Con oltre 70.000 ettari coltivati, il Piemonte vanta più della metà della produzione di riso italiana. Un primato che affonda le sue radici nel Medioevo, quando i monaci cistercensi diffusero la coltivazione del riso nel territorio vercellese, fondando l'abbazia di Santa Maria di Lucedio nel 1123. Oggi, il Vercellese, insieme al Novarese e a zone limitrofe di Biella e Alessandria, rappresenta il cuore produttivo del riso piemontese. Non a caso, Vercelli è considerata la capitale europea del riso e ospita, insieme a Novara, la Borsa Merci del Riso e la Stazione Sperimentale di Risicoltura, centro di ricerca all'avanguardia per il miglioramento delle produzioni.
Dal Carnaroli al Vialone Nano, il Piemonte offre una varietà di risi pregiati che conquistano i palati di tutto il mondo. Risotti cremosi, insalate fresche, piatti caldi e freddi: il riso piemontese si presta a mille interpretazioni, regalando sempre un'esperienza gastronomica unica.
Tra il fiume Elvo e il Cervo, immersa in un territorio ricco di biodiversità, sorge l'Azienda Risicola Beni di Busonengo, guidata da Igiea Adami, paladina della risicoltura naturale. Il fiore all'occhiello dell'azienda è il Carnaroli di Busonengo, un riso pregiato coltivato nel rispetto dell'ambiente. Per gli amanti del biologico, l'azienda propone anche il Carnaroli Terreamano, un riso speciale che prende il nome dal metodo di coltivazione unico: ogni piantina viene messa a dimora a mano, senza l'ausilio di concimi o diserbanti. Nel 2017, per celebrare i 150 anni di attività, è nato il Riso Gange, una varietà aromatica simile al Basmati che conquista con il suo profumo inconfondibile.

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