Le origini del nome 'Fontina' sono incerte. Alcune ipotesi lo riconducono all'alpeggio Fontin o al villaggio di Fontinaz, mentre altre lo associano all'antico termine francese 'Fondis' che significa 'sciogliersi'. La prima attestazione ufficiale della Fontina risale al 1447 nella Summa Lacticinorum del medico Pantaleone di Confienza. Nel 1887 ottenne la classificazione ufficiale come 'Fontina della Valle d'Aosta'. La Fontina è identificata da tre marchi: il marchio di origine del produttore che identifica il caseificio di produzione, il marchio di selezione rilasciato da una commissione, che garantisce la qualità del formaggio e il contrassegno alla vendita, ovvero una velina apposta sul lato della forma.
Un ulteriore elemento distintivo è la numerazione delle forme. I primi 500 numeri indicano Fontine d'alpeggio prodotte da latte di pascoli estivi (bovine di razza Pezzata Rossa, Pezzata Nera e Castana).
Per produrre una forma di Fontina occorrono circa 100 litri di latte. Le sue caratteristiche principali sono: la pasta elastica, semicotta e morbida; l’occhiatura tipica e piuttosto uniforme; il gusto dolce, più o meno intenso, a seconda della stagionatura. La Fontina è l'ingrediente principale di molti piatti tipici valdostani, come la fonduta e la cotoletta alla valdostana. Presso la Cooperativa Produttori Latte e Fontina, con sede a Saint-Christophe, troverete anche le forme di Fontina stagionate in grotta. La Cooperativa gestisce infatti a Valpelline il più ampio magazzino di stagionatura, ricavato nella galleria di accesso di un’antica miniera di rame. Nei punti vendita di Cogne, Pré Saint Didier e Saint Christophe, oltre alla Fontina, ci sono il burro, la mitica Fonduta alla valdostana, la Toma di Gressoney e alcuni prodotti speciali ricavati dalla Fontina: i formaggini Fontì®, le fettine Fontìfette® e Fetta Perfetta, una Fontina Dop a fette sottilissime venduta in pratiche vaschette termoformate e la Fonduta valdostana già pronta in lattina.