Le tante reazioni alle parole di Paolo Massobrio nell'articolo uscito oggi su La Stampa

Stamane, sul quotidiano La Stampa è uscita un’intervista al sottoscritto sulla situazione della ristorazione ed ho rilevato alcune contraddizioni, proprio nel giorno in cui si celebra la festa del lavoratori, che rischia di tramutarsi in quella dei disoccupati. E mi sono chiesto cosa avranno di diverso le pasticcerie dalle macellerie, per restare chiuse le prime e da sempre aperte le seconde. Significa che il Governo ha pensato cosa è superfluo e cosa no? Ma il lavoro dei pasticcieri, dei ristoratori, di chi ancora deve attendere nonostante abbia tutta la volontà di adottare le misure necessarie (come il macellaio, il panettiere, il discount) vale talmente poco da essere la fonte di una disoccupazione senza precedenti?

In poche ore, fra gli amici ai quali ho inviato o hanno letto questo articolo sono arrivate reazioni di ogni genere, che voglio riportare, per riaprire, non solo una discussione, ma anche gli esercizi, se non il 4 che ormai è alle porte, almeno il 18 maggio. Data che sembra essere possibile. Intanto stasera, una nuova iniziativa del mondo horeca, rimarcherà la gravità di una situazione che rischia di non tenere più.

Qui il link all’articolo pubblicato oggi        
articolo.jpgSENZA FRONTIERE
A Cannobio sarà terribile, dato che le dogane rimarranno chiuse per molto tempo ed ammesso una riapertura, il problema della quarantena al ritorno renderà impossibile un viaggio in Italia... Speriamo che una parte dei piemontesi (Langhe su tutti) ricambino i numerosi soggiorni che noi abbiamo fatto da loro in questi anni.
A presto, un caro saluto Gabriele e Micaela  

STIAMO VIVENDO UN COMUNISMO ROVESCIATO
Partiamo da un dato medico: 200000 accertati positivi a covid, presumibilmente non testati altri 500mila/1millione. Tra questi portatori sani (o quasi) per virus che può rimanere attivo anche oltre 1 mese nei positivi. Quindi fino ad ora interessata non più del 5 per cento della popolazione e lontanissimi da immunità di gregge. Una mina è esplosa ma stiamo attraversando un lungo campo minato.  Nessuno ha dati certi sulla trasmissione alimentare ma si potrebbe supporre una similitudine a virus di epatite, quindi cibi crudi, posateria, piatti, contenitori alimentari non adeguatamente utilizzati e mani o guanti contaminati amplierebbero il rischio contagio oltre la classica trasmissione per via aerea. Mi siederei certamente ad un tavolo, ma mai un aperitivo a buffet sui navigli.   Come potresti selezionare i locali affidabili? Tutto ciò in un quadro di comunicazione sanitaria, governativa e burocratica ridondante e spesso contraddittoria.   In altro campo prendi esempio dal golf, dove esiste distanziamento sociale, campi agibili senza attività agonistica in quasi tutto il mondo ma chiusi in Italia senza data certa di riapertura. Altro che primo maggio, sembra vivere un comunismo rovesciato di assistenzialismo e non lavoro. Ezio C.  

SE ASCOLTATE I SINDACATI…
Penso che sia giusto credere nella responsabilità di operatori e consumatori. D'altronde chi ci limita governando ha sbagliato tutto sulla sanità e socio sanitario proprio perché ha ascoltato i sindacati ma non ha interpellato i gestori. Enrico M.  

SERVE SICUREZZA PERCEPITA
Molto d’accordo! Ma se non c’è sicurezza reale e percepita non ci può essere normalizzazione e le aperture serviranno a poco. Occorre un approccio non seguendo singole pressioni di settore ma definire una strategia globale che affronti il problema delle relazioni sociali in toto. Non ci saranno cameriere disponibili a lavorare con una politica che non affronta il problema dei bambini, la cui cura viene italianamente demandata alle donne riducendone la possibilità di tornare al lavoro e ledendone diritti e ruolo. Bravo Paolo x il tuo lavoro! Lorenzo M.  

RIDICOLO MULTARE L’UOMO SOLO SULLA SPIAGGIA
Concordo al 100%, non si rendono conto dei danni che stanno facendo, credo che tutti siano abbastanza preoccupati e responsabili per evitare assembramenti!! Inutile rincorrere e multare quello che corre sulla spiaggia, che in ogni caso non contagia nessuno!!! Non vi sono casi di COVID19 nelle aziende che hanno lavorato fino ad oggi ad esempio nell’alimentare e nella catena dell’essenziale, i casi si sono sviluppati come un incendio ed in modo esponenziale nelle RSA, nei Pronti Soccorsi e negli Ospedali.
I Ristoranti Devono aprire, ovviamente con le giuste precauzioni!!! 
Tiziano B.  

E’ LA FESTA DEI LAVORATORI PUBBLICI
Grazie Paolo! Sono amareggiato per la scarsa lungimiranza e la scarsa stima della libertà dimostrata da chi governa. È la festa dei lavoratori pubblici ormai... gli imprenditori sono considerati meno di zero. Emanuele S.  

SI ALLA TOELETTE DEI CANI NO AI PARRUCCHIERI?
Buon 1 maggio Paolo! Direi che o ci sono logiche che a noi sfuggono oppure davvero siamo in balia di incapaci... Aprono le toelettature per cani ma non i parrucchieri... I musei ma non i ristoranti... Mah..  Maurizio B.  

UNA PROVA PER RIMETTERSI IN GIOCO
Era più corretto come tu dici bene, accorciare assolutamente i tempi di riapertura delle attività... anche perché ne sono convinta, come i pazienti per paura di contrarre il virus, così anche per questioni economiche e di sicurezza personale, non ipotizzo una corsa sfrenata ai ristoranti.. quindi poteva essere un cuscinetto dove rimettersi in gioco e vedere come andava. Francesca S.  

MANCA LA VISIONE
Caro Paolo, quante contraddizioni arricchite da confusione, da incapacità a prendere decisioni, a dare direzione, quello che più manca è il senso del reale, in poche parole, VISIONE. Tu hai fatto bene a scrivere e a sollecitare. Pasquale F.  

LA MORIA DELLE FILIERE
Io penso che il governo non sia all’altezza della situazione, prova ne sono le scelte prese. Turismo, moda, agricoltura, food sono i principali asset del paese e per assurdo sono i “campi” in cui non sono state emanate direttive chiare! Rischiano di far morire intere filiere. Per non parlare del comparto fiere: 65 miliardi di fatturato in Italia e il 50% dell’export per le aziende italiane. Anche gli “stellati” avranno dei problemi.. non da un punto di vista strutturale, la “distanza sociale” la mettevano già in pratica. Il problema sarà il Cliente. Una buona fascia è rappresentato da una persone che una volta ogni due mesi “prova” un’esperienza. Per gli altri sopravvivenza pura almeno per altri 6-8 mesi. Chi ha locali piccoli,  con forte rotazione, chissà… abbassare i prezzi sarà impossibile (se non cambiando proposta), i pochi posti disponibili non supporteranno la gestione. Resisteranno solo chi ha vere idee e chi si saprà reinventare. Forse avevamo visto una esplosione della ristorazione non giustificata. Il delivery e il takeaway al momento può rappresentare al massimo il 20% del fatturato precedente. Meglio di nulla. Pensare che La Peca, Perbellini e altri grandi chef lo mettono in atto, fa riflettere. Alla fine Paolo, dobbiamo resistere un anno... dopo ritornerà tutto come prima, la ristorazione per l’italiano è troppo importante, rappresenta convivialità, esperienza, intimità, affari... Paolo C.  

LA FIDUCIA E’ L’UNICA STRADA
Non sono del mestiere ma intuisco che la fiducia soprattutto in chi ha già rischiato di suo e spesso in solitudine, sia l'unica strada percorribile. Che si usino tutte le necessarie precauzioni ma lasciamo che si possa esprimere l' intelligenza delle persone! Ti ringrazio perché continui da una vita a combattere perché sia possibile imbattersi in un cibo ricco del  gusto e della passione di chi lo produce. Emanuela R.  

CHE CONFUSIONE
Non fa una piega quello che dici è le richieste dei ristoratori coincidono in larga misura con gli operatori del mio settore (moda NDR). Il governo è in confusione totale e succube del comitato scientifico. Scelte incomprensibili e senza logiche comprensibili per noi. Complimenti Paolo analisi lucidissima ! Renato B.  

NOI SIAMO ANDATI BENE, FACENDO COSI…
Aggiungo pure al di là della necessaria riapertura dei locali che la gente  ha bisogno di  rilassarsi tornare  nei ristoranti e tornare nelle pasticcerie ! Dare fiducia  e gratificare è la cosa più importante. Nella nostra azienda non ci siamo fermati un giorno e nulla è successo con 30 persone che hanno continuato a lavorare insieme ! Le regole e il buon senso hanno fatto la loro parte ! Abbiamo chiuso lo spaccio e abbiamo recuperato tutto con il delivery e un sistema digitale di ordini efficientissimo ! Questo dimostra che se hai la libertà di agire cerchi di risolvere anche problemi economici che sembrano insormontabili !! Buona festa. Stefano P.  

PERO’ RIAPRONO LE SALE GIOCHI…
Giusto, purtroppo il problema grave che il SIG.RE CONTE E COMPANY  non conoscono cosa vuol combattere ogni giorno per pagare le tasse, affitto, bollette, contributi, stipendi, fornitori, il plateatico ecc.; questo in un regime economico normale, figuriamoci  adesso ormai fermi da 2 mesi abbondanti. Meno male che riaprono le sale giochi!!!! Ammesso che abbiamo ancora i soldi per scommettere!  Mauro A.  

MA CHI VORREBBE ELUDERE LA SICUREZZA?
Sentiti vari clienti dello Studio dove lavoro, ristoratori e non, nessuno ha interesse ad eludere le misure di sicurezza, anzi investono per rafforzarle! Sono consci che in caso di ricaduta sarebbe davvero la fine. E i clienti sono ormai educati a rispettarle. Non so se il governo ha sbagliato, ma quello che è mancata è stata secondo me proprio la FIDUCIA nei confronti di un popolo che, in ultima, in questi due mesi ha dato prova di saper obbedire. Insomma: ha rischiato poco sull'umano! Paolo DB  

NON SPARATE SUL PICCIONE CONTE
Non mi sento di sparare sul piccione Conte, che certamente sbaglia 2 volte: spesso non sa e si fa consigliare dalle persone sbagliate che sceglie lui. C’è purtroppo un problema grave di competenza, altro che tavoli tecnici. Quelle che citi sono purtroppo incongruenze grottesche. Dal mio punto di vista, la premessa d’obbligo era: aprono ora tutti quelli, come i ristoranti, le pasticcerie, i parrucchieri, i bar ... che non possono svolgere le proprie attività da remoto. Gli altri, organizzazioni pubbliche e private, grandi e piccole, che possono svolgere il loro lavoro da remoto, lo facciano. Invece accadrà esattamente il contrario: il consulente, l’avvocato, il commercialista, ecc vanno in ufficio e il ristoratore sta a casa... Poi ci sarebbe da fare un ragionamento sulle scuole, di cui non si parla perché non c’è perdita di reddito ma è devastante. Marco    

NOI ERAVAMO PRONTI… ANCHE AVENDO SOSTENUTO COSTI
Buongiorno Paolo, pienamente d’accordo, non capisco questo mettere alla corde la Ristorazione, ci siamo preparati moralmente a ripartire, anche se, come tu hai sottolineato con molta cautela, spendendo anche soldi per la prevenzione (vedi disinfettanti macchinette all’ozono ecc.) ma invece di nuovo fermi, i costi insostenibili e ai ragazzi che non arriva nulla. Speriamo che almeno qualche ristorante o trattoria magari possa anticipare la riapertura, tutto è complicato, ma vorrei ringraziarti per il lavoro che sempre operi in nostro favore. Savino P.  

SIAMO AI MINIMI STORICI E AL PRECIPIZIO
Ciao Paolo buon 1 maggio anche a Te. Purtroppo le situazioni che non sono giuste sono moltissime, mi rendo conto che non è certo facile accontentare tutti ma qui siamo ai minimi storici. Molti di noi hanno ristoranti che purtroppo non possono riaprire, bar che non riapriranno , e anche situazioni come le società di banqueting che ricominceranno tra un anno - se riusciranno a sopravvivere - come tutta la filiera degli eventi .... siamo sull’orlo di un precipizio... Gianni L.  

BASTAVA EVITARE DI FARE IL GIOCO DEI FIGLI E DEI FIGLIASTRI
É incomprensibile come il governo stia trattando il commercio. Ora se è certo che la distanza sociale e i dispositivi di protezione personali, mascherine, valgono per fare la spesa nei supermercati o in farmacia perché queste stesse regole non possano valere per la ristorazione? Dopodiché visto che abbiamo una quantità di forze dell'ordine in campo, basterebbe fare controlli per verificare che le regole siano applicate. Purtroppo non hanno capito la forza della filiera del turismo. E della ristorazione, dove ogni locale che ha rapporti con almeno 60 aziende vinicole, con almeno 10 fornitori di carne pesci e formaggi, con produttori e agricoltori, l'acqua minerale è nella ristorazione in bottiglia di vetro, praticamente assente nella Gdo, quindi i distributori di acqua saranno strapieni di acqua minerale consumata al 90% dai ristoranti, insomma un gran pasticcio, abbiamo i caseifici che stanno buttando via latte e formaggi, sarebbe bastato farci aprire seguendo le regole di sicurezza della grande distribuzione. Matteo S.  
colosseo.jpgMA SEI UN VIROLOGO PER INVOCARE L’APERTURA?
Penso che bisogna essere più prudenti ad invocare l'apertura. Sei forse un virologo? Bisogna fidarsi degli esperti ricercatori dell'Istituto Superiore della Sanità. Tu non conosci il virus e le pandemie, i colleghi virologi sono esperti (anche se possono sbagliare). Oltre alla questione dell'apertura, sono d'accordo con quello che scrivi, sul fatto che i borghi rurali riprenderanno vivacità. Angelo F.  

CREDITO D’IMPOSTA AI PROPRIETARI DI IMMOBILI
Caro Paolo, mi permetterei di aggiungere una considerazione: occorre introdurre un credito d'imposta per i proprietari degli immobili corrispondente ai canoni di locazione non pagati o ridotti. Un abbraccio. Carlo A.  

E IL PENALE PER I DATORI DI LAVORO?
Ciao Paolo sono d’accordo con te, devono poter riaprire tutti seguendo le regole. La situazione finché non ci sarà il vaccino, si spera, non cambierà di molto quindi tanto vale riaprire e dare responsabilità ai cittadini e punire gli scemi. Fare un spot su tutte le reti con cui martellare i cittadini con le regole. Non considerare il coronavirus malattia professionale e togliere qualora si ammali un dipendente la responsabilità penale. Se avessi un esercizio pubblico: ristorante, albergo agriturismo pasticceria, ecc prima di riaprire ci penserei bene. Ma forse non ho capito bene la regola che hanno messo. Comunque oggi festeggiamo il primo maggio noi che abbiamo sempre lavorato, ce lo meritiamo. Marzia T.  

LE MISURE PER IL CONSENSO ANZICHE’ IL BUON SENSO
Ho letto attentamente il tuo articolo mi piace...hai raccontato le cose come sono, reali, nei fatti e nella prospettiva di futuro... Il vero problema di questo paese è che abbiamo una classe politica (tutto l’arco costituzionale) troppo lontana dalla realtà, e quindi al di là delle difficoltà economiche note a tutti, non è in grado di proporre soluzioni “vicine ai bisogni” che magari sono anche semplici cose... mi sembra che tutto sia dettato dalla necessità politica di “fare qualcosa”  più attenti al consenso, che al buon senso .... Giovanni B.  

LE BANCHE ADESSO CHIEDONO PURE DI RIENTRARE?
Grazie Paolo per il tuo impegno e sostegno alla nostra categoria e di riflesso alle nostre famiglie. Io aggiungo che dal 9 marzo ho cominciato a chiedere sospensioni di finanziamenti e mutui, redigere moduli su moduli, correre di notte nel sito Inps per chiedere il contributo per me e mia moglie, insistere per avere due righe scritte perché non mi facessero la segnalazione in centrale rischi grazie alla quale non ci arriverebbe più nulla. Il risultato? 600 euro solo a me, basta! Non solo: per i 25mila euro oltre a non avere nessuna notizia certa se non quella dei ritardi, una banca mi ha chiesto di rientrare dai finanziamenti e fidi pregressi.  

SFIDUCIA NELL’INDIVIDUO PENSANTE
ciao Paolo, buon primo maggio a Te . . .  non so la mancanza di fiducia negli operatori  del settore , sia dettata da una sfiducia di fondo (mentalità prettamente comunistoide legata alla distruzione della persona, in quanto individuo pensante), o da un' incompetenza, dettata da personaggi che non conoscono la realtà della Vita . . .  bah , credo che la gente si incazzera' davvero . . . Attilio L.  

NON E’ UN PROBLEMA DI DATA
Se potessimo aprire con soluzioni che non vanno a tagliare il 50% dei clienti allora aspettare e prepararsi bene ne varrebbe la pena. Ma il fatto di aprire con regole che non faranno sopravvivere allora non è un problema di data. Aprire un negozio è molto più facile che non un ristorante, è gestibile anche per le attese e l’acquisto si può spalmare su 8 ore. Noi no: abbiamo una finestra di 2 ore a pasto sarà un serio problema per molti. Marco Assisi  

LA TEMPESTA PERFETTA
E’ evidente che manca un approccio di sistema che metta in relazione le diverse variabili. Sanità e mobilità sono i due vincoli di sistema: capacità di curare e capacità di muoversi in sicurezza. “Dentro” ci sono le altre variabili che bisogna far muovere Condivido che al di là di appelli paternalistici non si crede e non si scommette sui comportamenti responsabili delle persone. L’ultima considerazione è: tempesta perfetta, cioè classe dirigente evidentemente inadeguata e crisi su scala globale mai vista da metà del secolo scorso. Marco P.   I

IL 18 MAGGIO SI PUO’ FARE
Il 18 maggio si poteva dare una prima apertura ai ristoranti all’aperto, ovviamente senza buffet, cibi crudi e freddi e col personale in sicurezza di guanti e mascherine, ma sarebbe già un segnale di apertura, per appunto graduale. Questo vale anche per i ristoranti degli alberghi. Credo che il problema dei fitti sia una soluzione da trovare forse riconoscendo un credito d’imposta ai titolari degli immobili. Comunque fai bene a rappresentare con forza le istanze della ristorazione. Nino A.  

E AL TERZO CONTAGIO NON PENSIAMO?
Sai Paolo la situazione è veramente complessa sicuramente ci sono dei posti che sono dei piccoli Consolati dove il virus non ha attecchito, ma ce ne sono molti altri dove il virus ha fatto delle stragi: qui a Cologno intorno a me abbiamo parecchie situazioni di decessi francamente non so cosa dirti. Io sono sempre stato su questa cosa molto prudenziale e secondo me sarebbe stato opportuno aspettare ancora un po'. Ho paura di un terzo ritorno del contagio perché vedi non tutti sanno che c'è già stato un secondo non così eclatante ma è stato bloccato praticamente subito mettendo in giro un sacco di polizia per controllare e dare multe Ma se avvenisse veramente un terzo io non so se riusciremo a gestirlo. Italo F.  

E SE HO BISOGNO DI MUTANDE?
Manca la testa, tanti generali e nessuna truppa Che senso ha andare al supermercato poter comprare un vaso per piantare i fiori, il terriccio e non poter comprare un decanter, un piatto, una pentola oppure un par de mutande? Da persona delle istituzioni sono veramente demoralizzato Nicola G.  

PICCOLE ATTIVITA’ ALLO STREMO
Penso che gli estremismi non funzionino e che bisognerebbe sempre trovare una strada equa e ragionevole... le piccole attività sono oramai allo stremo e bisogna trovare il modo di metterle su quella strada. Buona festa anche a te. Mario F.  

I MIEI RAGAZZI DELL’ALBERGHIERO CHE FARANNO?
Senza fiducia e aiuti diretti moltissime attività non riapriranno, sono preoccupato per i miei ragazzi che dopo la maturità non troveranno lavoro come, invece, accadeva regolarmente...  Silvano G.  

APRIRE SENZA CLIENTI PERO’ E’ PEGGIO
Penso che solo quando avremo un' idea più chiara e una socialità controllata sicura ci sarà il ritorno dei clienti nei ristoranti. In questo senso non vedo male la gradualità. Il commercio al dettaglio che apre comporta il contatto con il commesso, ma molto meno la prossimità con altri clienti e di solito anche tempi minori nell' erogazione del servizio. Aprire e avere i ristoranti vuoti è peggio che essere chiusi. La categoria pubblici esercizi quindi deve avere aiuti: rinnovo cassa integrazioni, contributi a fondo perso, detassazione poiché è un comparto importante del tessuto economico con alto tasso di forza lavoro. Ho sentito una mia amica che abita a Shangai: i clienti sono tornati nei ristoranti, ma questo comparto è stato aperto tra gli ultimi e gli esercizi hanno puntato molto sulla comunicazione della sicurezza sanitaria. Il 1 maggio era il compleanno di mio padre che ci teneva molto a dire che lui era nato nel giorno della festa del lavoro e che a lui lavorare piaceva. Speriamo di tornare a lavorare e di riuscire a non licenziare nessuno. In questo giorni io sto lavorando tantissimo per questo obbiettivo. Cristina C.  

ATTENZIONE ALL’ECCESSO DI ENTUSIASMO
Non so se il governo stia sbagliando. Chi, del resto, può dire di avere la ricetta giusta? Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, avverte: "Solo la responsabilità di tutti noi può evitare una seconda ondata. Il pericolo è l'eccesso di entusiasmo, il pensiero che si possa ricominciare come se niente fosse". Fabio Z.  

LA SALUTE PRIMA DELL’ECONOMIA
Sul cosa ne penso ti dirò che non penso.... la situazione è gravissima sotto ogni aspetto e la ripresa probabilmente sarà peggiore che nel dopoguerra. Il governo deve attenersi ai consigli degli scienziati senza se e senza ma (come si usa dire)!!! Il resto sono chiacchiere. Poi si vedrà.... sicuramente la vita è più importante dell’economia e forse sarebbe meglio che tutti noi facessimo un passo indietro altro che crescita!!! Eugenio P.  

OCCASIONE PER RISPETTARE LE REGOLE
Non solo concordo col tuo articolo, ma sono convinto che era l ‘occasione per abituare gli italiani a rispettare le regole !!! Cesare P.  

SMETTIAMOLA CHE INSIEME CE LA POSSIAMO FARE
Hai ragione purtroppo molti chiuderanno Spesso dimentichiamo che ogni volta che chiude un piccolo imprenditore/ristoratore è un pezzo di Italia che muore, un per pezzo di un puzzle fatto da migliaia di pezzi. Ogni piccolo pezzo di puzzle serve per completare un quadro,  il quadro! Quella Gioconda che tutto il mondo ci invidia per la diversità che l’Italia ha. Non può la ristorazione che insieme alla moda è il patrimonio italiano essere presa per i fondelli Il nuovo slogan sarebbe: smettiamola “insieme ce la possiamo fare” Sandro B.  

IO CHE HO 80 ANNI NON VADO AL RISTORANTE CON LA MASCHERINA
Carissimo Paolo, ci sono molte verità nel tuo scritto, ma ciò che mi domando è se il nostro stato, non il governo, lo stato, a differenza di altri possa sostenere tutti: sanità, scuole, artigiani, disoccupati... Personalmente anche se i ristoranti riaprissero non porterò i miei ottant'anni in luoghi dove per evidenti motivi non si può stare con la mascherina. Mario C.  

CHE DELUSIONE LA SCARSA SENSIBILITA’
Francamente mi auspicavo ci fosse maggiore sensibilità per la categoria. Non parliamo poi degli aiuti inesistenti dello Stato. Ci sarà purtroppo una grossa scrematura delle attività e da un certo punto di vista male non farà ad un mercato che ha talvolta dimostrato di essere un po’ troppo dopato. W le realtà veramente radicate sul territorio e sulle tradizioni, che alla base hanno un progetto sano che non rincorre solo il business ma vuole conservare innanzitutto la moralità e la passione che ha un vero artigiano del gusto. Gionata V.  

NON C’E’ CASSA
Sono profondamente d’accordo con quanto scrivi. Questo virus ci ha trovati impreparati e ha messo alla luce tutti i limiti della politica fatta di consenso di breve periodo. Sui ristoranti penso che l’analisi e il sondaggio siano estremamente realistici. Non penso ci sia un ristorante che abbia ancora cassa per proseguire...  

SIAMO SCIVOLATI…
Io penso che si un disastro assoluto Paolo e che tu abbia fatto bene a prendere posizione E penso che tutto si possa organizzare con intelligenza e criterio. Ma siamo scivolati in uno stato di polizia e questo mi preoccupa enormemente. Guido

SE NON C’E’ UN PIANO MARSHALL
Concordo caro Paolo. Il punto è che se non si attua un piano finanziario a fondo perduto (tipo piano Marshall) a sostegno dei ristoranti per tutto il periodo di emergenza temo proprio che in molti si salterà. Grazie per quello che stai facendo. Gino G.    

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