Le prime testimonianze sul consumo di asparagi in Italia risalgono ai tempi dei Romani; l’asparago è citato infatti nel De Agricoltura di Catone (200 a.C.) e, dopo la pausa Medioevale, lo ritroviamo sulle tavole Veneziane a partire dal 1500. E se l’asparago è un prodotto popolare fin dai tempi antichi, tanto che si attribuisce la sua introduzione ad Antonio di Padova, la varietà del Bianco di Bassano del Grappa è tra le più pregiate al punto che nel 2007 gli è stata attribuita la Dop ed è tutelato da un apposito Consorzio che raggruppa oltre 50 produttori. È di colore bianco, lungo una ventina di centimetri, con turioni dritti e ben formati, poco fibroso e con un caratteristico sapore dolce amaro. Estremamente candido e delicato è poi l’asparago bianco coltivato a San Zeno di Cassola grazie all’assenza totale di luce e alle caratteristiche chimico-fisiche del terreno. Sono venduti freschi a mazzo legati con un succhione di salice chiamato stroppa, vanno conservati in frigorifero e consumati entro qualche giorno. Ma si trovano anche in vasetti in salamoia per gustarli tutto l’anno.