Pesche e vino: l'aperitivo si fa nel frutteto

La tendenza dell'estate 2020 è far rivivere i posti all'aperto, anche i più inaspettati come un frutteto. E le pesche sfatano il divieto dell'abbinamento con il vino

23.07.2020

Pesche e vino. Ma non si era detto che l'abbinamento del vino con la frutta era pressoché vietato? L'estate porta consiglio e il caso delle pesche lo dimostra. L'abbinamento pesche e vino ha qualcosa di antico, classicheggiante. Basta conoscere un po' di storia dei long drinks per pensare immediatamente al Bellini che mette d'accordo pesca (in realtà in forma di succo) e Champagne. Oppure c'è l'esempio della sangria (dove le pesche non possono mancare) che sfrutta vino, zucchero, frutta e spezie.

Le pesche con il vino però sono qualcosa di ancora diverso, più intimamente piemontese. Gli abbinamenti possibili sono due. il primo è quello con il Moscato: la pesca tagliata a cubetti in piena maturazione con un vino dolce e profumato che spesso la ricorda anche al naso. Solo loro due, lo zucchero è bandito. C'è poi una seconda strada, più istintuale, che accosta la pesca con il vino rosso. In questo caso si va per contrasto, un frutto dolce in abbinamento a una chiusura più secca, con l'amaro che esce in tutta la sua nota dissonante. Per questo bisogna fare attenzione a non scegliere vini tannici per non rendere l'esperienza troppo strong.
Nel Tortonese, dove la pesca è leggenda (pensiamo alle pesche di Volpedo nelle loro diverse declinazioni, perché sotto questa denominazione sono comprese più varietà a pasta gialla e una a pasta bianca) ad abbinarsi con questa varietà di frutta non è solo il vino, ma il momento stesso dell’aperitivo.
L'idea - manco a dirlo - è di un'azienda La Montemarzina di Montemarzino (Al) che ha trovato nuova linfa con l'arrivo dell'ultima generazione, costituita da Marco Ravazzano, classe '93, (quasi) ingegnere elettronico prestato al mondo dell'agricoltura, che ha introdotto questa possibilità: organizzare una merenda sinoira direttamente nel frutteto.
Nel cestino ideale ci sono i prodotti di un territorio, il Tortonese, che sta imparando a fare rete, grazie a un nutrito gruppo di giovani (pensiamo a Irene di Cuore di Pane Bio, Elisa di Eli.Lu, Alessandro e Filippo del Billi's) e a una rinata Strada dei Vini e dei Sapori che ha vagliato il progetto Terre Derthona decidendo di scommettere su un nome unico per la produzione del loro territorio. Ecco, l'aperitivo in frutteto non può che partire da qui, da un abbinamento indiscreto tra Timorasso, anzi Derthona, e pesca, che funziona per le caratteristiche peculiari di questo vino (un bianco dal carattere del grande rosso, per sintetizzare), dall'elevato grado alcolico e un'acidità moderata che gli conferiscono la rotondità giusta anche per accostarsi provocatoriamente alla pesca con la sua dolcezza e la sua punta di acidità.
Marco utilizza quello dell'azienda Pomodolce che ha le vigne a pochi metri di distanza sul crinale di Montemarzino. Anche se l'abbinamento migliore (anzi potremmo dire perfetto) di questo vino però resta sempre quello con il formaggio, che ha avuto i natali a un paio di colline di distanza (Dernice) ovvero il Montebore, che a sua volta si potrebbe accostare a una confettura sempre con pesche di Volpedo per restare in ambito territoriale.
E poi ancora una fetta di Pane Grosso di Tortona, recentemente recuperato, o, per chi ha la fortuna di poter avere a disposizione un fornello, con la schita che a Volpedo è stata per anni il pallino dle compianto sindaco Giancarlo Caldone e che oggi trova una giusta celebrazione in Oltrepò Pavese - poche centinaia di metri in linea d'aria - sostenuta dall'impegno di Cinzia Montagna.
L'aperitivo in frutteto, con il suo provocatorio accostamento tra frutta e vino, è anche questo: il simbolo di una logica di rete territoriale, che non teme gli accostamenti a prima vista dissonanti.  

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