Dalle corti rinascimentali alle tavole moderne, l'Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia regala un tocco di raffinatezza a ogni piatto. Le sue origini si perdono nella storia, con le prime testimonianze scritte della sua esistenza che risalgono al 1406, quando l'imperatore Enrico III ne rimase estasiato durante un viaggio a Piacenza, definendolo 'perfettissimo'. Nel corso dei secoli, la sua fama si è consolidata, tanto da essere definito 'balsamico' per l’eccellenza dell’aroma, da Lodovico Ariosto.
Oggi questo nettare ambrato è prodotto secondo un rigido disciplinare che ne tutela la qualità e l'unicità. Le uve autoctone, come trebbiano, occhio di gatto, spergola, berzemino e tutti i diversi vitigni inseriti nel disciplinare del Lambrusco Reggiano Doc (marani, salamino, maestri, montericco, sorbara e ancellotta), vengono trasformate in mosto cotto e poi invecchiate per minimo 12 anni in botti di legni diversi, come rovere, castagno, ciliegio, frassino, gelso e soprattutto il balsamico e resinoso legno di ginepro. L'invecchiamento conferisce all'aceto balsamicco le sue caratteristiche organolettiche uniche: colore bruno intenso, consistenza sciropposa, profumo penetrante e gusto agrodolce perfettamente equilibrato. Tre bollini colorati distinguono le diverse categorie: aragosta per gli aceti più giovani, argento per quelli di invecchiamento intermedio e oro per i più pregiati, che superano i 25 anni di affinamento.
Il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Dop nasce nel 1986 con lo scopo di tutelare il prodotto dalle numerose imitazioni e garantire che solo i produttori autorizzati possano fregiarsi della denominazione Dop. Da settembre 2021 l’Aceto Balsamico di Reggio Emilia Dop si può trovare nella nuova ampollina monodose da 10 ml, che può diventare un dono prezioso. Le monodosi sono disponibili in un elegante cofanetto singolo o da tre, per un percorso di degustazione attraverso i tre Bollini Aragosta, Argento e Oro.
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Oggi questo nettare ambrato è prodotto secondo un rigido disciplinare che ne tutela la qualità e l'unicità. Le uve autoctone, come trebbiano, occhio di gatto, spergola, berzemino e tutti i diversi vitigni inseriti nel disciplinare del Lambrusco Reggiano Doc (marani, salamino, maestri, montericco, sorbara e ancellotta), vengono trasformate in mosto cotto e poi invecchiate per minimo 12 anni in botti di legni diversi, come rovere, castagno, ciliegio, frassino, gelso e soprattutto il balsamico e resinoso legno di ginepro. L'invecchiamento conferisce all'aceto balsamicco le sue caratteristiche organolettiche uniche: colore bruno intenso, consistenza sciropposa, profumo penetrante e gusto agrodolce perfettamente equilibrato. Tre bollini colorati distinguono le diverse categorie: aragosta per gli aceti più giovani, argento per quelli di invecchiamento intermedio e oro per i più pregiati, che superano i 25 anni di affinamento.
Il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Dop nasce nel 1986 con lo scopo di tutelare il prodotto dalle numerose imitazioni e garantire che solo i produttori autorizzati possano fregiarsi della denominazione Dop. Da settembre 2021 l’Aceto Balsamico di Reggio Emilia Dop si può trovare nella nuova ampollina monodose da 10 ml, che può diventare un dono prezioso. Le monodosi sono disponibili in un elegante cofanetto singolo o da tre, per un percorso di degustazione attraverso i tre Bollini Aragosta, Argento e Oro.
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