La grande cucina di Alessio Longhini, i vini resistenti di Cà Roman e un resort pronto alla sfida della bellezza

Questa settimana siamo stati a Romano d’Ezzelino, ai piedi del massiccio del Grappa, da poco nominato Riserva Mab Unesco e a due passi da Bassano del Grappa. E qui i coniugi Maria Pia Viaro e Massimo Vallotto hanno dato vita al progetto Ca’ Apollonio World. La proprietà si sviluppa su 18 ettari ed è composta da un’azienda agricola-vitivinicola, Ca’ da Roman, certificata biologica che coltiva ortaggi, frutti antichi, cereali, ulivi e vigneti resistenti Piwi. Su 7 ettari sono state messe a dimora esclusivamente le varietà resistenti: souvigner gris, johanniter, bronner, regent e cabernet eidos, da cui si ricavano vini di qualità, già degni del premio Top Hundred, a firma dell’enologo Nicola Biasi e a bassa impronta ecologica, nel pieno rispetto ambientale. Un progetto ambizioso che contempla anche l’ambito dell’ospitalità: la storica dimora di Romano d’Ezzelino, Ca’ Apollonio Heritage, risalente al XVI secolo, è stata trasformata in una struttura ricettiva d’alta gamma (via Molinetto, 5/a) con bellissimi ed eleganti tavoli in pietra sottile (anche i bagni sono fantastici). Un boutique hotel che fra qualche mese avrà attiva una spa-wellness e fitness, con 11 camere, di cui 7 suites. Venerdì scorso ci sono state le prove generali del ristorante gourmet e del bistrot. Il primo aprirà nel 2023, il secondo sarà attivo dal 1° dicembre di quest’anno.
_apollonio-apertura.jpgE in cucina c’è un giovane davvero bravo, Alessio Longhini (vedi foto d'apertura), chef coronato quando aveva solo 26 anni, ad Asiago, e ora qui, per colpire con la sua cucina della purezza degli ingredienti, dove ogni ricetta è capace di esaltare, in un bilanciamento fantastico, proprio ciascuno degli ingredienti scelti. E questo a incominciare dall’amuse bouche che era un cilindro friabile di zucca, ricotta di mandorla e timo.
apollonio-amuse.jpgEccezionale la tartare di trota salmonata, maggiorana, le sue uova
apollonio-antipasto.jpgabbinato al 3/6/9 Cà da Roman 2020, ma anche a un eccezionale Pinot Bianco Riserva 2019 di Fenja Hinz scovato dal sommelier Michele Griggio (master all’Alma e tesi sulla viticoltura resistente PIWI).
apollonio-369.jpgIl piatto che tuttavia ha lasciato tutti a bocca aperta (anzi chiusa) è stato il raviolo ripieno di faraona, consommé di funghi e alghe, zucca fermentata.
apollonio-tortelli.jpgE qui l’abbinamento ha visto il notevole Gisla 2021 di Cà da Roman accanto al Vitalba di Tremonti (albana in anfora).
apollonio-gisla.jpgAi secondi la pluma di maiale iberico, pak choi agrodolci, noci pecan e salsa bbq,
apollonio-carne.jpgabbinato al Costante 2020 di Poggio Pagnan e la Madonnina 2019, rosso di Bolgheri.....
apollonio-poggio pagnan.jpgChiusura con Ricotta, marron glacé, rum e mandarino abbinato al Doro 2015 di Masari. Con la piccola pasticceria la Grappa Selvaggia di Capovilla.
apollonio-dolce.jpgPane e grissini (eccezionali) realizzati in casa con farina Petra. Questo paradiso dei sensi si apre sulla campagna circostante (oggi c’è anche il comodo casello della nuova bretella autostradale), offrendo agli ospiti esperienze esclusive con un contatto fisico diretto con la natura e un patrimonio inestimabile di testimonianze storiche valorizzate dal nuovo marchio d’area Terre di Asolo e Monte Grappa.

Ma andiamo a conoscere meglio i vini.
Nostro Top Hundred dello scorso anno fu il Veneto Bianco Souvignier Gris “3/6/9” 2019, numero che indica la crono-progettazione dell’azienda in vari anni, vinificato in purezza in acciaio sulle fecce fini. Alla vista rivela un paglierino tendente all’oro fluido, consistente e lucente. Al naso è complesso con note verdi di erbe aromatiche, ma pure frutta esotica come ananas e mango. Anche in bocca è un assaggio di frutta esotica piena che rimarca la finezza del vino. Spicca l’acidità tornita e quella sapidità che lascia pulito il palato. Gli altri vini prendono il nome dalla dinastia degli Ezzelini, potente casata che risiedeva tra i comuni di Romano d’Ezzelino e Bassano del Grappa, dove sorge oggi l’azienda agricola. A partire dal Veneto Bianco“DòMINES”, frutto dell’unione di due vitigni molto diversi tra loro: bronner e johanniter. Stessa denominazione per il Gisla, un “easy orange” sorprendente, un vino di struttura e carattere che vuole coniugare la varietà delle uve da cui proviene con il suo territorio. Infine il Veneto Rosso “Masnada Ezzelina”: da due vitigni resistenti, regent e cabernet eidos, per un blend dal carattere deciso ma al contempo morbido e ricco di sfumature. Tutti questi vini fanno parte della collezione Resistenti Nicola Biasi, che quest’anno è salito agli onori della critica con il suo Vin de la Neu che ha ottenuto i 3 bicchieri del Gambero Rosso. A noi il privilegio dell’assaggio del 2019, decisamente fine, caratteristico, equilibrato.
apollonio-vin de laneu.jpgSe poi andate a Bassano del Grappa, all’Hotel Alla Corte, all’interno del ristorante Sant’Eusebio (contrà corte sant'eusebio, 54 - tel. 0424502114) potete assaggiare tutti questi vini nella prima Piwiteca d’Italia.
_apollonio-astuni.jpg

>>Per acquistare ilGolosario Wine Tour clicca qui
apollonio-inserzione.jpg

ILGOLOSARIO WINE TOUR 2023

DI MASSOBRIO e GATTI

Guida all'enoturismo italiano

ilGolosario 2024

DI PAOLO MASSOBRIO

Guida alle cose buone d'Italia