchi. Si chiude col tiramisù e la zuppa inglese. (via alle Scuole, 15 - tel. 347 2244964)
(Paolo Massobrio)

Bertero – Borgoratto Alessandrino (Al)

Ecco un locale dove il faccino radioso è strameritato e dove – statene certi – non troverete critici e gourmet con la puzza sotto il naso. Il locale è quello di un bar, circolo di paese, con la gente che gioca a carte. Passato questo ingresso popolare, eccovi nella graziosa sala ristorante dove Gabriele Bertero, a mio avviso, si sta superando.
apertura.jpgDel resto arrivano, lui e Melinda, dalla mitica trattoria dei Tacconotti di Frascaro e da essa hanno mutuato anche la passione per i vini, vista la selezione competente. Ora, io vorrei tornare solo per la perbureira, la minestra di fagioli tipica di Rocca Grimalda, ma questa volta ho dovuto riconoscere la perfezione dei rabatòn, gli gnocchi di ricotta ed erbe a forma cilindrica tipici della pianura alessandrina. Erano perfetti, mentre la sua interpretazione di capretto ha superato ogni aspettativa. Fantastico!
(via Ennio Massobrio, 15 - tel. 331 4023559)
(Paolo Massobrio)
rabaton.jpg

La Dolcenoteca – Lurago (Co)

Corona confermatissima, per la Dolcenoteca, indirizzo che la critica, dopo anni di attività – l’apertura è del 26 marzo 2006 – non ha ancora scoperto. Niente di nuovo, si sa. Ormai certi critici vanno sempre e solo negli stessi locali, quelli dei soliti noti che conoscono tutti. Voi dateci retta: qui andateci, sarete felici. Il locale vi attende allo storico Crocino, incrocio di quattro strade nei pressi del centro di Lurago d’Erba, celebre per Villa Sormani, sontuosa dimora del XVII secolo dai cui giardini si ammira un panorama unico sulla Brianza. L’ambiente è curato, accogliente, frutto di sapiente ristrutturazione.
Che siete in un luogo con un’anima, ve lo diranno le bottiglie che appena superata la porticina a vetri dell’ingresso vedrete far bella mostra di sé sugli scaffali sulla destra, alle spalle del banco bar, rivelando una passione per il vino e una competenza nella selezione non comune. E ve lo confermeranno anche i pochi tavoli (apparecchiati in modo impeccabile) presenti nelle deliziose salette, o nel grazioso dehors.
dolcenoteca-titolari.jpgVoi accomodatevi e lasciatevi coccolare da mamma Laura Masiero, che segue la sala con bravi collaboratori. Ai fornelli c’è il figlio, Paolo Brunati, che è un grande cuoco. Dei suoi piatti, che sono sintesi felicissima di creatività e tradizione, come antipasto provate la battuta di fassona, giardiniera maionese alla barbabietola o il polpo arrostito con crema al cavolfiore, sedano rapa, senape in grani, vitello e puntarelle. Tra i primi, il riso è celebrato in modo sommo, e chi ama il risotto qui avrà piena soddisfazione scegliendo quello che è in carta, a seconda della stagione, e che potrà essere, in mesi più freddi con lo zafferano della Brianza, mantecato con il gran gessato d’Ayas della famiglia Bagnod e la luganega di Monza.
dolceboteca-risotto.jpgTra i secondi: petto di faraona farcito con luganega, salsa alla zucca, porri e topinambur o branzino con salsa ai funghi porcini, verdure e lardo di Patanegra. Dolce finale con pera al Moscato, agrumi, mousse al cioccolato, crema al mascarpone e amaretto o cheese cake con salsa ai frutti di bosco cioccolato bianco e pistacchio.
dolcenoteca-dessert.jpg(via Roma 44 - tel. 0312499913)
(Marco Gatti)

85Bistrot – Sesto San Giovanni (Mi)

C’è un baluardo goloso delle specialità della tradizione milanese e lombarda. È a Sesto San Giovanni. È 85Bistrot, creatura di Daniele Ferrari, chef patron, e della moglie Samanta, che è in sala.
bistrot85-titolari.jpgIl locale è a due passi dal centralissimo rondò, e vi accoglie con una graziosa saletta oltre l'ingresso, un soppalco con altri tavoli, il riposante e ampio dehors, dove ombrelloni di grandi dimensioni assicurano ombra e serenità ed è un piacere starci nella bella stagione. All’interno, sulla destra, dove troneggia un grande formato di Bricco dell'Uccellone, il dispenser di Wineemotion dice di come qui, con il vino, ci si possa divertire.
Da applausi, tuttavia, è la cucina, che unita a un conto che alla fine risulterà ragionevole, assicura un'esperienza da ricordare.
Il menu? Dopo l’insalata di nervetti con fagioli borlotti e cipolla rossa di Tropea Igp o i mondeghili, il primo piatto da provare è il risotto "giallo" che è una delle specialità della casa. Tra i primi, meritano anche ravioli del plin al burro nocciola con granella di nocciole e Grana Padano Dop e gli spaghettoni “pasta Massi” al pomodoro di San Marzano Dop.
Tra i secondi, imperdibile la costoletta alla milanese (di vitello, e con l'osso, come ha da essere) con le patate, ma non si sbaglia anche con l’ossobuco in gremolada (che chi desidera, potrà avere servito anche con il risotto alla milanese) e la trippa alla milanese.
bistrot85-cotoletta.jpgArrivederci con un leccornioso cuore di ricotta con miele e pistacchi. Corona confermata! (piazza Martiri di Via Fani 90 - tel. 3498985891)
(Marco Gatti)

Locanda Le 4 Ciacole – Roverchiara (Vr)

I nostri lettori più attenti ricorderanno quando, qualche anno fa, fummo stregati dal fascino di un locale di Roverchiara, la Locanda Le 4 Ciacole. Era uno di quegli indirizzi che, allora, trovavano spazio e valorizzazione solo su IlGolosarioRistoranti di GattiMassobrio, perché trattandosi di trattoria vera, era tipologia di locale non d’interesse per guide e critica, allora appiattite solo sulla cosiddetta alta ristorazione. Da allora, questo indirizzo ha fatto tanta strada, entrando a buon diritto, tra le mete più ricercate dal popolo gourmand. Da qualche tempo la squadra cui ha affidato il locale patron Marco Scandogliero, vede in sala l’ottima Marina Passigato, professionista di grande classe e ottima conoscenza del mondo del vino (qui troverete una grande cantina, con buone proposte anche al bicchiere).
4ciacole-titolari.jpgE ai fornelli Bruno Vignolle, chef che realizza una cucina in cui tradizione e sperimentazione convivono in modo armonico, con l’impiego di tecniche di cottura che valorizzano le ottime materie prime.
In un ambiente pieno di charme, nelle salette con pochi tavoli dalle mise en place eleganti, in tavola, via con rapa, barbabietola variegata, uovo e spuma al pecorino. O con l’Omaggio a Cipriani: carpaccio di manzo marinato, pearà, rafano ed erbe acide. Quindi, tra i primi, riso al tastasal di agnello, caprino ed erba cipollina.
4ciacole-risotto.jpgOppure tortelli, pesto di pomodori secchi, olive, cucunce, cipolla e latte di burrata. Di secondo, mare, con polpo allo spiedo, cavolo nero e stracciatella. Terra, con la costata di pecora allo spiedo, whisky, angostura e spinaci. Dopo un assaggio doveroso di formaggi, di cui qui c’è selezione straordinaria, a chiudere, meringa al polline pompelmo e passion fruit. (piazza Vittorio Emanuele 10 - tel. 0442685115)
(Paolo Massobrio e Marco Gatti)
4ciacole-dolce.jpg

Opificio – Novara

Possiamo dire senza indugio che questa è una nostra scoperta, fatta in tempi non sospetti, cresciuta nel tempo, che tiene salda la corona radiosa. La prova a sorpresa di metà aprile è stata da morir dal ridere a pensare alla cosiddetta critica (ma dove vanno a mangiare veramente? Cambiare no?) che praticamente snobba questo luogo laboratorio che è una fucina di idee davvero geniali. Merito di Alessio e Laura in cucina e di Matteo Borsari in sala che può vantare una selezione di vini (molto del genere naturale) decisamente invidiabile.
opificio-novara-titolari.jpgChe delizia la Charcuterie di lago: terrina di trota, fave e limone, salsiccetta di luccio e salmerino, salume di tinca. Superbo il riso di Busonengo con castelmagno di pecora, tarassaco e burro di acacia;
opificio-novara-risotto.jpggeniale il kebab di pollo, insalata agrodolce, yogurt e cipolle sottaceto e poi il filetto di trota fario, cipolla ripiena, fondo e cipollotti arrosto. Fra i dolci era una cosa fuori dal mondo per bontà e consistenza, la frittella di mela, gelato alle biete, gelatina al vermouth e noci. Una sosta di cui anche questa volta possiamo dire di essere orgogliosi. (via Gnifetti 45/a - tel. 03211640587)
(Paolo Massobrio)

Ristorante Antico Albergo – Limito di Pioltello (Mi)

Tra fiori freschi, caminetti e travi a vista, in un edificio che già nell’800 operava come stazione di posta con alloggi per viandanti, a Pioltello, ecco l’Antico albergo, indirizzo che dopo la nostra ultima visita, si conferma uno dei migliori ristoranti della nostra guida. Voi accomodatevi nelle salette piene di charme, con i tavoli apparecchiati in modo impeccabile.
antico albergo-sala.jpgScegliete un buon vino dall'ampia carta dei vini. E poi preparatevi a vivere un’esperienza di rara soddisfazione. Nei mesi scorsi è mancato Giuseppe Bianchi, per tutti Beppe, e la preoccupazione sul come sarebbe proseguito il lavoro della cucina è stata fugata, perché Andrea Amoruso, da sempre al suo fianco, ha messo in gioco tutto il suo coraggio e ora dimostra il suo talento guidando lo staff che lo affianca ai fornelli con bravura. In sala tutto fila sempre liscio grazie alla regia di Menotti, patron di lunga esperienza, e già punto di riferimento per chi lo aiuta nel servizio quando a cucinare c’era suo fratello Giuseppe.
antico albergo-titolari.jpgIn tavola “Degustazione di antipasti” con Culatello di Zibello, fiore di zucca farcito, bruschetta di pane casereccio con mozzarella e 19 acciuga e sformatino di fave. In alternativa, triglia di scoglio con carciofi. Poi di primo: risotto saltato alla milanese o mezze maniche con calamari, friggitelli, datterino su crema di patate. Di secondo orecchia di elefante con pomodorini e basilico o branzino con foglie di patate, timo e pomodorini. A chiudere uno dei lievitati “maison”, che nel periodo natalizio potrà esser il panettone, in quello pasquale la colomba, serviti con il gelato o un ghiotto tiramisù al bicchiere con il gelato al mascarpone.
(via Dante, 18 - tel. 029266157)
(Marco Gatti)

La cantina di Franco – Milano

È un indirizzo che ogni appassionato di vino non può non conoscere. È un luogo di gusto della nostra filosofia. Si avvicina il traguardo dei venticinque anni di attività per la Cantina di Franco, realtà che incarna come poche altre l’idea di distinzione che abbiamo esaltato nell’ultima edizione di Golosaria. L’insegna porta la firma di chi è il protagonista principale di questa formidabile avventura, Franco Caprino, una carriera di successo nel mondo della finanza alle spalle, poi, imprenditore nel mondo del gusto, seguendo quella che era la sua passione più bruciante, che lo ha visto dar forma al suo sogno: creare uno spazio che fosse la casa del meglio dell’agroalimentare italiano nel capoluogo lombardo.
cantina franco-titolari.jpgFranco ha iniziato inaugurando la Cantina di Franco trasformando il nostro “Golosario”, in wine bar, enoteca, boutique del gusto, trattoria. Poi, al traguardo dei 20 anni di attività, con la figlia Giulia, che intanto lo ha affiancato nell’attività, si è fatto il “regalo”: il “paradiso” delle Magnum, ovvero il negozio di fianco al wine bar, in cui tutta la prima sala, di fronte all’ingresso, è collezione senza eguali (in Italia, un unicum), di grandi formati, con chicche introvabili. Con selezione di magnum, Jeroboam, Rehoboam, Matusalem, Salmanazar e Balthazar, una parete colma di champagne, due altre pareti con il meglio di spumanti, bianchi e rossi d’Italia, quindi il meglio dei distillati, infine un’altra scaffalatura dedicata al meglio di Francia, con Borgogna e Bordeaux in testa, fino alla sala in cui fanno bella mostra di sé le eccellenze dell’agroalimentare tricolore e la formidabile selezione di oltre 100 passiti, l’altro amore di Franco.
cantina franco-vini.jpgQuando verrete qui, all’interno, o nel bel dehors, ideale in questa stagione per chi ama mangiare all’aperto, sosta con alcune sfiziosità della sua selezione: salumi e formaggi in primis. Ma anche con qualche buon piatto, che potrà avere il gusto, a seconda della stagione, di una tartare, di una zuppa, piuttosto che di saporiti tortelli o della bandiera della cucina milanese, che sarà l’ossobuco con risotto. Questo locale è un gioiello!
(via Raffaello Sanzio 16 - tel. 0243983048)
(Marco Gatti)

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L’Alchimista a Montefalco

Nella piazza principale della capitale del Sagrantino, Montefalco, resta una certezza l’Alchimista, nostra sosta radiosa da sempre. E qui è Patrizia che conduce le danze in cucina, in un locale accogliente, caldo, festoso, dove appena ti siedi hai la certezza che sarà una festa. Ottima la selezione dei vini, si parte con la classica stracciata d’uovo al tartufo nero estivo e la barbazza, guanciale saltato in padella con salvia e Sagrantino.
alchimista-piatto frittata.jpgFra i primi ecco la finta carbonara, ovvero gli strangozzi tirati a mano con crema di formaggio allo zafferano di Cascia; i cappellotti sfogliati al mattarello ripieni di porchetta, crema di pecorino, fave al profumo di finocchietto selvatico (buonissimi!); quindi gli gnocchi di patate fatti mano con riduzione di Sagrantino.
Notevoli saranno poi il piccione arrosto, ma anche la suprema di faraona ripiena di cicorietta e della sua carne cotta arrosto (super!). Ci sono anche le cipolle al mosto fatte in casa e le puntarelle sott’olio. Fra i dolci, il tiramisù di Patrizia oppure la torre 3.0 con Browne di cioccolato e noci, gelato al fiordilatte, cremoso al cioccolato. Superba la Sfera di cremoso di camomilla, cuore di gel al bergamotto con gelato fatto in casa alla camomilla.
alchimista-dolce.jpgUn solo rammarico: non aver potuto salutare Patrizia, farle un foto e i complimenti (ahimè la cena è venuta dopo un’impegnativa degustazione di campioni). I complimenti le facciamo qui. Sei grande, ti aspettiamo il 6 novembre a Golosaria!
(piazza del Comune, 14 - tel. 0742 378558)
(Paolo Massobrio)

Osteria L’è Maistess – Gaggiano

Non lontano dall’abbazia di Morimondo, nel territorio di Gaggiano, in una piazzetta romantica e silenziosa della frazione Fagnano, antico borgo medievale nascosto tra campi, cascine e corti, L’è Maistess, locale che figura tra quelli che meglio interpretano la nostra filosofia. Ovvero passione e professionalità che si coniugano con piatti e vini d’eccellenza e prezzi ragionevoli. Qui si sta bene in due, ma anche con amici o con la famiglia. L’ambiente, con le sale ben arredate ed il piacevole dehors, è accogliente e curato. È il regno dei coniugi Urso: ai fornelli il marito, Cosimo, che è cuoco innamorato del suo lavoro, come dice già la qualità non comune degli ingredienti.
maistess-titolari.jpgDetto che pane e pasta son fatti in casa. E che salvia, rosmarino, maggiorana, timo, menta, insomma i profumi che troverete nei piatti, son del loro orto.
Da un menu invitante e attento alla stagionalità, via con il baccalà mantecato con marmellata di cipolle rosse, o con i fiori di zucca farciti di crescenza alla mentuccia con scampi. Tra i primi è una goduria trippa e patate.
maistess-trippa.jpgMa meritano anche la lasagnetta di pasta fresca con primizie dell’orto.
Tra i secondi, golosa la cotoletta di vitella alla milanese con sautè di patate.
maistess-cotoletta.jpgSfizioso il fritto di cervella e vegetali. Tartelletta di frolla con lamponi ripieni di crema chantilly o mousse al cioccolato fondente e caramello all' arancio.
(loc. Fagnano, via Medici 14 - tel. 029 029085052)
(Paolo Massobrio e Marco Gatti)

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