Intorno all’anno Mille i monaci cistercensi di Chiaravalle idearono un formaggio a pasta dura, resistente nel tempo e che acquisiva un gusto più intenso con l'invecchiamento. Inizialmente noto come 'caseus vetus' o 'cacio vecchio', presto fu identificato con il termine 'grana' per la caratteristica struttura della sua pasta. Grazie all'efficiente sfruttamento dei vasti pascoli padani, questo nuovo tipo di agricoltura consentiva la produzione di grandi quantità di latte bovino, trasformato poi in Grana Padano per una conservazione duratura. Già nel XIII secolo, il 'formaggio di grana' era tanto apprezzato da essere utilizzato come merce di scambio e di pagamento, e nel Rinascimento decorava le tavole nobili di tutta Europa. Nel corso dell'Ottocento, con l'evolversi dei caseifici come entità indipendenti e l'introduzione di moderni strumenti, la produzione del Grana Padano triplicò in breve tempo. Nel 1954 nacque il Consorzio per la tutela del Formaggio Grana Padano, segnando una svolta nella protezione e promozione del prodotto sia in patria che all'estero. Nel 1996, l'Unione Europea riconobbe la Denominazione di Origine Protetta (Dop) al Grana Padano, regolamentandone la produzione secondo rigorosi standard, incluso un periodo di stagionatura di almeno 9 mesi. I principali tempi di maturazione sono tre: da 9 a 16 mesi, oltre 16 mesi e 'Riserva', che supera i 20 mesi, evidenziati da diverse marchiature a fuoco.