Le 10 soste più interessanti di gennaio 2024
Cari lettori, quest’anno sono tanti i motivi di soddisfazione che stanno accompagnando l’uscita della nostra guida IlGolosario Ristoranti. C’è un apprezzamento superiore a tutti gli altri anni dello strumento cartaceo, il cui formato nuovo è stato accolto benevolmente e c’è un’attenzione in crescita anche dell’App che viene aggiornata in continuazione.
Questo post riepiloga le soste più interessanti, che molto spesso rappresentano una conferma o un salto in avanti, rispetto a quanto già segnalato.
Pronti, via!
OSTERIA IL CAMINO - BALLABIO (LC)
Come siamo stati bene! È un’“Osteria” di quelle che noi definiamo “con l’anima” il Camino di Ballabio, che vive del talento e della passione dei fratelli Pietro e Stefano Agostani, di mamma Giovanna, che è guida intelligente e solare, e del bellissimo team che lavora con loro. Il locale (più che “osteria”, secondo i nostri criteri, “trattoria di lusso”) è caldo e accogliente e ricorda gli chalet di montagna, con pietra e legno in tutta la sala, cura dei particolari (dagli sci d’una volta in esposizione ai lampadari in ferro battuto), il grande camino (da cui l’insegna) nel mezzo, il dehors per chi ama mangiare all’aperto nella bella stagione.
La cucina è il racconto a tutta gola del territorio, e porta in tavola i piatti dei monti (sia della Valsassina sia della vicina Valtellina) e del lago (il Lario, che è a pochi minuti) e della tradizione italiana.
In tavola “antipasto dell’osteria” con salumi e conserve della casa o polenta e funghi. Poi di primo, “patole” (tipici ravioloni preparati seguendo la stagionalità e ora son di patate e zucca, con ripieno al taleggio di monte, burro tostato, salvia e mandorle) pizzoccheri, “gnocarei in t’ol lac...” (gnocchetti della tradizione premanese cotti nel latte con formaggio e burro fuso) o risotto (in versione invernale Carnaroli cascina Artusi, whisky torbato, speck e castagne). Poi di secondo, “Il cervo” (bocconcini di cervo in umido con polenta, secondo una ricetta storica di famiglia) o lumache con la polenta. Per i più golosi, nei mesi freddi, una cassoeula che ricorda quella del leggendario Monsignore! Per chi ama il vino, selezione di etichette con proposte non banali, tra cui spiccano molti nostri Top Hundred, e frutto della competente selezione di Pietro, preparatissimo sommelier. Bravissimi! (Marco Gatti)
via Provinciale 33 - tel. 03411690337
L’ANGOLO - VITTUONE (MI)
Non finisce mai di stupirci Giuseppe Rizzo, per tutti Beppe, chef patron de L’Angolo di Vittuone. La sua, la pizza contemporanea numero uno della regione è una delle migliori d’Italia. La sua storia, la dimostrazione che il coraggio della distinzione porta a grandi risultati. Avrebbe potuto proseguire l’attività dei genitori, titolari del locale, che per decenni hanno gestito una pizzeria di quelle che facevano numeri. Ha scelto di puntare in alto. E frequentati i corsi all’Università della pizza, è cresciuto anno dopo anno, tanto che oggi è uno dei docenti più stimati della prestigiosa Accademia creata dal Molino Quaglia. Ma soprattutto è uno dei migliori interpreti in assoluto della pizza contemporanea, realizzate con le farine Petra® e farcite con ingredienti che sono il meglio del nostro Golosario.
Detto che oltre a pizze formidabili, all’Angolo viene proposta anche una cucina d’autore di valore.
Seguiti dalla moglie Silvia, che coordina con i collaboratori il servizio, nella ampia sala, nella saletta dopo l’ingresso, o nel dehors estivo, in tavola arrivano i crostini (con Joselito, o con burro e acciuga o ancora con mortadella) o le frittelline con cime di rapa e salsiccia. Di antipasto, battuta di manzo (carne cruda al coltello con solo olio e sale per condimento, con puntarelle e salsa di acciughe) o alici fritte con maionese al lime. Di primo, raviolotti al baccalà o risotto alla zucca e funghi porcini. A seguire, pesce con branzino con crema di finocchi e pomodorini. Carne, con stinco di manzo brasato.
Pizza? Sceglierete a vostro gusto tra le diverse tipologie preparate con tipi di impasto di rara sapienza. Se seguite il nostro consiglio vi esalterete con la “focaccia ai cereali” “Giovanna”, novità bomba con stracchino, spinacino, pancetta cotta affumicata e pecorino o con la “Burrata e crudo”. Tra le focacce al mais, è altra novità quella con salmone e guacamole. Poi con la “soffice ai grani antichi” Pata Negra. E ancora con la “pala alla romana” Carbonara, con fiordilatte di Agerola, uova, Parmigiano Reggiano, guanciale rosolato cacioricotta e pepe. Si chiude con millefoglie alla nocciola con cremoso alla nocciola, pralinato alla nocciola e cristalli di sale. (Marco Gatti)
via Eugenio Villoresi, 71/73 - tel. 029022577
A CORTE DEL CARROBBIO – MARIANO COMENSE (CO)
Tra le soste migliori da noi effettuate, non solo nelle scorse settimane, ma dell’intero 2023, quella alla Corte del Carrobbio. Questo ristorante, da anni su IlGolosarioRistoranti GattiMassobrio, ci offre la sorpresa di trovarlo in crescita ogni volta che torniamo. Non ha fatto eccezione l’ultima visita nel regno della famiglia Faldini, con mamma Maria Grazia e la figlia Sofia che seguono la sala, e papà Franco e il figlio Filippo, che lavorano ai fornelli. Se i due genitori, con il loro bagaglio di professionalità e di esperienza, sono una certezza, la sorpresa viene dai due figli che, oltre a una rara (rispetto ai loro coetanei) capacità di sacrificio, dimostrano di aver talento e passione da vendere, con il risultato che qui, ora, il locale ha quella marcia in più, che si innesta quando due generazioni convivono felici, con il presente che scrive già il futuro. Il contrario della stanchezza che subentra quando non c’è nessuno che intenda proseguire l’attività. Ebbene, dell’entusiasmo che si respira qui, e della voglia di migliorarsi ancora, dice la nuova veste del locale. Ospitato in un edificio dei primi del ‘900, è stato ristrutturato in modo sapiente di recente, e ora vi accoglie con le due romantiche salette all’interno e la verandina all’esterno (di fianco all’affresco raffigurante la Madonna con il bambino, dei primi anni del secolo scorso) dove son distribuiti i pochi tavoli ben apparecchiati, con un ambiente elegante, pieno di charme, in cui il numero contenuto di coperti dice subito che qui la cura del cliente è somma. Soprattutto, di questa nuova stagione felice, sono documentazione il servizio cordiale e la cucina.
In tavola, per iniziare, crudités del Carrobbio o tris di tartare (tonno, salmone e gambero rosso), mentre per chi desideri antipasti caldi, le scelte potranno essere cozze in zuppetta, gamberoni al forno olio e limone o insalata di mare. Tra i primi, una goduria gli spaghetti ai ricci di mare, ma da provare anche i paccheri con il granchio, per chi ama il riso, un must del locale anche il Carnaroli al nero di seppia con seppia e vongole.
Di secondo, pescato del giorno (con patate, pomodori e olive), fritto di mare o grigliata mista, gallinella alla livornese o spiedone di polpo. Crema catalana, pastiera o tiramisù il dolce arrivederci.
Questo ristorante è una grande tavola di mare! (Marco Gatti)
via Risorgimento, 37 – tel. 0313551160
ANTICA OSTERIA DEL PROGRESSO - MILANO
Abbiamo trovato una “sorpresa”, in questo locale, che nell’insegna evoca la sua storia, ricordando che gli esordi furono nel 1850. La novità è il recente passaggio a una nuova proprietà, cambiamento che, si sa, è sempre un’incognita, anche per una realtà come questa che di “rivoluzioni” ne ha viste, considerando che la casa di ringhiera dove vi aspetta (antica bocciofila con ristoro), ha avuto a che fare con Risorgimento, Grande Guerra, Fascismo, Seconda guerra mondiale, Liberazione e Boom economico del dopoguerra, con le migliaia di tute blu che qui transitavano per raggiungere Breda, Pirelli, Falk, Marelli, Ansaldo. La nostra verifica ci ha detto che i nuovi proprietari, seppur di origini pugliesi, sapientemente vogliono rispettare l’anima “lombarda e meneghina” che ha fatto amare questa osteria. E pur non essendoci più ai fornelli il cuoco che aveva lavorato negli ultimi anni, la cucina viaggia nel solco precedentemente tracciato. Pertanto, oggi come ieri, nella saletta con mattoni a vista o nella luminosa veranda, riscaldata.
Per voi, mondeghili o tartare di fassona per iniziare. Poi il piatto bandiera, il risotto alla milanese (che potrete avere anche con l’ossobuco) o le tagliatelle al cinghiale. Di secondo, brasato con polenta, costoletta alla milanese o fiorentina. Conto non da “osteria”, sui 60 euro, vino escluso. In cantina una discreta selezione di vini di tutta Italia. (Marco Gatti)
via del Progresso, 22 – tel. 0245482954
DA BERTI – MILANO
Una buona notizia. Milano si gode il ritorno di uno dei suoi ristoranti più amati, Da Berti, locale storico che vanta con orgoglio il suo anno di apertura, 1866. Con il passaggio a una nuova proprietà, che ha effettuato una sapiente ristrutturazione e dopo i mesi di rodaggi, che son serviti per favorire l’affiatamento tra i componenti dello staff che oggi si divide i compiti di sala e cucina, quella che per i milanesi è sempre stata “La” “trattoria” del cuore, ora vi accoglie con le sue sale, storiche, riportate all’antico splendore, e arredate in modo curato, con i tavoli dalle mise en place impeccabili. Quindi il giardino, meraviglioso, che in estate è angolo di verde che non ha eguali nel capoluogo lombardo. La cantina, luogo magico dove riposano migliaia di bottiglie (oltre 800 le etichette), e che dopo i lavori che ne hanno svelato la sua bellezza, è uno spazio affascinante che merita la visita.
Con scelta lungimirante, i titolari non hanno voluto stravolgere la cucina di cui “Da Berti” era sinonimo, e ora come un tempo, il menu parla innanzitutto milanese e lombardo, lasciando spazio a qualche specialità tradizionale italiana. Per questa ragione, dopo aver stuzzicato l’appetito con il crostone di polenta fritto con salsiccia cruda di "Bra" o con il carpaccio di fassona piemontese agli agrumi e capperi, come specialità regina dei primi, troverete il risotto alla “milanese” con pistilli di zafferano (che potrete avere anche come piatto unico servito con il rognone di vitello trifolato o con l’ossobuco di vitello con gremolada). Sempre presente il riso al salto; in alternativa, tagliatelle al ragù di manzo. Tra i secondi, oltre a sua maestà la costoletta di vitello alla “milanese”, carni alla brace o filetto alla Rossini. Un classico del locale, che c’era, ed è bello aver ritrovato in menu, per chiudere in dolcezza, il bonet al cioccolato e amaretti. (Marco Gatti)
via Algarotti – tel. 026694627
ANTICA TRATTORIA DI REDECESIO – SEGRATE (MI)
Ai gastrofighetti suggeriamo di passare oltre, perché qui non si parla di locali museali, atmosfere rarefatte, piatti tutti spume e fantasia. Ai golosi, invece, con nostalgia di quelle trattorie vere, baluardo della cucina tradizionale, dove si mangiava con gusto a prezzi abbordabili, la lettura è consigliata.
L’Antica Trattoria di Redecesio vi aspetta in un piccolo borgo alle porte di Milano, da dove la città vi sembrerà lontanissima. In una casetta delle fiabe, candida, una porticina, oltre alla quale, all’interno, davanti all’ingresso, il banco bar, poi le graziose salette con poesie di Alda Merini o la caratteristica perlinatura in legno scuro, i tavoli ben distanziati con le tovaglie a scacchi bianche e verdi. A occuparsi di voi, i Montalbetti, trio famigliare affiatato, con papà Giancarlo e sua figlia Chiara che dirigono la squadra che si occupa del servizio ed il figlio Francesco che opera con bravura ai fornelli.
La cucina parla il “dialetto milanese” e quindi dopo l’antipasto con ghiotte fette di salame, altri salumi di meditata selezione e sottoli o con i mondeghili. Milano e Lombardia protagoniste con “risòtt giald” (anche con l’ossobuco) e costoletta alla milanese, preparati in modo magistrale. In alternativa, una trippa da manuale, piuttosto che il bollito misto o il coniglio alla cacciatora con polenta. A chiudere strepitosi formaggi (dei sommi Carlo e Giovanni Guffanti Fiori) o crostata di frutta. (Marco Gatti)
via Trento, 15 – tel. 3386012131
VURRIA - MILANO
Vurria è la creazione di Fabrizio Margarita, imprenditore con esperienza ventennale nella ristorazione a Londra, che volendo investire sull’Italia, nel 2019 lo ha fatto scegliendo la strada della distinzione. La sua intuizione è stata quella di aver pensato di introdurre nell’impasto un elemento innovativo, ovvero l’aloe, una vera e propria novità nel segmento delle pizze veraci napoletane. Un ingrediente che ha il pregio di conferire particolare leggerezza e digeribilità alla pizza, senza alterarne il gusto. I risultati, gli stanno dando ragione. Noi siamo stati nella sua pizzeria nel quartiere milanese Isola Garibaldi, a due passi da piazzale Lagosta. L’ambiente è spartano, con il forno davanti all’ingresso, i tavoli con le tovagliette di carta distribuiti nella saletta illuminata dalle grandi vetrine che danno sulla strada, l’angolo bar e alle pareti grandi frasi che sintetizzano la filosofia che ispira la proprietà.
Ora, prima di gustare la protagonista del menu, la pizza, potrete ingannare l’attesa con “antipasti” e “sfizi”, scegliendo tra golosità come cono di pasta fritta, carciofo alla brace, crema di pecorino, e polvere di olive leccino, la montanarina con sugo del piennolo Grana e basilico o la lasagnetta alla bolognese. Oltre alle pizze classiche, ossia Marinara, Margherita, Napoli e Vurria (con bufala campana Dop pacchetelle gialle e rosse, salsa di basilico fresco e olio extravergine di oliva), da provare quelle “dell’orto di Vurria”, ideali per chi ama la verdura, tra cui ci sono anche proposte per i vegani. E soprattutto per i più golosi, quelle “gourmet”. Che qui la ricerca dell’eccellenza non sia uno slogan, lo dicono anche pizze studiate con personaggi di spicco del mondo del gusto. In particolare, la collaborazione con lo chef Roberto Di Pinto, patron di Sine (migliore ristorante di Milano di quest’anno de IlGolosarioRistoranti GattiMassobrio), ha portato all’inserimento in menu di pizze di valore assoluto come la “Bismark”, preparata con provola dei Monti Lattari, pancetta “Capitelli” alle tre cotture, uovo marinato grattugiato e basilico fresco che viene aggiunto quando è pronta. Per chi ama il calzone, viene preparato sia fritto sia al forno. A chiudere montanarina con ricotta di bufala cioccolato e nocciole sabbiate o cannoli siciliani. (Marco Gatti)
via Borsieri, 28 – tel. 024942378
ANTICA OSTERIA DEL VASTATO – RECCO (Ge)
Questa osteria felice e accogliente altro non è che il locale più informale del mitico ristorante da O Vittorio, che è radicato a Recco dal 1920. Oggi siamo già alla terza generazione, dove quella di mezzo è rappresentata dai fratelli gemelli Vittorio e Gianni Bisso, che sono anche al centro di foto con personaggi celebri, caricature, e addirittura libri e pubblicazioni. Del resto Recco è una ricchezza di occasioni e la ristorazione resta l’attrattiva forte essendoci a pochi passi anche Manuelina.
Ora, anche qui la pizza col formaggio, o meglio la Pizza di Recco IGP è fatta a regola d’arte ed è una goduria. Così come lo è la carta dei vini che propone chicche interessanti del Levante e anche del Ponente. Nell’osteria si mangia anche la panissa e la focaccia pizzata, oppure quella con il pesto o col formaggio San Stè. Quindi i calamaretti su crema di zucca e amaretto, il pane di castagne con acciughe salate, il Tian di verdure e patate. Fra i primi le trenette al pesto e patate, i ravioli alla genovese così come il minestrone; gli spaghetti alla Carlofortina. Ai secondi lo stok accomodato, la cima alla genovese (ottima) e l’iconico coniglio alla Ligure con pinoli e olive. Si chiude con la torta del giorno, il paciugo di Portofino o il bonetto all’amaretto. Che gioia! Uscendo, le ampie e festose sale del ristorante sono un invito a tornare per una cena a base di pesce, dal crudo alle preparazioni più elaborate. (Paolo Massobrio)
via del Vastato, 1 – tel. 018574029
LALOCANDA DEL SORRISO - DOGLIANI (CN)
Ci troviamo a Dogliani in uno degli ultimi giorni dell'anno: la città è deserta, molte attività sono chiuse e nel dedalo di belle vie del centro storico ci imbattiamo nella Locanda del Sorriso che, una volta oltrepassata la porta, ci sorprende perché troviamo un luogo caldo e sorprendentemente pieno di gente. Ci chiediamo da dove arrivino visto che il paese è vuoto: la risposta è la magia di questi luoghi che sorprendono sempre e grazie alla loro qualità rendono vivi luoghi altrimenti spenti.
Nella comanda ordiniamo tutti gli antipasti: il cappone, il vitello tonnato fatto bene, la cipolla ripiena e la mitica battuta di fassona. Il servizio è veloce e snello e ci porta i primi coi radiosi plin ai tre arrosti, il mega raviolo ris e coj e per finire la mitica cisrà, piatto tipico di Dogliani ovvero una zuppa con la trippa dentro e le verdure servita calda (altrove in Piemonte è con i ceci e le costine di maiale e si cucina il 2 novembre). Applausi anche sui secondi: saranno molto buoni il bollito con le sue salse e la quaglietta. Non deludono nemmeno i dolci: un tris di nocciole che per noi rappresenta il suggello su un’esperienza radiosa. Carta dei vini con ricarichi onesti. (Andrea Franco)
piazza Carlo Alberto, 22 – tel. 0173066351
RAFEL – ALGHERO (SS)
Ha due anime questo ristorante che s’affaccia sulla spiaggia di Alghero, nel viale lungomare (si chiama via Lido infatti). La prima, quella che spicca all’occhio è un lounge bar gettonatissimo dove ci siamo recati un mezzodì per assaggiare un Pokè o un’insalata, ma anche un piatto di spaghetti con le vongole. E il primo di gennaio, dato il gran numero di gente che voleva sedersi ai tavoli, la tentazione di mangiare fuori davanti al mare è stata assecondata. La sera prima siamo stati invece al ristorante vero e proprio, sosta radiosa dove Giuseppe Marongiu guida una squadra giovane e affiatata. Ottima la carta dei vini (da intenditori con un omaggio doveroso al meglio della Sardegna), eccoci alle prese con un menu di mare, ma con qualche piatto anche di terra, coccolati da un servizio svelto e attento, in un locale riposante, coi colori bianchi e l’aria di festa.
Per noi, agli antipasti, il cannolo di ricotta al limone con crudo di gambero, avocado e dressing di cachi; il baccalà in oliocottura con broccolo alla brace, limone confetto e crema pil pil. E poi il calamaro farcito con panzanella, burrata, verza su zuppetta di fagioli. Fra i primi ecco i Lorighittas con ragù di cinghiale, crema di zucca e pecorino accanto ai culurgiones di patate e menta o i ciccioneddus ai frutti di mare in zuppetta di granchio blu. Fra i secondi il filetto di rombo cotto in fagottino di sale e spezie con cavolfiore, cardoncelli e bietole, il maialino da latte laccato al miele speziato carote e cavolo nero. A chiudere la seadas. Sosta consigliatissima!!! (Paolo Massobrio)
via Lido, 20 – tel. 3381359465