Quando si parla con Teo Musso bisogna sapere che si ha di fronte uno dei massimi esponenti, nonché precursori, del movimento italiano della birra artigianale. Era infatti il 1996 quando, sulla piazza di Piozzo, aprì il suo brewpub trasformando la birreria nata in quell'anno. E sono ormai passati più di quindici anni da quando è nata anche Open, la prima birra italiana open source, e ben quattordici dalla trasformazione di Baladin in un birrificio agricolo che produce oltre il 90% della materia prima utilizzata. Innumerevoli le birre che fanno parte dell'universo Baladin. A partire da quelle storiche, come la Super, l’ambrata ispirata alle birre d’abbazia; la Wayan, ispirata alle saison; la Isaac, prodotta con frumento crudo, speziata con scorza d’arancia e coriandolo e la Nora, speziata con zenzero e mirra. Sperimentali sono invece le birre dai lunghi affinamenti nel legno. Dalla Cantina Baladin nascono Terre, dedicata ai vini rossi; Lune, per i vini bianchi e poi la Xyauyù, grandissima birra da meditazione, declinata anche nelle versioni Barrel, Fumè, Kentucky e Kioke (affinata in una botte giapponese). Nel mezzo, birre che hanno lasciato il segno, la Rock’n’Roll che nasce da una selezione di luppoli e dall’aggiunta di pepe, la Mama Kriek, con ciliegie 'griotte', e la Suzi Dry con prugne. E ancora birra Metodo Classico, che riposa sui lieviti per 18 mesi con periodici remuage e sboccatura finale. Notevole è poi la Pop, prima birra artigianale italiana a essere stata confezionata in alluminio. Quindi la Indian Pale Ale 100% italiana L'IPPA e la Sud, Witbier che esalta i cereali coltivati nel sud Italia. Dedicata alla gastronomia, infine, è la Opera, che utilizza in ricetta l'aceto di birra. Partendo proprio dalla birra sono poi stati realizzati moltissimi altri prodotti: dai distillati di birra Esprit de Nöel ed Esprit Baladin al Beermouth, ispirato alla tradizione piemontese dei vermouth, che utilizza estrazioni idroalcoliche di erbe aromatiche e spezie per fortificare un fermentato di base, ma sostituendo il vino con la birra. Quindi l’Amaro Baladin, con eleganti note amare, completate da un naso fresco in cui spicca il profumo della lavanda, oltre a una serie di ottime bibite, tra cui il Ginger, la Cedrata, la Spuma, l’Agrumata e la Cola, il Ginger Beer e la gamma delle acque toniche (Classica, Amara, Al Fieno, Al Fumo), affiancate dal Sidro, oltre ai cocktail in lattina (Beermouth & Tonic, Moscow Beer, Gin Tonic, Sidro Spritz, Beer Americano, Beer Hugo). Di produzione più recente è anche la Botanic, una birra analcolica con cannabis sativa. Teo e la sua filosofia sono volati anche oltre i confini italiani, dal Riad Baladin in Marocco, al boutique hotel Baladin Zanzibar, fino allo sbarco a Londra con un pub a Camden. Un universo in continua evoluzione che, per essere compreso, merita una visita al Baladin Open Garden: il grande giardino a Piozzo che ospita la produzione e la cascina per l’accoglienza.