Taber Riserva 2020, dove si capisce perché il Lagrein è il fiore all’occhiello del vino altoatesino

L’unione fa la forza. E la passione unisce. In epoca di cultura individualista, che qualcuno si concepisca ancora come “noi” piuttosto che come “io”, suona insolito. Eppure chi ha l’intelligenza di non concepirsi da solo, dice che la strada della vita è più bella quando è percorsa insieme a compagni di viaggio appassionati. Tra le realtà che dimostrano questo, la Cantina di Bolzano.
vigneti.jpgIl suo cammino inizia nel 1908, con 30 viticoltori, che decidono di fondare una cooperativa per la vinificazione e la commercializzazione del vino. Con la volontà di produrre e commercializzare da subito il Lagrein, nelle sue varianti Lagrein Kretzter e Lagrein Dunkel. Nel 1930, la fondazione di un’altra cooperativa vinicola, questa volta da parte di 18 viticoltori di St. Magdalena. Quindi gli anni della crisi economica mondiale e dell’oppressione dei sudtirolesi di lingua tedesca da parte del regime fascista. E la produzione del vino che diventa impossibile durante la seconda guerra mondiale, soprattutto quando Bolzano è colpita dalle bombe alleate. Poi la svolta. Di fronte al bivio, che imponeva la scelta tra cambiare lavoro, visto che non sarebbe più stato possibile vinificare per molto tempo, o unire le forze con altri viticoltori per cercare di sopravvivere. Nel biennio 1944 e 1945 la Cantina St. Magdalena e la Cantina Gries decidono di produrre insieme il loro vino, scegliendo di farlo nei locali di quest’ultima. È l’inizio di un percorso, che quasi sessant’anni dopo, nel 2001, vedrà il passo più importante, con la fusione delle due cantine Gries e St. Magdalena. Con, nel 2015, l’unificazione anche fisica delle due sedi produttive e, nel 2016, la posa della prima pietra della nuova cantina nel quartiere di San Maurizio alle porte della città di Bolzano.
cantina-bolzano.jpgOggi i soci sono 224, vignaioli che discendono da stirpi nobili o da famiglie contadine, e che vivono e lavorano in masi o in residenze storiche, coltivando vigneti sui ripidi pendii o nei terreni di fondovalle, per un totale di 350 ettari in coltivazione. Quindici le varietà di uve coltivate su terreni differenti. Con l’80% dei soci che si dedica in maniera esclusiva alla coltivazione della vite, in larga parte, da generazioni, con quel legame profondo con la terra che si va a riflettere nella qualità dei vini. Dal 2001, anno in cui la fusione tra Cantina Gries e Cantina Santa Maddalena ha dato vita a Cantina Bolzano, il presidente è Michael Bradlwarter.
bradlwarter.jpgKlaus Sparer, Direttore GeneraleAl suo fianco, il Direttore Generale Klaus Sparer, che assicura l’orientamento strategico e il raggiungimento degli obiettivi prefissati, ed essendo responsabile delle vendite e dell’export, cura anche la presenza sui mercati internazionali dei vini di qualità della cantina. E Stephan Filippi, l’enologo, la cui figura è essenziale, per la sua capacità di assicurare un interscambio diretto e sistematico con i soci viticoltori al fine di arrivare al risultato di una produzione di assoluto valore. La sede è stata completata nel 2018, e rispecchiando i più moderni principi di sostenibilità, sia nel design esterno sia nel modo di lavorazione delle uve, ha portato Cantina di Bolzano a essere la prima azienda vinicola altoatesina a ricevere il prestigioso certificato di sostenibilità di Ökoinstitut Alto Adige.
La produzione segue il principio della forza gravitazionale, senza necessità di assistenza tecnologica, con le uve, i mosti e il vino, che scivolano delicatamente dall’alto verso il basso per cinque livelli. E sfruttando il peso della materia, assicurano un risparmio dal punto di vista energetico, evitando l’utilizzo di pompe o altri macchinari.
sala.jpgCon l’obiettivo di produrre vini di eccellenza, nel rispetto della natura, nel 1988 è nato il Progetto Qualità, un programma di valorizzazione dei vigneti, che segue tutte le fasi di produzione, con uno speciale riguardo al lavoro in vigna, dove si pratica il sovescio e si utilizzano solo concimi organici, e al fine di ridurre il più possibile l’uso della plastica, si utilizzano solo materiali biodegradabili.
daniele-galler.jpgDaniele Galler, Direttore Italia«La salvaguardia della natura è una delle sfide più importanti che tutti noi dobbiamo portare avanti. L’utilizzo intelligente delle risorse disponibili e l’impegno per una produzione sostenibile, è solo l’inizio», ha detto Daniele Galler, Direttore Italia, nei giorni scorsi, in occasione di una interessante degustazione svoltasi da Horto di Milano, ristorante di recente apertura, garante del progetto lo chef altoatesino Norbert Niederkofler. Con gli abbinamenti curati da quel campione della sommellerie che è Ilario Perrot, il benvenuto è stato con il Pinot Bianco Dellago 2021. Da uve di vigneti selezionati nei dintorni di Bolzano a 500 m s.l.m., con terreni porfirici e calcarei. Nel bicchiere ha colore giallo paglierino con riflessi verdi smeraldo, naso che ricorda mela Golden Delicious, pera e pesca bianca, sentori di kiwi e passion fruit, gusto fresco e sapido, quasi salino, bella struttura.
chardonnay-stegher.jpgDi classe, poi, lo Chardonnay Riserva 2019 Stegher, dall’equilibrio formidabile, dall’acidità ben bilanciata e dall’eccellente potenziale di invecchiamento. Giallo oro, ha profumi di frutta esotica, e in particolare di ananas e mango, nuance di vaniglia e caffè, sorso armonico, sostenuto da freschezza e sapidità in perfetto equilibrio. Un abbinamento di grande fascino quello che ha visto la cucina proporre come primo piatto risotto tarassaco e kefir, con il riso Carnaroli che era abbracciato da una elegantissima crema di tarassaco e coperto da una spolverata di kefir ghiacciato che creava uno splendido gioco di contrasti.
risotto.jpgA sposare il Sauvignon Greel Riserva 2019, vino di suggestiva eleganza e profondità. Dal colore giallo paglierino brillante, luminoso, ha note intense e nette, di somma finezza, di uva spina, fiori di sambuco, erbe aromatiche, quindi di pesca e frutta esotica, gusto pieno, secco, armonico, per un vino che, nella tipologia, si può definire didattico per la sua precisione di profumi.
sauvignon-greel.jpgCervo con millefoglie di patate il (grande!) secondo piatto, a cui è stato affidato il compito più impegnativo, unirsi a tre annate diverse del rosso più importante della cantina, Taber Lagrein. Coltivato nei vigneti che circondano Bolzano, il Lagrein è uno dei vitigni rossi fiore all’occhiello dell’Alto Adige.
secondo.jpgPer il Lagrein Riserva Taber sono utilizzate esclusivamente uve accuratamente selezionate, di vigneti che hanno un media di 90 anni, su terreni caldi, alluvionali in località Gries, a Bolzano, ad un’altezza di circa 250 m s.l.m. Nel bicchiere, il millesimo 2014, annata che, come sta accadendo in molte parti d’Italia, e per diverse tipologie di vini, dopo esser stata guardata con sospetto, in verità sta rivelandosi ricca di sorprese. Ne è la conferma questo rosso, dal colore granato, dalle note di frutta rossa, sottobosco e spezie, dal sorso ancora fresco e dinamico, la buona persistenza. Di carattere il 2016, molto ricco, dal frutto esplosivo, seppur ingentilito da note floreali di viola, cui seguono note di spezie e nuance balsamica, e dall’ingresso in bocca di volume, con una struttura importante, ma con la beva che non risulta appesantita dalla muscolatura del vino, che al contrario si caratterizza per una notevole agilità e finale armonico. Un grande rosso, dal futuro importante, il 2020, dal colore viola scuro impenetrabile, dal bouquet complesso che va delle note floreali di violetta e rosa, al fruttato della ciliegia e dei piccoli frutti, ai sentori di eucalipto e humus, alla speziatura con cacao e vaniglia, per un naso che ha l’intrigante profumo di Mon Chéri, mentre al palato è caldo, con tannini nobili e morbidi, piacevolmente sapido ed elegante, intenso, dal finale di lunghissima persistenza.
tutte le bottiglie-10.jpgDulcis in fundo, una coppia di gioielli. Quello della cucina lo spiazzante e squisito gelato al fieno mandarino e burro e nocciola, un autentico capolavoro goloso. Quello della cantina, l’emozionante Südtirol Goldmuskateller Passito Vinalia 2019, espressione suggestiva di moscato giallo, che affascina con il suo colore giallo oro, per il suo naso suadente con profumi di cedro candito, albicocca matura, le sue note di pesca, ananas e mango, per la sua nuance di miele, per il suo sorso dolce, ma per nulla stucchevole, armonico e persistente.
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