Un bistrot che offre in carta oltre trenta tipi di carne, da animali allevati in loco da cinque razze bovine selezionate

Uscite ad Asti Ovest e dirigetevi verso quei paesini del Basso Monferrato immersi nel verde. Il Bistrot di Casa Serra Eco-Resort & Wellness  appare come un’oasi, in tutta la sua ampiezza. Il primo nucleo di ospitalità tuttavia indica che dovete percorrere ancora un chilometro per arrivare nel cuore di questa azienda a vocazione zootecnica.
casa.jpgDopo aver posteggiato l’auto, salirete le scale esterne per arrivare in un ampio cortile con piscina e vari tavoli sparsi che attendono il calar della sera per ammirare l’emozione del tramonto dietro le colline del Monferrato, del Freisa e dell’Albugnano per citare i vini che troverete in carta, accanto all’inseparabile Barbera.
tramonto-colline.jpgLa famiglia Cerrato gestisce questa struttura diffusa e dislocata in 4 punti del paese. Un resort con spa, due piscine, diverse case con appartamenti e stanze, realizzati recuperando le vecchie stalle e i ricoveri per gli animali a mo' di chalet.

Il bistrot nasce negli ultimi due anni come conseguenza del successo dell'export della carne sottovuoto, il main business di Casa Serra, grazie agli insaccati e ai tagli di carne precotti e crudi, spediti in tutta Italia in una confezione ad hoc. Dalla carne secca alla bresaola di angus fino al brodo colloidale artigianale che Claudio – il proprietario – ci confida che beve ogni mattina a colazione “Perché del bovino non si butta via niente”
brodo.jpgIl menu è basato sulle tipicità del territorio e l’inconfondibile qualità della carne bovina grass-fed, delicatamente frollata, proviene dai pascoli della struttura che si sviluppa nella frazione Montegrosso Cinaglio di Asti. Dall'allevamento, alla macellazione e poi la frollatura – minimo trenta giorni – fino al bistrot, Casa Serra punta dunque alla qualità delle sue carni con 218 capi allevati in loco, 5 razze bovine selezionate: black angus, scottish, fassona piemontese, blonde francese e varzese lombarda.
bicchiere-tramonto.jpgIl menu propone infatti, sia negli antipasti sia nei secondi, tagli prelibati di carni, seguite lungo tutto il processo di lavorazione che vede la sana convivenza tra allevatori, macellai e cuochi, sotto lo stesso tetto. In carta oltre 30 tipi di carne: dalla picanha alla cotoletta alla milanese.

Si parte con gli antipasti (15 proposte) dove il vitello tonnato si presenta con una carne tenerissima e rosea (la carne viene cotta a vapore sessanta minuti per chilogrammo) e un salsa piuttosto timida e pallida, vitalizzata dal cappero. Incisivo è invece il sapore dell’insalata russa.
vitello-russa.jpgNon manca ovviamente un assaggio di tartare di fassona, saporita, con l’uovo rappreso che tuttavia non offre un gran contributo all’insieme (meglio solo un buon olio extravergine di oliva o un brivido d’aglio, no?).
battuta.jpgAi primi gli agnolotti (12 euro) al sugo di arrosto su fondo bruno e ragù di scottona piemontese sono d’obbligo.
agnolotti.jpgE li abbiamo scelti in alternativa alle tagliatelle al Re Ragù di casa Serra o al Risotto al Barbera con gorgonzola.
Sui secondi c’è solo l’imbarazzo della scelta (e non per modo di dire). Noi abbiamo optato per un brasato al vino rosso (15 euro) comme il faut,
brasato.jpgma lo stinco di Casa Serra a fette (15 euro) ci ha conquistati. La cottura appare delicata e leggera anche nei secondi.
bistecca-claudio.jpgIl patron Claudio Cerrato con la tagliata di Varzese prima della cotturaTuttavia il piatto top della serata è stata la tagliata di carne Varzese, arrostita su una pietra a lento rilascio di sale. La carne risulta quindi salata naturalmente e intenerita dal processo di frollatura di trentadue giorni. La spolverata di tartufo estivo astigiano completa il tutto.
tagliata.jpgPeccato per i contorni (ma un pomodoro fresco no?): due fette di melanzane grigliate e una ciotola di cipolle a fette (e se non piacessero, come i due pezzi di peperoni a cui il nostro Paolo Massobrio ha dovuto rinunciare?), oppure delle patatine fritte che ci siamo pentiti di avere chiesto. (Eh no, con le carni la patata è sacra!).

Sorpresa infine sui dolci: dallo stesso capo bovino di razza Varzese viene raccolto il latte utilizzato per un gelato artigianale fior di latte dal sapore d’infanzia (anche se quel gelato con residui di ghiaccio all’interno dice che bisogna applicarsi ancora un po’).

Il patron Claudio, perfetto padrone di casa, arriva ancora con una spolverata bis di tartufo estivo con un poco di olio extravergine di oliva da Taggiasche.
tartufi.jpgIn sintesi, siamo stati in un luogo che sta crescendo, dove tuttavia occorre che tutti i particolari siano accordati intorno alla qualità straordinaria di queste carni. La verità è che se si viene qui una volta già si pensa alle altre due che dovranno seguire, perché un’immersione così autentica nel mondo delle carni capita raramente (Massobrio al ritorno già parlava del bollito di casa Serra e si chiedeva quali salse avranno mai...).
carne-secca.jpgImmaginate poi cosa potrebbe accadere se Casa Serra decidesse di venire a Golosaria Milano a proporre i suoi box di carne: successo assicurato!
scatola.jpg

Bistrot di Casa Serra Eco-Resort & Wellness

frazione Montegrosso Cinaglio, 98
Asti
tel. 0141 295172

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