Anche la Barbera si fa vegana

A Vaglio Serra, la famiglia Venturino da quattro generazioni produce vini nel segno della Barbera

28.06.2016

La Ceresa 2014 è esattamente come la si aspetta: una Barbera di buona beva, fresca, acida ma non acidissima, col sorso segnato dall'amarena e la viola che si chiude in un finale ammandorlato nitido e prolungato. Racchiusi in un bicchiere, ecco tutti i caratteri di una buona Barbera spavalda e giovane (costo in cantina, 6 €). È la barbera base della cantina Venturino – La Serra di Vaglio Serra (via La Serra, 6 – tel. 0141732016 – www.venturinovini.com). Se è proprio dai vini base che, molte volte, si può valutare il lavoro di una cantina, qui ci si fanno fare. 17 gli ettari di vigneto aziendale, sparsi tra Vaglio Serra, Incisa Scapaccino e Nizza Monferrato. Circa 15.000 le bottiglie prodotte, ma sono tante le damigiane di vino sfuso venduto ai clienti affezionati.

I Venturino su queste colline ci sono da molte generazione. Pancrazio Venturino e il figlio Giovanni hanno cominciato l'attività nel 1928. Oggi in azienda con papà Giancarlo lavorano il figlio Eugenio, la moglie Fabrizia Ariotti, e i ventenni Umberto e Simone, figli gemelli che si dividono tra la facoltà di Agraria e la vigna. Una perfetta azienda familiare, che però non manca di intraprendenza, come dimostra la certificazione vegana ottenuta nel 2014. “Ma non è altro che la conferma che i nostri vini di oggi sono come quelli di ieri – spiega Eugenio Venturino – rispettosi dell'ambiente e genuini. Non utilizziamo prodotti di origine animale, né nel vino, né nel packaging”. In Piemonte sono stati tra i primi, e la scelta pare apprezzata.

Tra i vini assaggiati, anche la Barbera superiore Bastianèt 2010 (prezzo in cantina, 25 €), affinata in barrique. La sua "sorella", la Barbera Bastianet elevata in tonneau, è stata Top Hundred nel 2015. È un vinone, prodotto soltanto nelle annate migliori, e che per scelta aziendale deve superare i 16 gradi alcolici (infatti ne fa 16.5%). Cambia registro, già dal colore, decisamente più fitto. E al naso, dove all'inizio l'alcol adombra la frutta rossa. Poi si fanno spazio le ciliegie sotto spirito, la liquirizia, l'anice, una speziatura evoluta, anche dettata dal legno. Il sorso è più rotondo, la freschezza comunque discreta. Si chiude con la mandorla, che smaschera il vitigno.

Il butastup metodo ancestrale 2014 (prezzo in cantina, 8 €), invece, è la Barbera frizzante che un tempo preparavano i contadini, andando a imbottigliare con la luna nuova. È il vino della festa e del convivio. Tira fuori una nota ematica, la bollicina è un po' scomposta, e stringe un poco all'assaggio, ma al secondo bicchiere, accompagnata dal salame cotto, vien subito voglia di merenda sinoira.

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