All’Osteria D’Amato la sorpresa di una famiglia dedicata al gusto

Mi ritrovo con la mente a quell’estate di tanti anni fa, quando dovendo andare in Trentino per una vacanza con Giovanni Panzeri, decidemmo di fare una sosta al Rigoletto di Reggiolo, il sommo ristorante ambientato in una villa di fine Settecento di Gianni D’Amato. E fu una cena che, ricordo ancora adesso, fu una delle più buone della mia vita. Poi, era maggio, arrivò il terremoto dell’Emilia del 2012, così viene ricordato, che lasciò tanta distruzione fra Modena, Reggio e il Mantovano. E alla fine i D’Amato, Gianni e la moglie Fulvia, decisero di cambiare aria aprendo un locale in centro a Reggio Emilia. Noi li abbiamo seguiti sempre, anche nell’avventura di Tellaro, che tuttavia era come un giano bifronte: tanta bellezza, ma un lavoro legato alla stagionalità. In ogni caso tenete presente questa parola, bellezza, perché Fulvia e Gianni, col loro figlio Federico (bravissimo), la inseguono da sempre, proprio come chi pensa alla propria casa in funzione delle persone care che la frequenteranno. E forse è per questo che hanno scelto un posto suggestivo per la loro nuova avventura, che è il castello di Arceto, frazione di Scandiano, sempre in provincia di Reggio Emilia.
esterno.jpgCi siamo stati in un venerdì a mezzogiorno, stupiti che l’Osteria D’Amato fosse piena di gente. Eh sì, perché la voce ha fatto in fretta a girare. Il locale è una chicca: 30 coperti, in una sala coi mattoni rossi e le volte a botte; sedie comode, qualche bel quadro (opera di Gianni) e una selezione di vini che si mostra subito spettacolare.
sala.jpgFulvia è in sala come un tempo; un tempo che sul suo volto sembra essersi fermato tanto è solido l’entusiasmo che la contraddistingue.
Di fronte alla porta di ingresso c’è lo spazio per il dehors, con 30 coperti, speculare alla sala; alle spalle della sala c’è la scalinata antica per i cavalli, tanto da immaginare che questo luogo fosse destinato alla scuderia.
scala.jpgDetto questo, a me hanno colpito due cose e ve le dico subito: la grandezza di questa cucina, che credo sia stata sottovalutata anche quando c’era il Rigoletto e l’umiltà di Federico, il figlio, che sta accanto al padre in cucina ed esprime quell’arte armonica dei gusti che è patrimonio di questa famiglia.
Il menu degustazione dedicato ai Classici della famiglia “oggi” è sui 60 euro e vale la spesa, come pure i piatti scelti alla carta.
sala2.jpgApriamo le danze con l’erbazzone contemporaneo (9 euro) che ti mette in crisi: ne vorresti una vagonata per finire una bottiglia intera di Spergola di Casali e poi andare via, rimandando il resto a cena. Ma che buono! Arriva anche lo gnocco fritto con il Culatello di Podere Cadassa, mentre alla carta troverete il delizioso calamaro alla brace, catalogna e ricci di mare e limone (29 euro)
calamaro.jpgoppure il mio millefoglie di cotechino, patate, nocciola e zabaione salato (18 euro).
amuse.jpgAi primi non perdetevi assolutamente i bottoni ripieni di erbe selvatiche, aglio orsino e parmigiano reggiano (18 euro).
bottoni.jpgC’erano anche lo spaghettino aglio, olio, peperoncino e cannolicchi (19 euro) e i tagliolini con vongole, cime di rapa e bottarga (24 euro).

Ai secondi non rinunciate ancora alla cipolla alla brace, melassa di fichi, Spergola e blu di capra (25 euro).
cipolla.jpgC’erano due portate di pesce (il pesce zuppo o il pescato del giorno), ma come capirete bene, non si può andare via senza aver assaggiato la faraona arrosto, friggione e cipollotti bruciati (23 euro)
piatto cipollotti.jpge poi il piatto assoluto, che davvero vale più di un viaggio: il piccione di campagna (30 euro). Il migliore mai assaggiato prima, posso giurarlo pubblicamente.
piccione.jpgAi dolci: la “nostra” zuppa inglese,
zuppa inglese.jpgil latte arrosto
latte arrosto.jpge il gelato alla crema antica col il Balsamico tradizione di Reggio (tutti a 9 euro). Che autentica felicità!
gelato.jpgP.S. Nell’incipit del menu c’è scritto: “Passione e tradizione. Radici nel territorio. Un pizzico di follia, tecnica raffinata e dedizione assoluta. Prodotti scelti con cura, armonia dei sapori, sensibilità e gusto”. Sono gli ingredienti del loro menu ma, se analizzo bene tutto il pranzo, alla fine devo riconoscere che non solo parole vuote in odor di marketing, ma esattamente la fotografia oggi di Gianni, Federico e Fulvia d’Amato. GRANDI!!!

D’Amato Osteria

Via G. Pagliani, 2
Arceto (RE)
Tel. 3288909980

Data della visita: 11/04/2025

ilGolosario 2025

DI PAOLO MASSOBRIO

Guida alle cose buone d'Italia

ilGolosario Ristoranti 2025

DI GATTI e MASSOBRIO

Guida ai ristoranti d'Italia