Il nuovo romanzo, del genere umoristico, di Cinzia Montagna, storica collaboratrice del Club di Papillon e di Golosaria Monferrato

Diversamente dal racconto e dal romanzo comico, finalizzati al puro divertimento, il racconto e il romanzo umoristico divertono, ma fanno anche riflettere sulla società, rivelandone, in forma enfatizzata, vizi, luoghi comuni e difetti.
Più vicina al sentire anglosassone che a quello italiano, la letteratura umoristica non è un genere molto affrontato dagli scrittori in Italia. Oltre ad alcuni tratti presenti in varie opere, sono forse Giovanni Guareschi e Achille Campanile gli scrittori umoristici più noti e che si sono cimentati in veri e propri romanzi umoristici.

Ora a stupirci è la nostra Cinzia Montagna, giornalista, collaboratrice di Club di Papillon sin dal 2006 e referente da allora per l’area astigiana in “Golosaria tra i castelli del Monferrato”.
Il suo romanzo umoristico “Benvenuti a Trentacapre – Il Paese dell’Amilcare e della Pinuccia”, appena pubblicato da Navarra Editore, Palermo, resuscita – ed è proprio il caso di usare questa parola – il genere umoristico.
cinzia montagna.jpgLa trama prende avvio da un fatto paradossale: il piccolo paese, inesistente nella realtà, di Trentacapre risulta avere uno stemma di dimensioni grandi il doppio rispetto alle misure regolamentari. La cosa, benché lecita per una concessione regia di fine ‘800, disturba molti Sindaci d’Italia che inviano una petizione al Presidente della Repubblica affinché l’anomalia sia risolta. Il Sindaco di Trentacapre, però, non ci sta, deciso a salvare le trenta capre del suo stemma una a una, senza rimpicciolirle né decimarle. Per trovare una soluzione, il Sindaco convoca tutto il paese in assemblea nel salone dell’Oratorio. Fra gli abitanti di Trentacapre c'è anche l’Amilcare, personaggio già protagonista del racconto “Quando l’Amilcare risorse” fra i vincitori nell’edizione 2019 del Premio Letterario “Racconti nella Rete” del Festival LuccAutori, ideato e organizzato da Demetrio Brandi, e vincitore assoluto del Premio della rivista “Buduàr - Almanacco dell’arte leggera” nella stessa edizione. Il racconto narrava le disavventure burocratiche di un uomo comune, risvegliatosi dalla morte apparente e costretto a dover dimostrare di essere vivo per tornare in possesso dei propri diritti e della propria identità, non riuscendoci.

Nel romanzo di Cinzia Montagna ora pubblicato l’Amilcare, con la moglie Pinuccia, ha un ruolo rilevante, ma non predominante rispetto agli altri personaggi del paese, dal parroco Don Lazzaro alla perpetua Tabita, dai frequentatori del Circolo Ricreativo “La seconda giovinezza” alle clienti del negozio di parrucchiera “Il Bigodino Ascetico”, dalla conduttrice di Tele Locale International all’agguerrito storico locale.

Il romanzo, il cui intreccio si sviluppa sull’arco di due giorni, non tralascia di toccare tematiche d’attualità quali raccolta differenziata, ambientalismo, chat di gruppi di genitori e campanilismo fra paesi confinanti.

Un cambio di stile e contenuti netto per l’autrice, che dal 2012 a ora si è dedicata a ricerche e pubblicazioni, sia saggi sia romanzi e racconti, di carattere storico su figure femminili per lo più poco conosciute, ma decisive nelle vicende della Storia.
Dal passato al presente, dalla ricerca alla descrizione della contemporaneità, scegliendo di far riflettere, ma questa volta sorridendo.

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