Dalle corti rinascimentali alle tavole moderne, l'Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia regala un tocco di raffinatezza a ogni piatto. Le sue origini si perdono nella storia, con le prime testimonianze scritte della sua esistenza che risalgono al 1406, quando l'imperatore Enrico III ne rimase estasiato durante un viaggio a Piacenza, definendolo 'perfettissimo'. Nel corso dei secoli, la sua fama si è consolidata, tanto da essere definito 'balsamico' per l’eccellenza dell’aroma, da Lodovico Ariosto.
Oggi questo nettare ambrato è prodotto secondo un rigido disciplinare che ne tutela la qualità e l'unicità. Le uve autoctone, come trebbiano, occhio di gatto, spergola, berzemino e tutti i diversi vitigni inseriti nel disciplinare del Lambrusco Reggiano Doc (marani, salamino, maestri, montericco, sorbara e ancellotta), vengono trasformate in mosto cotto e poi invecchiate per minimo 12 anni in botti di legni diversi, come rovere, castagno, ciliegio, frassino, gelso e soprattutto il balsamico e resinoso legno di ginepro. L'invecchiamento conferisce all'aceto balsamicco le sue caratteristiche organolettiche uniche: colore bruno intenso, consistenza sciropposa, profumo penetrante e gusto agrodolce perfettamente equilibrato. Tre bollini colorati distinguono le diverse categorie: aragosta per gli aceti più giovani, argento per quelli di invecchiamento intermedio e oro per i più pregiati, che superano i 25 anni di affinamento.
Tre imprenditori reggiani guidati da Giuseppe Paglia hanno ridato vita all’Acetaia Dodi, a partire dal luglio 2013. Accanto all’Aceto Balsamico Tradizionale propongono anche una serie di condimenti come il condimento bianco, la saba e una curiosa gelatina di aceto balsamico tradizionale.
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Oggi questo nettare ambrato è prodotto secondo un rigido disciplinare che ne tutela la qualità e l'unicità. Le uve autoctone, come trebbiano, occhio di gatto, spergola, berzemino e tutti i diversi vitigni inseriti nel disciplinare del Lambrusco Reggiano Doc (marani, salamino, maestri, montericco, sorbara e ancellotta), vengono trasformate in mosto cotto e poi invecchiate per minimo 12 anni in botti di legni diversi, come rovere, castagno, ciliegio, frassino, gelso e soprattutto il balsamico e resinoso legno di ginepro. L'invecchiamento conferisce all'aceto balsamicco le sue caratteristiche organolettiche uniche: colore bruno intenso, consistenza sciropposa, profumo penetrante e gusto agrodolce perfettamente equilibrato. Tre bollini colorati distinguono le diverse categorie: aragosta per gli aceti più giovani, argento per quelli di invecchiamento intermedio e oro per i più pregiati, che superano i 25 anni di affinamento.
Tre imprenditori reggiani guidati da Giuseppe Paglia hanno ridato vita all’Acetaia Dodi, a partire dal luglio 2013. Accanto all’Aceto Balsamico Tradizionale propongono anche una serie di condimenti come il condimento bianco, la saba e una curiosa gelatina di aceto balsamico tradizionale.
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