La sinfonia del crudo dolce di Marco D'Oggiono

I vini Top dei Top 2019 a Golosaria Milano incontrano i superbi salumi del Prosciuttificio Marco D'Oggiono

24.11.2019

Non eravamo alla Scala di Milano, ma “l'orchestra” salita sabato pomeriggio sul palco del Wine Tasting di Golosaria Milano, era quella delle grandi occasioni. Il successo finale dell'opera andata in scena è stato così decretato dal perfetto connubio sensoriale tra i nostri “primi violini”, i vini Top dei Top 2019, con il “coro di archi” rappresentato dai superbi salumi del Prosciuttificio Marco D'Oggiono.

Due i Maestri d'eccezione a dirigere: Marco Gatti, giornalista e sommelier, e Dionigi Spreafico, titolare insieme alle sorelle Agnese e Giulia dell'azienda sopra citata. A quest'ultimo, il merito di aver entusiasmato la platea qualificata con il racconto appassionato dell'arte e dell'abilità norcina espressa quotidianamente nel laboratorio di trasformazione e di stagionatura di Oggiono (Lc).
Ouverture, la sinfonia creata dalle bollicine eleganti del metodo classico pinot nero (vendemmia 2015) della cantina Manuelina dell'Oltrepò Pavese e il sontuoso prosciutto crudo dolce (privo di conservanti, lavorato a secco e con poco sale marino). Un abbinamento affascinante, nel quale le invitanti note fruttate e minerali del primo ben si sposavano con la persistenza, la pulizia, le sensazioni morbide e delicate del prodotto principe dei fratelli Spreafico. Atto primo ricco di emozioni (al palato): ecco in scena l'inedito spumante macerato sulle bucce, il Dosaggio Zero “Astrea” di Annibale Alziati (prodotto a Ome in terra franciacortina) e la deliziosa pancetta Collinetta. L'acidità dell'orange wine ha esaltato al meglio la grande eleganza al palato e l'intrinseca dolcezza di una pancetta cotta arrotolata e leggermente affumicata che non teme rivali.
Atto secondo nel segno del vino bianco top dei top, ovvero il Colli Maceratesi Ribona 2018 di Podere Sabbioni e della novità di Marco D'Oggiono Prosciutti, ovvero la bresaola di tacchino denominata La Dolce Tacchina. Qui si è consumato (è il caso di dirlo) un solido matrimonio tra le spiccate note minerali e la sapidità di un vino davvero autentico e identitario (si produce con l'uva rara ribona o maceratino) e un salume di classe, estremamente delicato ma con un carattere ben definito, dato da una leggera affumicatura al naturale. Si ottiene da una lavorazione a mano delle migliori carni di tacchino italiano, con una concia leggera di erbe aromatiche autoctone. Sorprendente!

L'atto finale ha visto invece protagonisti assoluti il vino Nobile di Montepulciano della cantina Lombardo e una chicca di grande valore, il Carpaccio Celtico, ottenuto dalla razza bovina più pregiata del nostro Paese, la chianina. Qui, si è evidenziata una reciproca esaltazione di sapori e aromi, in un perfetto equilibrio tra le note tostate della bottiglia e quelle leggermente affumicate e speziate del carpaccio. Magnifico!

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