Appunti della degustazione a Novara di lunedì 13 maggio

Non siamo mancati neppure quest’anno alla degustazione dell’Alto Piemonte dove abbiamo incontrato i produttori storici, ma anche quelli che negli anni passati hanno rappresentato una novità.

Erano 49 campioni in assaggio, che ci hanno dato una buona soddisfazione, anche se ci vien da dire che ci vorrebbe un po’ di coraggio, perché all’appello mancavano tante cantine. E se una denominazione non fa massa critica, poi si perde. Crediamo infatti che ci sia un po’ troppo individualismo che mina il futuro di questi vini, mentre i produttori dovrebbero imparare e avere il coraggio di trovarsi fra loro e assaggiare reciprocamente i vini. Potrebbe essere una svolta anche per questa manifestazione.

Ecco allora i nostri migliori assaggi della giornata, che sono comunque tanti, per dire della qualità accertata. Partiamo allora da un vino che è quasi un fuori programma nell'ambito della proposta di Taste Alto Piemonte dedicata prevalentemente ai vini da uve nebbiolo. Parliamo del Colline Novaresi bianco 2022 de La Smeralda. Si tratta di un vino da uve erbaluce in purezza, che si presenta con un bel colore oro brillante. Al naso è intensa la nota di miele di acacia accompagnata da un cenno du idrocarburi. In bocca ha un ingresso morbido, l’acidità arriva dopo ma si fa sentire a lungo.  
lasmeralda.jpgOra via con i rossi.

COLLINE NOVARESI

Una conferma per I Dof Mati con il Colline Novaresi Nebbiolo “Trama” 2022, un nebbiolo in purezza elegante, che al naso ha già note minerali, vulcaniche, e di incenso. In bocca il tannino ha una trama fine, per un campione comunque ancora molto giovane.
dofmati.jpgAltra riconferma per un nostro Top Hundred, (come il precedente), che lo scorso anno si era piazzato fra i migliori assaggi: il Colline Novaresi Nebbiolo Opera 32 2019 de La Capuccina. Un nebbiolo di razza fin dal colore con l'unghia aranciata che si allunga nel bicchiere. Al naso è profondo, con sentori erbacei, di fieno, e cioccolato. In bocca è equilibrato con un tannino ben espresso e un sorso disteso. 

Sempre nella doc Colline Novaresi vale anche la pena di segnalare uno dei migliori assaggi della giornata, a base di uve vespolina, cioè Colline Novaresi Vespolina “Ardita” 2022 dell’azienda Cavallini, un vino che si presenta subito di un bel colore rubino vivo, tendente al violaceo. Anche nel naso il frutto è fragrante: c'è la fragola di questa stagione, accompagnata da una speziatura di cardamomo. In bocca il tannino è ancora aggressivo, ma risulta molto piacevole la nota speziata che si ritrova nel retrogusto. 

Sempre in tema nebbiolo, ma nella coté del Coste della Sesia, ecco l'ottimo campione di Centovigne: si tratta del Coste della Sesia  Nebbiolo Il Castellengo 2015, che dimostra la sua maturità in un naso decisamente complesso dove persiste la viola accanto a note più evolute di cuoio e tabacco. In bocca c'è tutta la potenzialità che questi vini sanno esprimere nel lungo invecchiamento, con un sorso di grande equilibrio, tannino composto e un'acidità ancora viva.
castellengo-nebbiolo.jpgSempre nella doc Coste della Sesia un plauso anche per il Coste della Sesia  Rosso Vecchi Vigneti 2019 de La Palazzina, da uve nebbiolo, croatina, vespolina e uva rara, ha naso fine, di viola e pepe nero, mentre in bocca spicca il finale piacevolmente amaricante. Grande come ci si aspettava da questa cantina sempre ottima.

BOCA

Due i campioni ad emergere. Il 2020 firmato da Silvia Barbaglia, che gioca bene sull'equilibrio in bocca con un tannino e un'acidità ben equilibrati e un naso dove la mammola fa da padrona.
La sorpresa arriva però dal Boca 2020 di Davide Carlone, sicuramente al primo posto tra i campioni assaggiati: intenso al naso dove spicca subito la speziatura su fondo di frutta rossa. C'è il pepe nero, deciso, che torna anche nel retrogusto, nel contesto di un sorso equilibrato, lungo, tannico.carlone.jpg

FARA

Il “Barton" 2021 di Boniperti e decisamente grandioso, anche questo giudicato col massimo dei voti. Ha colore molto trasparente, naso ghiotto e fruttato con una nuance minerale. Molto buono in bocca: succoso, tannico, graffiante.
boniperti.jpgIl Fara 2015 di Francesca Castaldi non si smentisce e svetta. Ha naso caldo, con piccoli frutti nel sottofondo. Molto equilibrato, ancora vivo, proprio come la prima volta che assaggiammo questo vino in un’osteria della Val Sesia. Bravissima!!!

GHEMME

Una delle denominazioni più importanti del territorio che in linea generale dimostra una maturità con vini che sul medio lungo invecchiamento alzano l'asticella della qualità. Una piacevole sorpresa il Ghemme Vigna Ronco al Maso 2020 di Guido Platinetti che al naso è ampio, complesso e in bocca dimostra la sua stoffa, con un sorso tannico, lungo.
È tutto pepe nero il Ghemme Balsina 2019 firmato da Ioppa: un campione che nonostante i cinque anni dimostra ancora una freschezza notevole esaltata dalla profonda speziatura.
ioppa.jpgIl Ghemme 2018 di Filadora colpisce per il suo naso elegante e suadente. Senti la frutta, con un che di balsamico e in bocca un piacevolissimo equilibrio che offre freschezza.
Si chiama “Ai livelli” il Ghemme 2018 di Mazzoni anche se i suoi livelli sono quasi impossibili da raggiungere. Il suo campione infatti si dimostra ancora una volta grandissimo: ha naso potente, e raffinato al tempo stesso, che evoca il vermut, con una speziatura profonda di tabacco. In bocca ha tutto quel che si potrebbe desiderare: corpo, tannino ricco e un retrogusto dove ritorna quel gioco di erbe e spezie che percepivamo al naso.
mazzoni-2013 copia.jpgNon ne sbaglia una anche Rovellotti, leader con il suo Ghemme Chioso dei Pomi 2016, un vino tutto giuocato sulla verticalità che in bocca si esprime ai massimi livelli, morbido, con un tannino setoso.
Infine gioca una partita da fuoriclasse il Ghemme Vigna di Pelizzane 2016 di Torraccia del Piantavigna, un vino ha naso di grande eleganza tra la liquirizia e il cuoi. In bocca è seta, equilibrio, grande eleganza. 

SIZZANO

Sorpresa per l’azienda La Riviera di Masserano, che sarà una new entry del Golosario. Il suo Sizzano 2020 ha colore pregnante, al naso una frutta bellissima, piena e una nota minerale. Il profilo gustolfattvo è lungo equilibrato, con tannini integrati.
la riviera-sizzano.jpgIl Sizzano 2015 di Vigneti Valle Roncati ha colore aranciato ma colpisce il naso profondo, ematico di bella intensità. Buono anche per la sua trama tannica interessante, e la freschezza che l’ha mantenuto fresco.

GATTINARA

Il mitico “Il Putto” 2019 della cantina Delsignore si presenta con il suo iconico colore trasparente e un naso decisamente minerale. Ha piccoli frutto distesi, è molto equilibrato piacevole, tannico.
Ha colore di bella consistenza anche il Gattinara “Pietro” 2019 di Paride Iaretti. Frutta generosa, ricca e verticale. In bocca è un po’ addomesticato dal legno, ma tutto sommato ben equilibrato.
Ed ora eccoci al Gattinara riserva San Francesco di Antoniolo 2019. Il miglior bicchiere della giornata senza se e senza ma. Ha colore rubino brillante rubino e un naso diretto, con frutta matura e fresca. E’ suadente nella sua ampiezza, pieno, equilibrato, fine, tannico.
antoniolo.jpgOttima performance anche per il Gattinara riserva 2018 di Luca Calligaris. Un vino che mostra un naso fine molto intenso di frutta. Piacevole, disteso, intrigante con la sua impronta minerale e tannica.
Travaglini ha presentato un Gattinara riserva 2018, ovvero un grande classico dal colore aranciato. Il naso è fine, con un duetto, nel bouquet tra fruttato e floreale insieme, dove poi alla fine emergono i piccoli frutti. L’impronta della maison è il suo equilibrio dove i tannini sono sempre ben integrati.
Novità per ilGolosario è poi la cantina di Stefano Vegis. Il Gattinara riserva 2017 ha colore rubino con riflessi aranciati e un naso squillante aggressivo, con note fragranti già di leggera frutta sottospirito. Piacevole armonia in bocca.vegis.jpg

BRAMATERRA

Una delle novità che più ci ha entusiasmato in questo assaggio è stato il Bramaterra. E subito ecco un campione del 2020 quello di Odilio Antoniotti che ha ottenuto il massimo dei voti. Ha un colore rubino trasparente; al naso piccoli frutti freschi e viola. In bocca è intrigante dacché appare croccante, verticale, sapido, tannico pieno, con la frutta che senti in bocca.
bramaterra-antoniotti.jpgIl Bramaterra “Cascina Cottignano” di Colombera & Garella 2019 ha già note aranciate, naso avvolgente di frutta e mineralità. Ma, a dispetto della finezza al naso, in bocca sembra duro coi suoi tannini verdi e la sua acidità spiccata. Ma credeteci, questo è un rosso che invecchia e anche molto bene.
L’azienda Le Pianelle, torna a imporsi anche quest’anno con un Bramaterra 2019 dal colore trasparente con note aranciate. Qui senti fiori di arancio, glicine, un po’ di roccia (grafite) per un naso complesso: in bocca è il più equilibrato, disteso, fresco con quella nuance balsamica di anice che è proprio unica.
La cantina Roccia Rossa di Brusnengo è una novità e sarà una new entry del Golosario 2025. Perché il suo Bramaterra 2018 ci ha conquistati. Ha colore aranciato già pronunciato; naso disteso leggermente ematico, dove avverti roccia e terra (nomen omen). Gran bel vino, con un’acidità viva e diffusa dentro la pienezza; in bocca dove lo troviamo tannico.
Bramaterra-Rocciarossa.jpg

LESSONA

L’azienda La Badina non è la prima volta che riesce a colpirci. E anche con questo Lessona biologico 2020 ci riesce. È finissimo: effluvi di frutta fresca al naso dove senti la prugna in bocca con una carezza di tannicità.
Ghiotta la frutta di questo Lessona 2016 della Tenuta Sella, con il suo San Sebastiano allo Zoppo che ci fa dire: il Lessona sta al Barbaresco come il Bramaterra sta al Barolo. Ben fatto e in divenire, con un sorso che ancora bisticcia fra acidità e tannici ma promette eleganza goduriosa.
È invece complesso, fine, elegante già al naso questo bicchiere aranciato di Pietro Cassina. Il suo Lessona “Tanzo” 2013 è spettacolare, in bocca è disteso, equilibrato, verticale.

PRUNENT

Chiudiamo con il Prunent “Diecibrente” di Garrone, sempre ottimo. Questo 2020 ha un naso di frutta, balsamica e di prugna vera. In bocca il suo equilibrio è piacevole, fresco, con la setosità tannica che fa da corredo.

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