Sarà aperta fino al 15 marzo

Con questa mostra Francesco Mina, giovane artista e speleologo, indaga la natura dell'esistenza e la sua finitezza attraverso un'analisi profonda del corpo umano e del paesaggio.
ingresso mostra.jpgHa passato un mese fra le montagne venete, sul Monte Stivo, e la ricerca artistica si distingue per la fusione dell'approccio scientifico del geologo, con una particolare attenzione alla stratificazione della roccia come archivio del tempo. Ma c’è anche la sensibilità del filosofo, che esplora le implicazioni esistenziali della materia.

Mina si confronta con la morte e la transitorietà della vita, creando un parallelismo tra il corpo umano, effimero e fragile, e quello minerale del mondo, apparentemente immutabile, entrambi soggetti a trasformazione. Quindi l’idea portante è quella di evocare il paesaggio come corpo. E lui affonda dentro la storia di questo corpo, giocando con la forma del monte Stivo, che è composto di 5 strati ovvero i cinque fondali marini. La crasi fra il tempo e la carne porta all’istante e al il tempo profondo.
mina davanti foto grande.jpgLa sua opera ci invita quindi a riflettere sulla nostra posizione nell'universo e sulla nostra relazione con il tempo, suggerendo che l'eternità non è un concetto astratto, ma può essere trovata negli istanti di cui è composta la vita.
quadri.jpgAttraverso installazioni che evocano sezioni anatomiche di corpi minerali e organici, Mina esplora il concetto di "Deep Time", il tempo profondo della Terra, un'immensa scala temporale che abbraccia ere geologiche.
Il “Tempo profondo di Chico” potremmo definire questa mostra nata sui monti sopra Rovereto dove le pietre sono quelle del Rosso Ammonitico veronese. Lo ha fatto per Iniziare a introdurre al tempo profondo che porta all’infinitamente grande.
pietre appese.jpgLe sue creazioni, spesso caratterizzate da una cruda bellezza, mettono in scena la materia in trasformazione, rivelando la sottile linea che separa la vita dalla morte. Sono esposte 29 pietre perché se dividi 4,6 miliardi di anni, che è il tempo della Terra, per 169 milioni che è l’età della pietra trovata, fa 29. La distanza fra ogni pietra di è inoltre di 169 centimetri.
pietre rosse.jpgSuoni ambientali, come il gocciolio dell'acqua e il battito cardiaco rallentato, accompagnano il visitatore in un'esperienza sensoriale che trascende la mera osservazione, conducendolo in una dimensione contemplativa.
pietre a terra.jpgL’ultima stanza è il battito del cuore al limite. Cos’è un istante? L’istante è il tempo profondo.

La mostra, visitabile fino al 15 marzo, è aperta nei giorni mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 15 alle 18 presso lo spazio H83 (via Mantovana 83/E).

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